Querelle tra comunità rione Lucania di Potenza e Don Sergio: parroco denunciato per furto e violazione di domicilio da parrocchiani e Fondazione Madre Teresa di Calcutta Ets: “Il parroco restituisca quello che ha sottratto. Diatriba sulla mensa di Chianchetta”. Di seguito la nota integrale.
Una comunità, quella di Rione Lucania, delusa dagli atteggiamenti del Parroco Don Sergio Sannino che viene tacciato dai fedeli e da chi il rione lo vive da sempre, “di mettere in pratica atteggiamenti non consoni al suo mandato pastorale”. Una serie di vicissitudini si sono verificate dal momento del suo insediamento, a latere del parroco storico Don Peppino Nolè, e che sono degenerate dal momento in cui ha preso possesso della titolarità della parrocchia. Non solo, ma la denuncia che viene dai parrocchiani e dalla Fondazione Madre Teresa di Calcutta Ets, è che “Don Sergio stia mettendo in atto un vero e proprio ostruzionismo mirato a non si sa quale recondita volontà di distruggere ciò che don Peppino ha creato”. Il primo passo è stato quello di negare l’accesso prima, e chiudere definitivamente poi, la scuola di musica “Luciana Buccico” che nel rione Chianchetta è da sempre una realtà associativa in grado di togliere dalla strada centinaia di ragazzi che in età adolescenziale hanno deviato il loro percorso di vita. Un luogo di aggregazione anche per chi proveniva dai rioni limitrofi e che ha avuto la possibilità di avvicinarsi alla musica grazie ai volontari di una tra le più belle realtà parrocchiali della città. Le “mire espansionistiche” di Don Sergio si sono ora riversate su un’altra realtà importante inserita a pieno nel contesto cittadino: “la Mensa della Fraternità- Papa Francesco” che di fatto con la Parrocchia ha poco a che fare sin dal 2019, quando un contratto di comodato d’uso assegnava e cedeva alla Fondazione l’immobile. Un atto con cui si delegava alla Fondazione stessa il compito di svolgere i servizi mensa e refettorio per i tanti bisognosi del capoluogo. Un comodato che di fatto dovrebbe terminare a metà 2026 ma che verrà prolungato per via del già previsto tacito rinnovo. Di quì la lamentela, e la denuncia presentata in Procura nei confronti di Don Sergio che, non solo ha trattenuto le chiavi per l’accesso ai locali mensa, ma ha finanche cambiato, arbitrariamente le serrature del cancelletto esterno di ingresso, distaccando anche la corrente dal quadro elettrico situato oltre una porta di ingresso che non permette più l’accesso e il ripristino dell’energia (di fatto pagata dalla Fondazione). Il danno oltre la beffa, perché all’interno dei locali mensa non solo sono custoditi i beni della Fondazione, ma i frigoriferi erano pieni di derrate alimentari che allo stato attuale certamente sono andate in putrefazione. Nel verbale di denuncia presentato presso il Tribunale potentino, si evidenzia quindi come <<la condotta posta in essere dal Parroco risulti essere esplicitamente illecita>> essendosi tra l’altro Don Sergio Sannino macchiato del reato di furto anche di un registratore di cassa intestato alla Fondazione, di esercizio arbitrario delle proprie ragioni e di violazione di domicilio. Per tanto, chi gestisce e gravita attorno alla Fondazione e soprattutto attorno alla Mensa chiede il reintegrato immediato nel possesso dei propri beni in comodato, per poter garantire ancora il sostegno ai meno abbienti della città, tenuto conto che nel solo periodo pandemico tra la fine del 2019 e l’estate del 2020 sono stati offerti pasti gratuiti per oltre quindicimila euro.
Certamente la condotta di Don Sergio, che fa il pari con altre sue molto discutibili, non fa onore alla comunità ecclesiastica che dovrebbe prendere nuovi provvedimenti nei confronti di chi gestisce la chiesa e le pertinenze che ad essa non appartengono come se fosse merce propria. Da parte del Parroco, ad oggi nessun cenno di dialogo, mentre resta arroccato sulle sue posizioni errate, rifiutando qualsivoglia incontro o sollecitazione da parte di chi vorrebbe solo ripristinare la situazione e ridare al Rione Lucania la sua vera identità di quartiere accogliente e pronto sempre, attraverso i suoi residenti, a tendere una mano a chi ne ha bisogno.
Di seguito la replica di Don Sergio Sannino
Don Sergio Sannino, Parroco della Chiesa di S. Giuseppe Lavoratore precisa quanto segue, contestando in toto la ricostruzione di alcuni parrocchiani.
E’ bene premettere che, probabilmente, l’unico errore (senz’altro veniale) di Don Sergio è stato quello di voler vederci chiaro in alcune situazioni stratificatesi nel tempo, al limite (o anche oltre) della legalità.
Girare la testa dall’altro lato non è un comportamento che – per quanto frequente ai giorni mostri – si addica ad un buon cristiano e, soprattutto, non si addice a Don Sergio, il quale sta solo operando per il benessere della sua comunità, con risultati tangibili ed apprezzati dai tanti che, dopo anni, hanno ripreso a frequentare la Parrocchia.
Purtroppo, sono proprio gli “oscuri” firmatari della nota che hanno inteso – con le loro azioni mediatiche e giudiziarie – accentuare la conflittualità nell’ambito di una comunità che avrebbe bisogno di tutt’altro, rifiutando, al contempo, sia di incontrare il Parroco che di accettare di collaborare con lui nelle attività che Don Sergio sta portando avanti.
Venendo al merito delle contestazioni, è opportuno precisare che:
– in data 20.7.20, all’atto di “consegna canonica”, veniva già evidenziata la mancanza della licenza canonica per il comodato con la Fondazione (stipulato dall’allora Parroco Don Peppino Nolè nella duplice veste anche di Direttore della Fondazione);
– la mensa, realizzata ed arredata con fondi pubblici, già prima di allora non era funzionante;
– per quanto riguarda il presunto furto di beni della Fondazione, agli atti della Chiesa non risulta alcun inventario di oggetti appartenenti a terzi, ma vi è solo l’elenco dei beni affidati alla stessa ma acquistati dalla Parrocchia (il che rende il presunto furto di cose proprie un reato impossibile…);
– proprio Don Sergio, in seguito ad atti vandalici e furti avvenuti nei locali adiacenti la Parrocchia, ha sporto regolare denuncia (guardandosi bene dal gettare sospetti su chiunque, al contrario di quanto fatto, con capziosa malizia, da altri);
– per quel che concerne le chiavi del cancello esterno del piazzale e del locale mensa, le stesse non sono mai state consegnate a Don Sergio (nonostante i possessori delle stesse abbiano continuato, saltuariamente, ad utilizzarli);