Rimborsopoli alla Regione Basilicata: la Polizia giudiziaria ha consegnato a 14 indagati l’avviso di conclusione delle indagini relative alle spese contestate dei gruppi consiliari alla Regione Basilicata tra il 2009 e il 2010: sono accusati, a vario titolo, di peculato e falso. Nell’inchiesta, sono coinvolti nove tra ex e attuali consiglieri e assessori regionali di tutti gli schieramenti, un commercialista, due ristoratori e un dipendente della Regione. L’ultimo filone dell’inchiesta dei pm Sergio Marotta e Francesco Basentini contesta alle nove persone coinvolte rimborsi per una cifra di poco superiore ai 39 mila euro, di cui 33 mila incassati indebitamente dall’ex consigliere dell’UDC Vincenzo Ruggiero, poi passato a rafforzare La Destra. Una cifra di poco superiore ai 2 mila euro è contestata all’ex assessore “esterno” alle infrastrutture Rosa Gentile, oggi presidente di Acquedotto lucano SpA. L’ex assessore Vincenzo Viti dovrà giustificare una cifra che si aggira sui 1300 euro. Viti si era dimesso da assessore alla formazione e consigliere regionale a seguito dell’inchiesta che lo aveva portato agli arresti domiciliari. La classifica di rimborsopoli vede anche il consigliere regionale dei Fratelli d’Italia Mario Venezia indagato per poco più di mille euro, l’assessore regionale alla formazione dell’Udc Roberto Falotico per 562 euro, i consiglieri del PDL Nicola Pagliuca per 377 euro e Franco Mattia per 358 euro, Antonio Autilio dell’Italia dei Valori per 276 euro, Agatino Mancusi dell’UDC per 230 euro e Roberto Dalessandro del PD per 200 euro. Le ipotesi dell’accusa vanno dal peculato, alla violenza privata passando per la truffa e il falso.
Tra gli indagati per false informazioni al PM “con l’aggravante di aver consumato il fatto per assicurare l’impunità a Vito De Filippo” c’è anche Nicola Brenna, collaboratore del governatore dimissionario e indicato dallo stesso De Filippo come il responsabile delle sei fatture da 2.500 euro di francobolli.
Tra gli indagati risultano anche l’amministratore del ristorante La Locanda di Potenza, Carmela Mancino e il suo commercialista Angelo Galgano. Iscritto nel registro degli indagati anche il cugino-commercialista di Vincenzo Viti per concorso in falso e peculato per alcuni scontrini corretti a penna con l’aggiunta di cifre per gonfiarne l’importo, e la compravendita della sua auto.
CHE SCHIFO NON HO PAROLE …………..
E tutti gli altri? Quando ci saranno indagini ad esempio sulle nomine in sanità? Perchè noi gente comune conosciamo situazioni che la magistratura non conosce?
Se davvero indagassero su situazioni tipo quella che ho citato, il PD smetterebbe di esistere (e con lui buona parte del Pdl).
Ma cosa scrivo a fare, ormai sono schifato da questa Italia.
Una volta gli appartenenti alle forze armate, forse il personale della magistratura, il personale direttivo dei vari enti pubblici venivano trasferiti dalla loro sede di lavoro al massimo dopo due anni e mezzo o tre, al fine di evitare che si “creassero amicizie con le “persone” del luogo”.
Al contrario, invece, oggi, ci si stabilisce quasi perennemente nella sede di lavoro e, quindi, si consolidano le “amicizie importanti” alla faccia delle persone normali.
Le amicizie fra persone importanti creano corsie preferenziali e noi ancora ascoltiamo e crediamo a chi percorre quelle corsie.
Meditiamo noi persone normali e non facciamoci ingannare!
Ho erroneamente detto forze armate intendevo dire, invece, Carabinieri, Agenti della Polizia di Stato, Guardia di Finanza ecc. i cui appartenenti, tra l’altro, non potevano svolgere servizio nel laro paese natio. Oggi succede solo per i Carabinieri.