In data odierna, nella Provincia di Matera,a conclusione di indagini condotte dai Carabinieri di Matera congiuntamente ai Carabinieri per la Tutela del Lavoro, è stata data esecuzionead una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. diMatera,su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 14 persone, di cui 11 in carcere, 1 agli arresti domiciliari, 1 obbligo di dimora e 1 obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. I particolari sono stati illustrati in una conferenza stampa promossa nesala conferenze della Procura di Matera, alla presenza del Procuratore della Repubblica, Pietro Argentino.
I principali reati contestati, a vario titolo, sono associazione per delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro(caporalato) con carattere della transnazionalità (Artt. 416 e 603bis C.P., Art. 3 e 4 L. 146/2006);
– Estorsione (Art. 629 C.P.);
– Violenza privata (Art. 610 C.P.);
– Uso indebito di carte di credito (Art. 493 C.P.);
– Corruzione (Art. 321 C.P.).
Le indagini, originate dalla denuncia presentata nel maggio scorso presso la Compagnia Carabinieri di Policoro da un cittadino rumeno per sfruttamento illecito del lavoro, sono state svoltedai Carabinieridel Nucleo Operativo di Policoro e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Matera e Potenza, che nello stesso mese di maggio 2018 hanno effettuato 4 fermi di indiziato di delitto di cittadini rumeni.
Le fasi successive delle attività investigative, sviluppate anche in ambito internazionale, hanno consentito di cristallizzare le responsabilità penali dei singoli appartenenti all’organizzazione criminale transnazionale, dedita alla intermediazione illecita e sfruttamento della manodopera, ed individuare il modus operandi della citata compagine che consisteva nel reclutare all’estero, tramite l’uso di social network (Facebook),i lavoratori, principalmente rumeni, i quali, una volta giunti in Italia, venivano privati dei documenti di riconoscimento e costretti, sotto minaccia ed intimidazione, a lavorare in diversi fondi agricoli privati, individuati in Scanzano Jonico e Policoro. Le vittime venivano alloggiate presso delle abitazioni a loro fittate forzatamente, il cui costo veniva loro automaticamente decurtato dal salario.I lavoratori venivano costretti a lavorare fino a 14 ore consecutive con un salario medio di 3,5 euro all’ora, con una sola pausa per il pranzo di mezz’ora e sotto continue minacce ed intimadazioni.
Al sodalizio criminoso hanno preso parte anche alcuni titolari e gestori di aziende operanti nel settore orto – frutticolo, nonché un impiegato presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Scanzano Jonico e due sindacalisti di un patronato di Marconia di Pisticci, tutti raggiunti da misure cautelari.
Considerato l’arco temporale 2014 – 2018, il numero dei lavoratori sfruttati sono circa 200e i profitti illeciti oltre un milione e trecentomila euro.
Corso operazioni perquisizioni sono stati rinvenuti documenti comprovanti le attività illecite per cui si procede e somma contante pari a 56.000 euro, sottoposti a sequestro.
Le indagini sono state coordinate dal Procuratore della Repubblica di Matera, Pietro Argentino, e dal Pubblico Ministero Annafranca entricelli; i provvedimenti cautelari sono stati emessi dal G.I.P. Rosa Angela Nettis.
L’importante operazione contro lo sfruttamento dei lavoratori e l’odioso fenomeno del caporalato è il frutto dello sforzo sinergico dei Carabinieri del territorio lucano e di quelli specializzati nella tutela del lavoro, con il fondamentale apporto delle Stazioni Carabinieri, imprescindibili presidi di sicurezza e legalità per i cittadini.
Di seguito le persone arrestate.
