Mercoledì 14 settembre 2016 alle ore 9 al tribunale di Matera si tiene l’udienza del processo contro Gianni Fabbris ed altri 14 agricoltori accusati dalla Procuratrice della Repubblica di Matera, la dottoressa Celestina Gravina, per aver difeso un’azienda agricola all’asta nel Metapontino ed aver denunciato l’intreccio fra crisi delle aziende e delle famiglie e sciacallaggio sociale.
L’udienza arriva dopo che la stessa dottoressa Gravina è stata trasferita ad altro incarico ed altra sede con un provvedimento del Consiglio Superiore della Magistratura e da questo prende spunto Gianni Fabbris che a margine di in un incontro di direzione di Altragricoltura ha affermato: “Inizia finalmente un processo da cui ci attendiamo che vengano ristabilite ed accertate le verità su una vicenda surreale. L’aver difeso i diritti degli agricltori e delle loro famiglie come dei tanti altri nella nostra regione colpiti dalla crisi ed esposti a speculatori e incapacità delle istituzioni di dare risposte e tutelarli è diventato un reato secondo un teorema che ha cercato di screditare l’azione sindacale e democratica di denuncia e di iniziativa attiva. Il processo sarà l’occasione per dimostrare quanto grave sia in realtà la condizione di tanti esposti alla crisi e la giustezza di quanti si battoni per pretendere trasparenza e tutela. Dalla magistratura giudicante lucana non ci aspettiamo altro che compia con serenità il suo giudizio e valuti nel merito se si possano configurare i reati di rapina e estorsione contestati dalla Gravina a Gianni Fabbris ed agli altri agricoltori e cittadini coinvolti dopo che per diversi mesi Fabbris con il Comitato TerreJoniche e Altragricoltura avevano denunciato pubblicamente l’inerzia della Procura della Repubblica di Matera nel condurre indagini efficaci contro il venire avanti di fenomeni di malavita organizzata nel metapontino e gli intrecci con i comitati d’affari che agiscono approfittando della crisi”.
Nell’annunciare nelle prossimi giorni una iniziativa pubblica sui temi della crisi, dello sciacallaggio sociale e della giustizia nella nostra regione e le proposte del Movimento, Fabbris ha poi sottolineato come nei mesi scorsi, con le decisioni del Consiglio Superiore della Magistratura sulla vicenda della dottoressa Celestina Gravina (che non è stata riconfermata nell’incarico ma trasferita ad altra sede con un provvedimento inaudito per dimensione e contenuto) gli organi giudiziari, dimostrando autonomia e rigore, hanno dato un segnale utile a riaprire un dibattito a livello regionale sullo stato della giustizia e dei rapporti con i cittadini. Segnale che può essere una importante occasione per far avanzare quei principi di trasparenza e giustizia di cui la società civile lucana ha urgentissimo bisogno e che sono la condizione imprescindibile per qualsiasi processo di rinascita e riscatto economico e sociale.