Sei condanne, comprese tra 4 anni e 1 anno e 6 mesi di reclusione e tre assoluzioni. E’ questo il bilancio del processo che si è concluso questa mattina al Tribunale di Matera a seguito del crollo di una palazzina in vico Piave avvenuto l’11 gennaio 2014, che provocò la morte di due persone, Dina Antonella Favale e Nicola Oreste. Nella requisitoria, la pm Annunziata Cazzetta, che ha coordinato le
indagini dei Carabinieri, aveva chiesto otto condanne e un’assoluzione.
Il giudice monocratico Rosa Bia ha condannato a quattro anni di reclusione Paolo Francesco Andrisani, titolare di una ditta
esecutrice di lavori, e l’architetto Rossella Bisceglie, progettista di opere architettoniche e direttore dei lavori delle opere architettoniche.
Condanna a tre anni di reclusione per l’ingegner Francesco Paolo Luceri, progettista delle opere strutturali e direttore dei lavori di realizzazione; condanna a due anni e sei mesi di reclusione per Nicola Andrisani, proprietario di un immobile al pianterreno nel quale erano stati attivati lavori di riqualificazione.
Un anno e sei mesi di reclusione per l’ingegner Emanuele Pio Lamacchia Acito, strutturista addetto all’ufficio opere pubbliche del Comune di Matera e per Delia Maria Tommaselli (dirigente del Comune di Matera del settore opere pubbliche): per questi ultimi due la pena è stata sospesa. Assolti “perche’ il fatto non costituisce reato” Rosa Andrulli ed Eustachio Andrulli, proprietari di due immobili. Per “non aver commesso il fatto” è stato invece assolto l’ingegner Francesco Paolo Tataranni (dirigente del settore gestione del
territorio del Comune di Matera).
L’avvocato Giorgio Petrachi, difensore degli imputati Eustachio Andrulli ed Rosa Andrulli: “Esprimo soddisfazione per la decisione equilibrata che è stata adottata dal Tribunale di Matera all’esito di una lunga istruttoria dibattimentale che ha consentito di chiarire la posizione di entrambi i suoi assistiti che da subito si erano dichiarati estranei rispetto ai fatti a loro contestati”.