I militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Matera hanno di recente concluso una serie di verifiche fiscali nel corso delle quali si è proceduto a contestare proventi illeciti – scaturenti da fattispecie penali nei confronti di alcune persone indagate – ai sensi dell’art. 14, comma 4°, della Legge 24.12.1993, nr. 537 (TASSAZIONE DEI PROVENTI ILLECITI), laddove stabilisce che nelle categorie di reddito di cui all’art. 6, comma 1°, del D.P.R. 22 dicembre 1986, nr. 917 (TUIR), devono intendersi ricompresi, se in esse classificabili, i proventi derivanti da atti o da fatti qualificabili come illecito civile, penale o amministrativo (a titolo di mero esempio, furto, truffa, appropriazione indebita, corruzione, traffico di droga, estorsione, usura, racket della prostituzione, contraffazione, etc.)
In particolare, in virtù del disposto normativo che consente all’Amministrazione Finanziaria di assoggettare a tassazione anche i redditi di illecita provenienza, i finanzieri hanno constatato una base imponibile di circa 3 milioni e 500 mila euro.
Tali proventi – frutto di attività criminose accertate in capo a 5 soggetti residenti in provincia e già deferiti alla locale Procura della Repubblica per la commissione dei reati di “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” e “peculato” (poiché entrati illecitamente in possesso di somme di denaro altrimenti non dovute) – sono stati oggetto di distinte contestazione ai fini fiscali per la determinazione delle relative imposte, che ammontano ad oltre un milione di euro.
Per chi commette delitti da cui deriva un determinato provento, pertanto, non vige alcuna immunità fiscale, anche in considerazione del fatto che il presupposto dell’imposizione è soltanto il possesso di un reddito, indipendentemente dalla sua provenienza.
In tale contesto il livello di attenzione resta molto alto e – come da intese con l’Agenzia delle Entrate – entro la fine dell’anno saranno avviate ulteriori attività della medesima natura.