La Polizia di Stato ha concluso una ulteriore fase del progetto denominato “Alto impatto – Freedom” contro il caporalato, che ha visto impegnate le Squadre Mobili di Agrigento, Forlì – Cesena, Latina, Lecce, Matera, Ragusa, Salerno, Siracusa, Taranto, Verona e Vibo Valentia, coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine.
I poliziotti delleSquadreMobili sono stati coadiuvati dai Reparti Prevenzione Crimine e Gabinetti Regionali di Polizia Scientifica, nonché uffici di altre amministrazioni, come gli Ispettorati Territoriali del Lavoro.
Nel corso dell’operazione è stata accertata l’inosservanza delle norme contributivo-previdenziali e di sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché, in alcuni casi, dell’illecita attività di intermediazione tra la domanda e l’offerta, compiuta dai c.d. “caporali”.
Rispetto alla prima fase del progetto, avvenuta dal 26 al 30 giugno, è stato ampliato il numero delle province (da 6 a 11) e delle regioni monitorate (da 6 a 8). Tra il 17 ed il 22 luglio sono stati svolti servizi di controllo, rilevamento e contrasto, identificando 632 persone (tra datori di lavoro e dipendenti) e controllando 50 aziende.
Compresa anche la prima fase, in totale sono state controllate 867 persone e 76 aziende (4 attività sono state sospese). Sono state arrestate inoltre 10 persone e ne sono state deferite 24.
In provincia di Matera, dove con la Squadra Mobile, oltre al Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica e all’Ispettorato Territoriale del Lavoro, hanno collaborato anche l’Ufficio Immigrazione della Questura e i Commissariati di P.S. di Policoro e di Pisticci, negli scorsi giorni sono state controllate 45 persone e 6 aziende, una persona è stata arrestata e tre sono state denunciate all’Autorità giudiziaria.
Si è proceduto al controllo di lavoratori, italiani e stranieri, impegnati nella raccolta e coltivazione di prodotti ortofrutticoli e vitivinicoli di questo territorio, nonché dei lavoratori impiegati in agriturismi con annesso terreno per la coltivazione di prodotti “a chilometro zero” e al pascolo di bestiame.
In particolare, durante il controllo di tre furgoni in agro di Pisticci su cui viaggiavano diverse operaie, alcune delle quali di origini rumene, che avevano lavorato presso una locale azienda agricola e stavano rientrando chi a Scanzano, chi a Ginosa, sono emerse alcune irregolarità.
Sono seguiti approfondimenti investigativi che hanno evidenziato la figura di due soggetti, un uomo, italiano, e una donna, rumena, entrambi residenti a Ginosa (TA), che svolgevano l’attività illegale di caporalato, consistente nel reperire la manovalanza agricola e trasportarla presso l’azienda richiedente.
L’uomo in particolare provvedeva anche alla sistemazione di un elevato numero di operaie in un comprensorio di case di campagna di sua proprietà, dove le stesse pagano un fitto per posto letto.
Inoltre, dalle indagini è emerso che lo scorso mese di maggio l’uomo è arrivato a gestire e impiegare fino a 60 operai sul campo.
All’Autorità giudiziaria è stato denunciato anche l’imprenditore agricolo che si avvaleva dei due caporali per il reclutamento della manodopera sul suo fondo.
Inoltre , nel corso del controllo effettuato presso un agriturismo, è stato individuato un lavoratore di etnia indiana, Singh Gurinder, regolarmente assunto, il quale era ricercato per l’esecuzione di ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Cremona e pertanto è stato tratto in arresto.
L’attività della Polizia di Stato svolta congiuntamente all’Ispettorato Territoriale del Lavoro, infine, ha permesso di rilevare inoltre quattro lavoratori assunti “a nero”, nonché altre irregolarità relative all’assunzione di altri due lavoratori. Per ciò saranno irrogate dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro le sanzioni amministrative che si aggirano intorno ai 14mila euro.