Personale del Commissariato di P.S. di Pisticci ha dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale per stalking a carico di un uomo, responsabile anche di lesioni dolose, minacce aggravate e violenza privata.
A metà maggio, una ragazza di Marconia si è rivolta al Commissariato di Pisticci per sporgere denuncia nei confronti del suo ex fidanzato.
La denunciante riferiva che il legame affettivo con il suo ex, seppure nato nel migliore dei modi e proseguito in maniera armonica nei primi mesi della relazione, era poi degenerato a causa degli atteggiamenti possessivi e ossessivi dell’uomo.
Questi, infatti, mal sopportava anche la sola possibilità che la sua fidanzata potesse essere avvicinata da altri uomini, fosse anche per un semplice saluto.
L’atteggiamento morboso si era fatto sempre più insistente al punto che la ragazza era costretta ad evitare di indossare i più normali indumenti giudicati da lui troppo succinti.
Stanca delle limitazioni impostele, la donna decideva allora di interrompere la relazione sentimentale.
Da quel momento però si scatenava ancora di più la gelosia e la possessività dell’uomo, che metteva in atto una serie di appostamenti presso l’abitazione della ragazza, seguendola sia a piedi che in auto e “bombardandola” con telefonate e messaggi dal contenuto minaccioso.
L’atteggiamento persecutorio raggiungeva il suo apice quando questi si avvicinava alla sua ex con un cacciavite in pugno dicendole che “doveva essere sua o di nessun altro e che se l’avesse vista anche solo una volta in compagnia di un altro uomo, non avrebbe esitato un istante a fare del male a lei e alla sua famiglia”, che l’uomo riteneva essere il vero motivo della loro separazione.
La minaccia così profferita induceva la donna a cambiare radicalmente stile di vita: trascorreva sempre più tempo in casa, rinunciava a frequentare gli amici e cercava di evitare gli spazi aperti nel timore di veder sbucare da un momento all’altro l’ex fidanzato. Ma restava da parte sua la ferma intenzione di rifiutare le insistenti richieste di incontro da parte dell’uomo, che non diminuivano affatto.
Un giorno questi “a sorpresa”, si presentava all’uscita dal nuovo posto di lavoro della donna e qui le “ordinava” di rientrare a casa con lui.
All’ennesimo rifiuto della ragazza, l’uomo la percuoteva con violenti schiaffi e pugni, strattonandola per i capelli e procurandole così lesioni giudicate guaribili in 15 giorni.
Tale ultimo episodio di violenza portava la vittima a convincersi di non poter più andare avanti così e a chiedere aiuto al Commissariato.
Gli investigatori della Polizia di Stato hanno quindi svolto in tempi brevi un’attenta e puntuale attività investigativa e riferito all’A.G. i riscontri ottenuti dall’esame dei tabulati telefonici e dalle numerose testimonianze sui diversi episodi di violenza psicologica e fisica perpetrati dall’indagato.
Il Gip presso il Tribunale di Matera ha poi disposto nei confronti dell’indagato il divieto tassativo di avvicinarsi alla vittima tenendo da questa una distanza non inferiore a 150 metri, evitando i luoghi dalla stessa abitualmente frequentati, nonché l’obbligo di non comunicare con la persona offesa con qualsiasi mezzo, compreso il telefono e internet.
Ancora una volta è risultata determinante la scelta della vittima di denunciare il calvario di vessazioni e di violenza cui era sottoposta. La professionalità, la sensibilità e l’attenzione delle donne e degli uomini della Polizia di Stato hanno permesso poi alla donna di liberarsi dalla situazione che era costretta a subire ingiustamente e di tornare padrona della propria vita.
Giu 12