Nella mattinata odierna la Polizia Penitenziaria di Melfi ha sequestrato un altro telefono cellulare a distanza di cinque giorni da un sequestro analogo.
Durante un’attività info-investigativa scaturita proprio dal sequestro di pochi giorni fa di un telefono cellulare e droga, ben occultati addosso a un detenuto pugliese, nella mattinata odierna, durante una perquisizione ordinaria al reparto 4^ sezione dell’Alta Sicurezza, il personale di Polizia Penitenziaria ha rinvenuto all’interno di una bomboletta di gas inserita sotto l’apposito fornellino (apparentemente funzionante), un altro telefonino di piccole dimensioni con relativo caricatore, a dichiaralo è la Segreteria Regionale della UILPA Polizia Penitenziaria: “sono in corso ulteriori attività investigative per risalire alle modalità di introduzione dei telefonini e della sostanza stupefacente”.
Il fornellino del tipo consentito, si trovava in una camera detentiva dove era ristretto un detenuto sempre di origine pugliese con condanna definitiva 2028-
La Uilpa Polizia Penitenzaria di Basilicata, esprime piena soddisfazione congratulandosi con tutto il personale interessato nell’operazione, che nonostante le annose difficoltà interne che affliggono il sistema carcerario, che vanno dalla carenza di personale ai doppi carichi di lavoro, riesce comunque ad assicurare come sempre l’ordine e la sicurezza nell’Istituto penitenziario della Città Federiciana.
Polizia Penitenziaria ritrova e sequestra telefono cellulare nel carcere di Melfi, intervento Leo Beneduci Segretario Generale O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria)
Rinvenuto in data 3 aprile, alle ore 08,10 circa, presso la 4^ Sezione a circuito “Alta Sicurezza” della Casa Circondariale di Melfi, in una cella occupata da un detenuto Italiano di origine pugliesi, ventiseienne, l’ennesimo micro telefonino cellulare, perfettamente funzionante e completo di carta micro-sim occultato all’interno di una bomboletta del fornellino in uso ai detenuti.
“Constatiamo che le carceri con il ritrovamento di “grappoli” di cellulari, si trasformerebbero, senza l’incessante lavoro di controllo della Polizia Penitenziaria, in luoghi con “postazioni telefoniche pubbliche” ovviamente illecite, che rappresenterebbero uno smacco alle regole primarie di una sicura detenzione, quella di impedire una comunicazione indiscriminata con l’esterno. Qualcuno risparmi il buonismo derivante dal fatto che l’utenza userebbe il telefonino solo per le ulteriori comunicazioni con le persone care.”
Prosegue Beneduci: “per l’ennesima volta gli Agenti della Polizia Penitenziaria hanno fatto il proprio dovere dimostrando ancora una volta competenza e professionalità nell’interesse della sicurezza di tutta la collettività. Si tratta – dichiara Leo Beneduci, di una brillante operazione della Polizia Penitenziaria”.
Ancora una volta la professionalità del Corpo si manifesta al fine di reprimere la delinquenza nonostante la gravissima carenza uomini e mezzi.