Palade Cumpata Liliana Lucia, nata in Romania, classe 71, residente a Scanzano Jonico, bracciante agricola, già nota alle forze dell’ordine, attualmente detenuta presso il Carcere di Potenza, promotrice dell’organizzazione;
Mazilu Aurel Dragos, nato in Romania, classe 80, residente a Scanzano Jonico, bracciante agricolo, già noto alle forze dell’ordine, attualmente detenuto nel carcere di Matera, promotore dell’organizzazione;
Zahiu Ciprian George, nato in Romania, classe 77, domiciliato a Scanzano Jonico, bracciante agricolo, già noto alle forze dell’ordine, detenuto nel carcere di Matera;
Vilceanu Filica, nato in Romania, classe 72, domiciliato a Scanzano Jonico, bracciante agricolo, già noto alle forze dell’ordine, detenuto nel carcere di Matera;
Mocanu Adriana Geanina, nata in Romania, classe 89, residente a Scanzano Jonico, bracciante agricolo, incensurata
Valenza Paolo, nato a Ginosa, classe 65, residente a Scanzano Jonico, imprenditore, titolare di omonima azienda agricola, già noto alle forze dell’ordine
Santeramo Sara, nata in Svizzera, classe 70, residente a Scanzano Jonico, dipendente azienda agricola, già noto alle forze dell’ordine
Lospinuso Antonietta, nata a Policoro, classe 72, residente a Scanzano Jonico, dipendente azienda agricola, già noto alle forze dell’ordine
Giordano Massimo, nato a Montalbano Jonico, classe 72, residente a Scanzano Jonico, imprenditore, titolare azienda agricola “La Lucana Fruit Soc. Coop”, già noto alle forze dell’ordine
Giordano Antonio, nato a Martina Franca, classe 96, residente a Scanzano Jonico, imprenditore, titolare azienda agricola “Giordanfruit”, incensurato
M. C., nato a Gela, classe 79, residente a Corigliano Calabro ma domiciliato a Policoro, imprenditore, titolare azienda agricola “Contea Agricola Srl” e “F.lli Morrone srl”, già noto alle forze dell’ordine
Arresti domiciliari per Simone GIuseppe, nato a Montalbano Jonico, classe 65, residente a Scanzano Jonico, impiegato presso l’ufficio anagrafe del Comune di Scanzano, incensurato.
Obbligo di dimora per Barbalinardo Leonardo, nato a Pisticci, classe 59, residente a Marconia di Pisticci, titolare patronato Uil – Agroalimentare, incensurato
Obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per Barbalinardo Alessandra Erminia, nata a Pisticci, classe 84, residente a Marconia di Pisticci, dipendente presso patronato Uil – Agroalimentare, incensurata.
Operazione Carabinieri contro caporalato, precisazioni Uil Basilicata
In merito all’operazione contro un’associazione a delinquere finalizzata al caporalato e allo sfruttamento di lavoratori nei campi agricoli del Metapontino, la Uil Basilicata precisa che tra le persone indagate risulta un ex dirigente locale della Uila, l’organizzazione di categoria dei lavoratori agro-alimentari-forestali, che si è dimesso da tempo da tutti gli incarichi ricoperti e che pertanto non fa più parte a nessun livello della nostra organizzazione.
La Lega comunale di Marconia è stata commissariata anch’essa da tempo direttamente dalla segreteria nazionale UILA e affidata ad una nuova dirigenza sindacale.
In attesa che le indagini accertino ogni responsabilità e che il lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura prosegua, la UIL ribadisce il proprio impegno per ogni azione necessaria al contrasto del caporalato come del lavoro nero piaghe sociali anche in Basilicata. Poco più di un anno fa abbiamo firmato, insieme a Cgil e Cisl, un accordo in Regione che, facendo seguito a quello precedente, persegue l’obiettivo per noi prioritario di ripristinare la legalità, in collegamento con l’attuazione della recente legge nazionale contro il caporalato.
Per la UIL – che da sempre persegue l’etica del lavoro, in un contesto, quello agricolo, che fino a oggi ha spesso preferito la scorciatoia del caporalato – è una sfida importante da considerare permanente perché istituzioni, organizzazioni datoriali e sindacali siano accomunate da un unico obiettivo condiviso: la lotta senza quartiere alla illegalità e la scelta di costruire insieme soluzioni alternative che consentano l’incontro trasparente tra domanda e offerta di lavoro.
Primo obiettivo: garantire un trasporto efficace ed efficiente su tutto il territorio, che favorisca le aziende agricole che non ricorrono alla schiavitù e che, nella legalità, provano a mantenere sano e vitale un settore fondamentale per l’economia di tante regioni del Sud è pertanto il primo urgente passo da compiere. Bisogna riappropriarsi della legalità con azioni concrete, colmando il vuoto nel quale il caporalato agisce indisturbato o quasi, offrendo condizioni di lavoro disumane, costringendo anche le donne a lavorare per la miseria di poche decine di euro al giorno in situazioni a dir poco massacranti.
La foto della conferenza stampa (foto www.SassiLive.it), il video dell’operazione e le persone arrestate