All’alba di mercoledì 11 dicembre 2024, sicuramente un brutto colpo è stato inferto ai detenuti ristretti nella Casa Circondariale di Via Cererie dalla Polizia Penitenziaria dell’Istituto di Matera, poiché anche con un imponente ausilio di altre aliquote di baschi azzurri confluite da altre sedi penitenziarie della Basilicata e della Puglia, unitamente a personale del Distaccamento Cinofili della Polizia Penitenziaria di Trani, è stata svolta una perquisizione straordinaria nei Reparti detentivi del carcere, finalizzata al contrasto di possesso da parte dei ristretti di materiale e sostanze illecite.
Ad annunciarlo è il Segretario Regionale della Basilicata del S.A.P.Pe. – Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria – Saverio Brienza, che esprime plauso a tutto il personale di Polizia Penitenziaria impiegato nell’operazione, coordinata dal Comandante dell’Istituto, Dirigente Giacomo Prudentino, con la quale, attraverso la perquisizione svolta, è stato possibile rinvenire ben sette smartphone, due coltelli a serramanico e una lama lunga circa 11 centimetri, tutti accuratamente occultati nelle celle occupate da molteplici detenuti di nazionalità italiana. Dopo aver accertato le responsabilità e proceduto al sequestro di tutto il materiale pronto all’uso, nonché a tutti gli atti conseguenziali, la Polizia Penitenziaria di Matera ha deferito alla competente Procura della Repubblica presso il Tribunale di Matera i detenuti che si sono resi responsabili dell’attività illecita. Il S.A.P.Pe. è orgoglioso di poter esprimere con certezza che la Polizia Penitenziaria è una delle quattro Forze di Polizia italiana che opera con efficienza e risoluzione in ogni ambito, in particolare nei confronti della criminalità presente all’interno degli Istituti carcerari, che tenta senza soluzione di continuità di eludere le regole penitenziarie, in violazione alle norme penali, attraverso vere forme di spaccio di sostanze stupefacenti e utilizzando il business degli smartphone, la cui attualità produce grande interesse da parte della popolazione detenuta, poiché agevola contatti con le famiglie senza il legittimo controllo da parte dell’Amministrazione penitenziaria e, ancor peggio, spesso consente il mantenimento dei rapporti tra i detenuti con sodalizi criminali esterni al carcere per continuare a gestire traffici illeciti. La Polizia Penitenziaria di Matera, conclude il Segretario regionale S.A.P.Pe. della Basilicata, rappresenta un baluardo ineludibile della giustizia, che con grande sacrificio porta sempre a termine grandi risultati nel quotidiano, così come l’importante operazione di polizia svolta all’alba di ieri mattina, nonostante l’attuale sovraffollamento detentivo di circa cinquanta detenuti oltre la propria capienza e nonostante la grave carenza personale, che allo stato attuale risulta di circa 30 unità di Polizia Penitenziaria nei vari ruoli del Corpo.
Operazione di servizio della Polizia Penitenziaria, che sequestra sette smartphone, due coltelli a serramanico e una lama lunga circa 11 centimetri, tutti accuratamente occultati nelle celle del carcere di Matera occupate da molteplici detenuti di nazionalità italiana. Di seguito la nota del Sappe.
“Il SAPPE esprime piena soddisfazione per tutta l’operazione svoltasi, nonostante il personale in servizio presso il penitenziario di Matera è sotto organico, ha intensificato la propria attività di intelligence; quindi, è doveroso un ringraziamento a tutte le unità in servizio c/o le varie unità operative per il sacrificio quotidiano al servizio della Nazione”, commenta Donato Capece, segretario generale del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, l’operazione di servizio dei Baschi Azzurri del Corpo che ha portato al rinvenimento e al sequestro di sette smartphone, due coltelli a serramanico e una lama lunga circa 11 centimetri, tutti accuratamente occultati nelle celle occupate da molteplici detenuti di nazionalità italiana.
“È oramai continua l’azione di contrasto per l’introduzione, la detenzione e l’uso di telefoni cellulari e droga in carcere che vede quotidianamente impegnati gli uomini e le donne del Corpo di Polizia penitenziaria. E’ un fenomeno sempre più in crescita di quello dei tentativi di introduzione di sostanze stupefacenti a livello nazionale negli Istituti di pena che di materiale atto alle comunicazioni, come i telefonini. L’operazione è la testimonianza della professionalità della Polizia Penitenziaria, che oltre a partecipare attivamente all’opera di rieducazione e trattamento, svolge con abnegazione e competenza l’attività di Polizia”, prosegue. “Il lavoro in carcere è un lavoro oscuro, perché quando viene arrestato un pericoloso latitante la vicenda finisce sulle pagine dei giornali, ma tutto quello che accade successivamente, negli anni a seguire, è oscuro e non subirà la stessa sorte, non comparirà sulle pagine dei giornali né in televisione, non farà notizia”, evidenzia ancora. “Per questo”, rimarca, “è fondamentale che le istituzioni raccolgano nuovamente il nostro appello: investite nella sicurezza per avere carceri più sicure. Questo vale per Matera ma anche per tutte le altre strutture detentive lucane. Il Corpo di Polizia Penitenziaria, a Matera e in tutta la Regione, ha dimostrato, negli anni, non soltanto di costituire un grande baluardo nella difesa della società contro la criminalità, ma ha anche dimostrato di avere in sé tutti i numeri, le capacità, le risorse, gli strumenti per impegnarsi ancora di più nella lotta contro la criminalità, per impegnarsi non soltanto dentro il carcere, ma anche fuori dal carcere”.
Perquisizione straordinaria nel Carcere di Matera, sequestrati telefonini e coltelli a serramanico, intervento Osapp