“Siamo al paradosso. Facciamo la riforma della giustizia perché rientra tra i requisiti per accedere ai fondi del Recovery, e tutto ciò che riusciamo a partorire è un dispositivo che ci mette a serio rischio di infrazione da parte dell’Unione europea. Bruxelles non ci ha chiesto di inserire l’assurdo strumento della improcedibilità, bensì di snellire i tempi dei processi con decisioni di merito e, soprattutto, con un aumento considerevole del personale giudiziario. Invece che cosa si fa? Si decide di interrompere con la tagliola i procedimenti su una serie di reati in sede di Appello e Cassazione, e questo non farà che allungare i tempi. Sarebbe stata necessaria, come del resto chiedeva l’Europa, una imponente revisione della macchina organizzativa se l’obiettivo voleva essere quello di accorciare i tempi della giustizia penale. E bisognava farlo a monte di qualsiasi altro intervento di riforma. Invece oggi, a parità di organico, una serie di reati anche gravi rischiano di non essere puniti, dai delitti ambientali ai reati contro la Pubblica amministrazione, tra cui, in primis, la corruzione. Bisogna ripensare seriamente questa riforma prima che sia troppo tardi”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis commentando la riforma Cartabia, che dopo la Camera dovrà passare al Senato.