I fratelli Giuseppe e Antonio Postiglione di Potenza sono stati rinviati a giudizio dal Gup del capoluogo di regione per tentata estorsione nei confronti di Giovanni Salvia, ex assessore allo sport al Comune di Potenza. La vicenda è legata ad un “porno ricatto” avvenuto nell’autunno del 2015. Il 22 febbraio 2016 Giuseppe Postiglione veniva fermato dalla Polizia e condotto agli arresti domiciliari. La prima udienza del processo si terrà il 21 giugno 2018.
Di seguito la nota già pubblicata sulla vicenda e i particolari illustrati nel corso di una conferenza stampa dalla Questura di Potenza dopo l’arresto di Giuseppe Postiglione avvenuto il 22 febbraio 2016.
Un “porno ricatto” per convincere un assessore comunale di Potenza alle dimissioni e ottenere altri vantaggi, politici ed economici. Giuseppe Postiglione, ex patron del Potenza Calcio e direttore editoriale di “Radio Potenza Centrale” e del quotidiano “Le Cronache Lucane” avrebbe minacciato di pubblicare, e diffondere sui social, un video che immortalava il politico in una chat erotica su skype con una ragazza. Per questo per lui sono scattati gli arresti domiciliari con l’accusa di tentata estorsione.
L’adescamento on line. I contenuti dell’indagine sono stati presentati a Potenza dal Procuratore, Luigi Gay, dai pm Francesco Basentini e Antonio Natale, e dal dirigente della squadra mobile del capoluogo lucano, Carlo Pagano. La vicenda è iniziata a ottobre dello scorso anno quando l’assessore comunale di Potenza allo Sport, Giovanni Salvia, fu contattato in tarda notte su Facebook da una ragazza che lo convinse a chattare poi su Skype. Secondo gli inquirenti a quel punto iniziò una breve conversazione “piccante” con atti di autoerotismo. Il tutto si concluse dopo pochi minuti, con la minaccia, da parte della giovane, di pubblicare tutto in rete se l’assessore non avesse fatto “tutto quello che diciamo noi”, come la stessa scrisse su Skype. La donna non è stata ancora identificata. Gli investigatori stanno anche indagando su legami tra la ragazza e i presunti responsabili del ricatto: Postiglione, venuto a conoscenza della vicenda, avrebbe però chiesto a Salvia, secondo quanto scrivono i pm, una serie di “concessioni” per evitare la diffusione delle notizie sulla sua emittente.
Le richieste. Prima di tutto chiese le dimissioni da assessore e la “promozione” in giunta di un consigliere comunale (che si sarebbe però opposto). Questo avrebbe permesso quindi al direttore editoriale di “Radio Potenza Centrale” di entrare nel Consiglio comunale in quanto primo dei non eletti nelle consultazioni amministrative del 2014 nella stessa lista – i “Popolari per l’Italia” – dell’ipotetico nuovo assessore. A questo si aggiunse anche la richiesta di contributi economici per iniziative a sponsorizzare Postiglione e l’affidamento del servizio di trasporto pubblico urbano a una società a lui vicina.
Il tentativo di estorsione. Nulla di tutto questo sarebbe andato in porto, ma il tentativo di estorsione è proseguito per un paio di mesi coinvolgendo anche altre persone in incontri e “trattative”, tra le quali un consigliere regionale, Aurelio Pace (Popolari per l’Italia, formazione alla quale appartiene anche Salvia), e il sindaco di Potenza, Dario De Luca, i quali avrebbero sempre rifiutato di assecondare le richieste di Postiglione. Nella vicenda risulta indagato in concorso anche il fratello, Antonio Postiglione, amministratore unico della società a cui fa capo l’emittente.
Nella foto Giuseppe Postiglione