“Le indagini svolte” hanno “posto in evidenza l’esistenza di un sistema mafioso endemico, capillare e pervasivo in tutta la regione Basilicata”: sono le parole del procuratore antimafia di Potenza, Francesco Curcio, riportate nell’ultima relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia al Parlamento.
Nel documento – in cui si fa riferimento all’istituzione nel capoluogo lucano della Sezione operativa Dia con la presenza, il giorno dell’inagurazione, il 7 marzo 2022, dell’allora Ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, – è sottolineato che, secondo Curcio, “attualmente la situazione criminale mafiosa colloca il Distretto di Potenza, quanto a grado di allarme che suscita il fenomeno, subito dopo quelli tradizionalmente afflitti dalla presenza delle mafie storiche”. Dalla relazione inviata al Parlamento emerge poi che “lo scenario della regione, segnato dalle difficoltà economiche in cui versano le imprese e dall’elevato tasso di disoccupazione tra la popolazione residente, rappresenta un fattore di seria vulnerabilità alle pressioni delle cosche mafiose delle regioni confinanti, molto interessate anche ai cospicui flussi di fondi pubblici investiti nel territorio”.
Relazione Dia, intervento Gianni Leggieri, Consigliere regionale del M5S
Nell’ultima relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia (Dia) presentata al Parlamento emerge l’esistenza di sistema mafioso endemico in Basilicata, con l’individuazione di tre distinte zone territoriali lucane in cui insistono diversi sodalizi mafiosi: l’area di Potenza e del suo hinterland, quella del Vulture Melfese, e infine il territorio della fascia jonica metapontina.
Le difficoltà economiche in cui versano le imprese lucane-si legge nel documentoinviato al Parlamento- insieme all’elevato tasso di disoccupazione tra la popolazione residente sono fattori di seria vulnerabilità alle pressioni delle cosche mafiose delle regioni confinanti. Inoltre, si ravvisa l’operatività di diversi gruppi criminali stranieri che agiscono sinergicamente con i sodalizi mafiosi autoctoni, soprattutto nel traffico degli stupefacenti. Nel Metapontino, oltre agli stupefacenti, esistono anche fenomeni di condizionamento della pubblica amministrazione e di infiltrazione del tessuto economico-finanziario da parte della criminalità organizzata.
L’apertura della Dia in Basilicata è stata un segnale molto confortante per contrastare i fenomeni mafiosi, che hanno trovato terreno fertile nella nostra regione come dimostrano diverse inchieste dell’autorità giudiziaria.Da sempre il MoVimento Cinque Stelle aveva chiesto l’apertura della sezione lucana della Dia: e lo dimostra, tra l’altro, una nostra mozione approvata all’unanimità in Consiglio regionale nel maggio del 2021.Altra questione che mi sta molto a cuore è quella del Tribunale di Melfi, chiuso nel 2013, e che spero, quanto prima, possa essere riaperto. Sono ormai dieci anni che la popolazione dell’area Nord della Basilicata è stata privata sia del Tribunale che della Procura della Repubblica. Il tema della riapertura degli uffici giudiziari di Melfi rimane quindi sempre attuale.Non si abbassi, dunque, mai la guardia per contrastare la criminalità organizzata