Il materano Vincenzo Viti è una delle otto persone coinvolte nel processo Rimborsopoli Bis in qualità di consigliere regionale in quota Partito Democratico. Di seguito la nota inviata alla nostra redazione dall’ex parlamentare, ex consigliere e assessore regionale e oggi consigliere Svimez, Vincenzo Viti in cui esprime alcune riflessioni dopo aver letto la sentenza a suo carico.
Egregio direttore,
da oggi figuro fra i tanti reprobi censiti dal primo grado di giudizio che individua i “crimini” di condotte, diffuse, in assenza di regole ( che avrebbero dovuto disciplinarle e quindi sanzionarle) per quel che attiene l’ utilizzo di fondi che apparivano “liberamente” destinati alle attività politiche connesse al mandato elettorale. Una matmeria tutt’ora oggetto di controverse interpretazioni. Va tuttavia precisato che,accanto ad omissioni dell’ordinamento sono state rilevate responsabilità personali di vario ordine e grado che attendono ora ulteriori gradi di valutazione e di giudizio.
Non scrivo quindi per contestare alcunché, se mai per rilevare che si tratta di condotte che, per alcuni dei capi di imputazione, sono ancora da sceverare, da classificare e da sanzionare.
Aggiungo che in vicende di questa natura, intollerabili e dolorose, è bene prevalgano sia compostezza, serenità e convinzione nei valori nei quali si è cresciuti che fiducia nella Giustizia nell’intero svolgimento dei gironi nei quali è ( finora) organizzata.
Mi ero augurato che l’occasione celebrata come “rimborsopoli” ,prima che avvolgersi intorno alle vicende di ordinaria negligenza o di
disamministrazione da scrutare con legittima curiosità, venisse utilizzata per discutere sul deperimento del regionalismo in Italia e nel Mezzogiorno,delle sue pratiche,del suoi fallimenti. Poiché la vera questione morale stava,tutt’ora sta, nella rottura fra l’altezza del “fine” istituzionale e il governo concreto delle risorse. Nel rispondere alla modalità secondo cui oggi le Regioni “portano” allo Stato come sintesi della “vera” unità nazionale. Essendo motivo di collante e non di ostruzione localistica o territoriale o censitaria e fiscale
Tutto ciò avrebbe offerto qualche occasione per ridare dignità ad una vicenda che è apparsa solo un miserabile affare di scontrini e di fatture taroccate.
Ma per tornare alle cose che feriscono, vorrei aggiungere che, nella intera mia vita spesa nelle Istituzioni e nelle Aziende nelle quali ho operato, non mi sono mai appropriato di risorse pubbliche. Ho sempre vissuto delle mie legittime disponibilità. Chi mi conosce sa bene di che pasta,svagata e generosa tutt’altro che patrigna,son fatto. Altrimenti mi sarei provveduto e difeso dalle imprevidenze mie e altrui con altra ben maggiore efficacia.
Scrivo infine solo per dire :
– che ho apprezzato le linea di una i informazione rispettosa del diritto ad essere tutelati, finché non venga definita la verità processuale ( almeno quella) . Poiché la verità etico-civile di cui siamo fatti è non solo visibile ad occhio nudo poiché è un bene pubblico,quindi non espropriabile;
-che tutt’ora si avverte l’ urgenza ( che non si ravvide in tempi andati) di regolare, con intelligenza e realismo, previsioni,limiti e liberalità nell’impiego delle risorse destinate agli eletti per le attività di interesse politico e istituzionale. Vi fossero state norme idonee o vi avesse provveduto con azioni preventive la Intendenza regionale non si sarebbero sottoposti a disdoro sia le Istituzioni che il servizio che rendevamo alla comunità regionale.
-infine che,essendo stato assistito e rappresentato,con le qualità e il prestigio di cui godono dall’avv Emilio Nicola Buccico, mio amico nell’intero consorzio vitale, e da mio fratello Francesco, avverto la piena convinzione che nel corso dei successivi gradi di giudizio verranno fatti prevalere il profilo il valore e il rigore di un impegno pluriennale,certo non clandestino, che ho speso in tutti gli ambiti e i cicli della vita nazionale e regionale.
Con viva cordialità
On dr Vincenzo Viti
Di seguito la nota relativa alla sentenza del Processo Rimborsopoli bis
Processo Rimborsopoli bis, Tribunale di Potenza condanna due ex assessori regionali, cinque ex consiglieri regionali e un commercialista.
Il Tribunale di Potenza ha condannato a pene comprese tra un anno e otto mesi, e cinque anni e quattro mesi di reclusione otto persone, a vario titolo per truffa, falso e peculato, nell’ambito dell’inchiesta “Rimborsopoli bis” sulle spese dei gruppi del Consiglio
regionale della Basilicata tra il 2009 e il 2011.
Sono stati condannati due ex assessori regionali – Agatino Mancusi (due anni e dieci mesi) e Rosa Gentile (due anni 2 due mesi) – e cinque ex consiglieri regionali, Vincenzo Ruggiero (Udc, a cinque anni e quattro mesi), Nicola Pagliuca (Pdl, tre anni e quattro mesi), Vincenzo Viti (Pd, tre anni e quattro mesi), Gerardo Nardiello (Pdci, due anni e dieci mesi), Mario Venezia (Pdl, due anni e sei mesi). Sono stati invece assolti, perchè il fatto non sussiste, Roberto Falotico (Dec) e Franco Mattia (Pdl).
Il tribunale ha poi condannato a un anno e otto mesi un commercialista di Matera, Ascanio Turco.
Il giudice ha disposto l’assoluzione anche per l’amministratore e il commercialista della società che gestiva un ristorante potentino – Angelo Galgano e Carmela Mancino – e il titolare di una trattoria materana all’epoca dei fatti contestati, Antonio Sanrocco.