Gravina in Puglia. Non se ne parla facilmente. Tanta è forte l’emozione. Perché Pietro Capone, quantanovenne gravinese morto ammazzato due giorni fa, non era solo un uomo onesto. Era anche coraggioso. Molto coraggioso. Al punto di passare ad indifferenza le conseguenze stesse del suo agire civico. E se lo conoscevano bene in paese, era soprattutto per questo aspetto nobile del suo vivere sociale.
Impegnato sul fronte del rispetto delle leggi, ma in un contesto non privo di prove contrarie, era noto per l’intelligente caparbia che metteva nelle proprie battaglie in favore del rispetto della legalità. Nessuno scrupolo e nessuna paura a denunciare, sia che si trattasse di pubblica amministrazione che di privati.
E’ andato avanti così fino alla sera di due giorni fa, quando sotto casa, in via La Spezia, è stato freddato da due proiettili sparati alla nuca dopo un fendente di lama assestato in corpo.
In queste ore gli inquirenti della Polizia di Stato, coordinati dal commissario Pietro Battipede e dal magistrato Michele Buquicchio, stanno vagliando attentamente le registrazioni filmiche delle telecamere di videosorveglianza poste nei paraggi e, per ora, non sembra voglia escludersi alcuna pista.
L’omicidio di Capone ha conseguito un forte impatto emotivo nella popolazione. Al punto dal persuadere l’Amministrazione comunale ad evitare il giorno del lutto cittadino.
“Un delitto brutale ed efferato che turba la città intera” – ha dichiarato il sindaco Alesio Valente – “si tratta di un episodio dalle modalità inquietanti, rispetto al quale dura e netta è la condanna di tutta la comunità gravinese”.
Ed ha aggiunto: “Gravina non è e non merita questo. È pertanto necessaria una reazione corale che porti tutti, nessuno escluso, a riscoprire le ragioni del dialogo ed il senso della comunità: in momenti drammatici e difficili come quello presente, è indispensabile ritrovare l’unità necessaria per far fronte, senza incertezze né divisioni, a chi pretende di sostituire alle ragioni del diritto e della convivenza civile quelle della violenza e della forza bruta. Confidiamo nell’operato delle forze dell’ordine perché sia fatta piena luce sull’accaduto e siano prontamente assicurati alla giustizia i responsabili”.
Ma non sono mancate attestazioni di sdegno e d’affetto addolorato anche da voci della vicina Altamura, come quella del consigliere Comunale Enzo Colonna, che ha fatto proprie le parole di Francesco Iurino “che paese è mai quello in cui si ammazza alle spalle qualcuno solo perché era un rompiscatole? Che paese è mai quello in cui si sabota la condotta del gas lasciando a patire la fame e il freddo un’intera comunità? E’ un paese di fantasmi, questo è! Un paese pieno di piccoli e insignificanti ominicchi dediti all’affare, alla roba, al sopruso personale e collettivo; un paese di disillusi, di molti vigliacchi che sparlano alle spalle e di pochi coraggiosi che urlano in faccia al Potere il loro disgusto per come vanno le cose qui a Gravina”.
Al vaglio degli inquirenti, serrati dagli interrogatori, ci sono soprattutto i destinatari delle denunce del Capone. Denunce sempre circostanziate di nomi e di cognomi e, sempre, con la propria firma in calce, da uomo vero e da cittadino autentico.
Roberto Berloco
Omicidio Capone: la condanna dell’amministrazione comunale. Fissato per venerdì un incontro in Prefettura sui temi dell’ordine pubblico.
L’amministrazione comunale di Gravina in Puglia, guidata dal sindaco Alesio Valente, esprime sdegno e dolore per l’atto delittuoso che nella serata di lunedì 10 marzo ha colpito la città, con l’omicidio di Pietro Capone. «Un delitto brutale ed efferato», affermano il primo cittadino e la giunta municipale, «che turba la città intera: si tratta di un episodio dalle modalità inquietanti, rispetto al quale dura e netta è la condanna di tutta la comunità gravinese». Si aggiunge: «Gravina non è e non merita questo. È pertanto necessaria una reazione corale che porti tutti, nessuno escluso, a riscoprire le ragioni del dialogo ed il senso della comunità: in momenti drammatici e difficili come quello presente, è indispensabile ritrovare l’unità necessaria per far fronte, senza incertezze né divisioni, a chi pretende di sostituire alle ragioni del diritto e della convivenza civile quelle della violenza e della forza bruta. Confidiamo nell’operato delle forze dell’ordine perché sia fatta piena luce sull’accaduto e siano prontamente assicurati alla giustizia i responsabili».
Venerdì prossimo, intanto, su richiesta del primo cittadino, di Gravina e dello stato dell’ordine pubblico in città si discuterà in Prefettura, nel corso di un incontro al quale prenderà parte il Prefetto di Bari, Antonio Nunziante. Della situazione è stato informato anche il ministero dell’interno. Ulteriori iniziative in sede istituzionale e politica saranno rese note nelle prossime ore.