Nell’incontro tra il presidente Pittella e il capogruppo del Pd alla Camera, Speranza, evidenziati i risultati ottenuti. Preannunciate misure di tutela e controlli per la salvaguardia della salute e del territorio.
Un risultato straordinario per la Basilicata. Lo Sblocca Italia libera per i prossimi dieci anni circa un miliardo e mezzo di euro che saranno spesi per le infrastrutture e lo sviluppo del territorio lucano, utilizzando le royalties derivanti dallo sfruttamento dei giacimenti petroliferi. Ed è un risultato a cui si è giunti con un lavoro certosino, condotto prima con le parti sociali e datoriali e poi con le forze politiche e i parlamentari, mettendo la Basilicata nelle condizioni di costruire il proprio futuro.
E’ quanto hanno sottolineato questa mattina, in un incontro, il presidente della Regione Marcello Pittella e il capogruppo del Pd alla Camera dei Deputati, Roberto Speranza.
“La Basilicata – ha detto Speranza – rappresenta un centesimo della popolazione nazionale e ciò si riflette anche sulla sua rappresentanza parlamentare. Sono numeri non facili che non ci consentono di vincere facilmente sfide complicate. Perciò o la Basilicata si unisce e ha la forza di mettere avanti l’interesse della collettività oppure non vince le partite. Nella stessa settimana in cui il presidente della Conferenza delle Regioni Chiamparino apre il fuoco di fila contro Renzi perché il governo ha tagliato 4 miliardi di euro al sistema Regioni, la Basilicata, con un emendamento sull’Ires, riesce ad ottenere risorse importanti. Ci sono le condizioni per costruire un nuovo vero patto tra il governo nazionale e la Basilicata e io mi adoperò per la funzione che ricopro”.
“In dieci mesi – ha detto Pittella – abbiamo accelerato, conseguendo risultati che inseguiamo da anni. Partivamo da una situazione di svantaggio con 35 milioni persi a favore della Liguria e del Veneto, rischiavamo di perdere 150 milioni di euro del fondo idrocarburi per il 2010 e 2011 e il bonus carburante toccava a tutti, indistintamente per fasce di reddito. Era stato tradito lo spirito del memorandum riconoscendo con il decreto Zanonato-Saccomanni alle Regioni dove si estraggono idrocarburi solo un tetto di 50 milioni di euro e solo per le nuove estrazioni effettuate da società appositamente costituite. Ora – ha ribadito il governatore – la carta benzina, trasformata in card sociale, recupererà 75 milioni di euro all’anno per le 30 mila famiglie lucane che vivono sotto la soglia di povertà che ci consentiranno di mettere in campo, sperimentalmente, un programma per il reddito minimo e politiche attive per il lavoro”.
Pittella, inoltre, ha espresso soddisfazione per l’allentamento dal Patto che “espunge le royalties del petrolio che sono risorse autoprodotte e non sono derivanti da trasferimenti erariari”.
Fin qui i risultati. Ma il presidente Pittella ha tenuto a rimarcare che la Basilicata non sarà la “gruviera” d’Italia. Al contrario, l’art. 38 del decreto non priva la Regione delle proprie competenze di governo del territorio, ma prevede, unificando l’iter procedurale, che il titolo unico concessorio sia accordato “previa intesa con la Regione o la provincia autonoma interessata” ed ”entro marzo 2015 riusciremo a dire quale sarà la sostenibilità del territorio sul tema del petrolio”.
“A partire dal sottoscritto – ha detto ancora il governatore – avvieremo un’azione di socializzazione, di dibattito sui risultati ottenuti, su tutti i territori della regione. E’ comprensibile il timore e lo spavento dei cittadini a valle di potenziali aumenti di inquinamento e di lievitazione di patologie importanti. Del timore dei cittadini ho rispetto, ma non tollero le mistificazioni. Noi non facciamo sconti a nessuno, a iniziare da noi stessi, siamo i primi tutori della salute e della tutela dell’ambiente. Siamo pronti ad una vigilanza a tappeto del territorio con un’indagine epidemiologica che riguarderà tutti i cittadini per comprendere quale siano le condizioni di salute delle popolazioni lucane e verificare il nesso tra industria petrolifera e insorgenze dei tumori. Non ci sottrarremo al dialogo e al confronto e terremo altissima la vigilanza sul territorio per fornire informazioni corrette e reali sul petrolio lucano”.
Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale: “Pittella e Speranza in coppia cercano di ‘vendere’ lo Sblocca Italia ma ingannano i Lucani”.
Una conferenza stampa per venirci a dire che hanno lavorato bene per la Basilicata e per dirci “tutto a posto”. Sembrano Totò e Peppino che cercano di vendere la fontana di Trevi. La verità è che, a Roma, scattano tutti sugli attenti, segno della poca considerazione che hanno nel loro partito. E non per colpa del numero dei Lucani, sia chiaro, ma per la loro bassa statura politica. La Lucania, con i suoi numeri, negli anni, ha espresso personalità con altro peso ed altro spessore.
Poi, gli stessi che lì chinano il capo, vengono qui, nella loro Terra, e alzano la voce facendo la parte del leone. Un solo aggettivo definisce il comportamento dei due rappresentanti istituzionali: vergognoso.
Il ‘piccolo’ Speranza piange e si lamenta del fatto che “La Basilicata rappresenta un centesimo della popolazione nazionale” e che la riforma del Titolo V della Costituzione è “ineludibile”. E’ vergognoso.
Per il sol fatto di essere pochi dovremmo rinunciare ai nostri diritti? La verità è un’altra. Il ‘suo’ Presidente (giacché non eletto dal Popolo né designato dal Popolo, ma scelto da una parte del Suo partito) considera i lucani ‘comitatini’ e lui solo un “portatore di comandi”.
Come rappresentante del Popolo italiano, poi, chissà se si rende conto dell’enormità che dice quando parla dell’ineludibilità della modifica costituzionale. E la dialettica democratica? Siamo in una dittatura in cui uno decide per tutti? E poi se per la modifica della Costituzione è previsto un ‘procedimento aggravato’ un rappresentante dello Stato può permettere che ciò avvenga attraverso legge ordinaria? Vergogna!
A Speranza consigliamo di smettere di fare il lavativo e di lamentarsi di rappresentare ‘solo pochi italiani’, le sue prebende come parlamentare sono le medesime di quelle di un rappresentante della Puglia o della Sicilia, faccia il proprio lavoro nell’interesse del popolo Lucano che lo ha eletto e di quello Italiano che rappresenta. E violentare un territorio e violare la Costituzione non sono nell’interesse né dell’uno né dell’altro.
Pittella sostiene, invece, che lo ‘Sblocca Italia’ “libera per i prossimi dieci anni circa un miliardo e mezzo di euro che saranno spesi per le infrastrutture e lo sviluppo del territorio lucano, utilizzando le royalties derivanti dallo sfruttamento dei giacimenti petroliferi”.
Si rende conto il Governatore che le sue sono solo proiezioni finanziarie che si basano su una norma che definire contorta è dire poco? Dovremmo fidarci sulla sua parola allo stesso modo in cui i Lucani si sono fidati delle sue promesse in campagna elettorale quando si faceva paladino contro le compagnie petrolifere? Chiede ancora fiducia dopo averla palesemente tradita?
Afferma il Presidente che non ci sono gli estremi per impugnare l’articolo 38 dello ‘Sblocca Italia’. Pensa, davvero che i Lucani siano così ingenui da credere una cosa simile? Per il sol fatto di anticipare quella ‘ineludibile’ riforma costituzionale senza seguire il procedimento di revisione ex articolo 138 della Costituzione l’articolo 38 è, di per sé, incostituzionale.
E poi, si rende conto che nella esaltazione di un provvedimento che vede contrario il Popolo non fa altro che parlare di soldi. Possono i soldi compensare la salute dei cittadini, un paesaggio incontaminato, l’acqua purissima e l’aria salubre che maggiori estrazioni comprometterebbero? Non crediamo. E come saranno garantiti questi ‘beni’ quando sarà lo Stato che confezionerà, attraverso il procedimento unico concessorio, tutti gli atti?
Rifletta il Presidente, ci sono cose che non si comprano, come il rispetto dei conterranei. Ha fatto delle promesse in campagna elettorale e non le sta mantenendo. Le generazioni future (sperando che i nostri giovani non emigrino tutti) lo ricorderanno solo come il Presidente che ha deposto le armi senza combattere. A lui diciamo di smettere di fare il ‘servo sciocco’ di Renzi e di fare il ‘servitore utile’ del Popolo lucano che è l’unico a cui deve rispondere delle sue scelte: impugni l’articolo 38 come faranno altre Regioni e come è stato deliberato dal Consiglio regionale.