E’ stata denominata Pica Pica, nome scientifico della gazzaladra, l’operazione condotta dai Carabinieri della compagnia di Policoro in collaborazione con i militari della stazione di Nova Siri che ha portato all’arresto di quattro donne di etnia rom con l’accusa di furto aggravato in concorso avvenuto in un casolare di campagna ubicato nella frazione Marconia di Pisticci. Le generalità fornite dalle persone arrestate sono C.E. classe 61, N.F. classe 69, P.S. classe 75 e L.V. classe 64. Il furto è avvenuto intorno alle ore 18 dell’11 aprile scorso mentre l’operazione Pica Pica si è conclusa nella notte tra il 16 e il 17 aprile scorso. A notare le donne che fuggivano con monili e oggetti preziosi dal casolare di Marconia era stata la mamma della persona che ha poi denunciato l’episodio ai Carabinieri, che erano a conoscenza solo del fatto che si trattava di cinque donne fuggite a bordo di una Fiat Uno di colore scuro. Grazie ai servizi informativi nel pomeriggio del 16 aprile, intorno alle 16,30 i Carabinieri individuavano la Fiat Uno con quattro donne a bordo dirette verso Cosenza, dove si è poi scoperto che risiedono alcuni parenti. Dopo un inseguimento che ha impegnato i Carabinieri per circa dieci chilometri, la Fiat Uno è rimasta imbottiglita nel traffico che si è creato nei pressi del semaforo di Nova Siri Scalo e a quel punto le donne hanno deciso di lasciare l’auto per fuggire a piedi nelle campagne adiacenti la 106. I militari sono riusciti a rintracciare le donne e le hanno portate in caserma. A quel punto sono cominciate le sceneggiate per evitare l’arresto: una ha dichiarato di essere incinta di due mesi, altre hanno chiesto l’intervento del medico accusando i Carabinieri di averle picchiate. Naturalmente nessuna circostanza è stata confermata dagli accertamenti previsti in casi del genere e così le donne sono state accompagnate nel carcere femminile di Potenza. Su richiesta del pubblico ministero Rosanna De Fraia, il giudice per le indagini preliminari Rosa Bia dopo aver letto i capi d’imputazione a carico delle quattro donne ha confermato il fermo e quindi almeno per qualche giorno resteranno in carcere. L’operazione Pica Pica è ritenuta importante dai Carabinieri perchè per la prima volta è stato applicato nei confronti di persone arrestate di etnia rom il reato di indiziato di delitto. Durante l’interrogatorio le quattro donne, già responsabili di altri furti in altre zone d’Italia, hanno fornito un alias per non svelare la propria identità: tre di loro hanno dichiarato di essere di origine italiana mentre un’altra ha sostenuto di essere di origine bosniaca. Dichiarazioni da prendere ovviamente con beneficio d’inventario tenuto conto che puntualmente queste persone tendono a fornire generalità diverse.
Durante le perquisizioni personali e quelle in auto i Carabinieri hanno ritrovato gli attrezzi utilizzati per scassinare porte e serrature delle abitazioni prese di mira per i furti e alcuni valori di dubbia provenienza quantificati in 6-7 mila euro. Parte di questa refurtiva era stata rubata proprio nella casa di campagna l’11 aprile scorso ed è stata restituita al legittimo proprietario. Tra gli oggetti ritrovati anche documenti d’identità falsi e diverse chiavi di cassapanche presenti in abitazioni di anziani, rubate dopo aver messo in atto il reato di circonvenzione di incapace.
Dai controlli dei Carabinieri è emerso che la Fiat Uno, truccata al motore per raggiungere un’altissima velocità, era sprovvista di assicurazione e intestata ad un bosniaco. L’attività prosegue per arrestare anche la quinta donna del gruppo e verificare se ci sono altri complici di quella che potrebbe essere un’organizzazione specializzata in furti di abitazioni registrati negli ultimi mesi sopratutto nella fascia jonica-metapontina ed in particolare sul territorio di Nova Siri.
Michele Capolupo
La fotogallery relativa all’operazione pica pica (foto www.sassilive.it)
Pregiudicato di Ferrandina condannato con sentenza definitiva a 3 anni di carcere FE
Nella mattinata il personale del Comando Stazione Carabinieri di Ferrandina, unitamente a quelli della locale Compagnia, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di carcerazione, emessa dall’Autorità Giudiziaria, nei confronti di un 31enne pregiudicato Ferrandinese.
Con l’Ordinanza odierna, l’arrestato deve espiare la pena complessiva di anni 3 di reclusione in carcere a seguito di sentenza definitiva emessa dal Tribunale, perché riconosciuto colpevole violenza sessuale, lesioni personali e violenza privata.
L’arrestato dopo le formalità di rito è stato tradotto presso il carcere di Matera.
complimenti ai carabinieri, speriamo che questi ora vengo mandati via dall’italia .
Via dall Italia questi stranieri che vengono da noi solo per rubare o dare fastidio…….rimandateli a casa….. Non c’è trippa per gatti per loro…… Vogliamo stranieri che non danno fastidio…. Che lavorano….. Che si vogliono integrare nella società e nella cultura italiana e non che vengono qui per dare fastidio…. Anche se ora è un periodo di crisi dobbiamo aiutare loro e noi stessi a migliorare questa Italia …… Questa Basilicata che sta andando a rotoli….. Ringrazio l’arma dei carabinieri per il lavoro svolto …… Così si lavora….. È quando si lavora bene il lavoro che si fa viene apprezzato e non sempre criticato……