Lo sciopero anche dei Giudici di Pace dei 26 Uffici giudiziari in attività in Basilicata, da oggi per 4 settimane consecutive, per contestare la riforma voluta dal ministro alla Giustizia Andrea Orlando, avrà ripercussioni dirette sui cittadini e sul funzionamento della giustizia. Lo sostiene una nota della segreteria regionale di Italia dei Valori Basilicata precisando che comunque verranno garantiti solo gli atti indifferibili e urgenti, nonché la tenuta di un’udienza a settimana.
Nel sottolineare che i giudici di pace ed i magistrati onorari trattano il 50% dei processi civili e penali di primo grado e quando la riforma Orlando andrà a regime la quota potrebbe salire all’85% degli affari civili pendenti, per effetto dell’allargamento delle competenze, a parere di IdV ha ragione l’Unione nazionale giudici di pace che ha proclamato il quarto sciopero consecutivo, a partire dal 2017, quando afferma che non è pensabile, a fronte di un aumento futuro dei carichi di lavoro ed a parità di dotazioni organiche, che l’attuale rapporto a tempo pieno dei giudici di pace e dei magistrati onorari di tribunali e procure possa essere trasformato in un rapporto part-time.
Quanto al personale in servizio negli Uffici lucani dei Giudici di Pace nella nota si ricorda che già nel 2014, è stato approvato il distacco, per la durata di 36 mesi, del personale proveniente dalla soppresse Comunità montane presso gli uffici del Giudice di Pace di Bella, Calvello, Irsina, Marsico Nuovo, Sant’Arcangelo, Vietri e Viggiano, quali Comuni che avevano manifestato l’interesse al mantenimento degli stessi, previa stipula di apposito protocollo d’intesa, convenzioni ritenute indispensabili per la continuità del funzionamento degli uffici giudiziari. Inoltre, la Giunta regionale – sottolinea IdV – ha fatto anche oltre le proprie possibilità definendo i criteri e le modalità di utilizzo del personale delle soppresse Comunità montane nell’ambito degli Uffici giudiziari ovvero nell’ambito degli Uffici dei Giudici di Pace ubicati sul territorio regionale con la scelta che i costi del trattamento economico fondamentale rimangono a carico della Regione quale contributo allo sviluppo e misura di supporto al funzionamento e territorialità della giustizia. Invece è forte il rischio manifestato l’Unione nazionale giudici di pace che nei prossimi anni quando in pratica tutti i procedimenti che oggi ingolfano i tribunali passeranno ai giudici di pace, si prevede il totale intasamento della giustizia civile con ritardi sulla emissione delle sentenze perlomeno di tre anni.
Gen 08