Il direttore generale dell’Arpab in una lettera pubblicata sul suo profilo facebook annuncia le sue dimissioni dall’incarico, anticipando il provvedimento di revoca che aveva preparato la giunta Bardi. Di seguito la nota integrale e l’intervento di Bardi in cui annuncia di aver accettato le dimissioni di Tisci.
Come mi è stato chiesto e come avevo promesso, in questo preciso istante mi sono dimesso dalla Direzione Generale dell’Arpab.
Il delinquente contro il quale è stata convocata una manifestazione per la legalità se ne va.
L’Arpab torna alla sua pacifica vita quotidiana.
In un anno e mezzo siamo riusciti, tra non poche difficoltà, a compensare i ritardi di anni di trascuratezza.
Per la prima volta nella storia Arpab ha compiuto le ispezioni tra le quali quelle all’impianto Eni.
Arpab ha ottenuto la certificazione di qualità dei laboratori e si sono avviati i lavori (che giacevano nei cassetti dal 2019) per l’ammodernamento degli stessi che io avrei concluso entro giugno per ottenere l’accreditamento delle struttura.
I controlli sono aumentati in modo esponenziale e, per la prima volta, sono stati controllati i depuratori.
Monitorato lo zero acustico in val d’Agri e inaugurato il presidio fisso val d’Agri per il controllo del Cova.
Quando sono arrivato l’Arpab non aveva il Centro di Monitoraggio Ambientale, ora ce l’ha.
Quando sono arrivato Arpab svolgeva le sue attività tramite agenzia interinale, ho fatto svolgere i concorsi nella massima trasparenza.
Sono stato definito inadeguato. Adeguati erano evidentemente quelli che non facevano le ispezioni né i controlli che avevano lavorato con laboratori non conformi alla legge e senza un Centro di Monitoraggio Ambientale.
Sono stato definito “troppo di destra”, come se fosse una colpa. Rivendico con orgoglio la mia formazione politica e la mia storia ed è proprio quella che mi ha consentito di ottenere i risultati che Arpab ha ottenuto.
Me ne vado, conscio di aver speso ogni energia possibile per l’Agenzia.
In questi giorni mi sono chiesto in cosa avessi sbagliato e se correggerei qualcosa. La risposta è no. Rifarei tutto nello stesso modo consapevole che la denuncia è stato solo un pretesto.
Me ne vado dopo una denuncia per la quale ancora non ho ricevuto né sanzione né comunicazione giudiziaria.
Cercavano un pretesto, è stata una caccia all’uomo, hanno avuto la preda.
Sono certo che la stessa linea di condotta che ha portato ad avviare un procedimento disciplinare nei miei confronti dopo una denuncia potenzialmente foriera di un processo per un reato contravvenzionale, verrà usata anche nei confronti di tutti i dirigenti e direttori generali colpiti da avvisi di garanzia o notifiche di conclusione indagini per reati gravi contro la pubblica amministrazione.
In una terra dove resta al suo posto chi è colpito da misura cautelare per reati gravi, io me ne vado per una denuncia per un reato contravvenzionale tutto ancora da dimostrare.
Me ne vado tranquillo nella mia coscienza, sereno e consapevole di aver fatto il mio dovere dal primo all’ultimo giorno.
Voglio ringraziare quanti mi sono stati vicini in questi mesi e quanti mi hanno aiutato, chi si è posto come mio angelo custode la cui lealtà non ha vacillato neanche in questo mese.
Ringrazio chi mi ha dato questa opportunità.
Agli altri, a quelli che hanno carpito la mia buona fede e hanno aspettato il momento buono per colpire rivolgo l’augurio di vivere per sempre, senza mai conoscere il sudore della battaglia, il sapore acre della sconfitta e la sete della rivalsa.
Torno semplice cittadino e militante del mio partito.
“Navigare necesse est, vivere non necesse”.
Bardi accetta dimissioni DG Arpab
“Oggi ho ricevuto la lettera di dimissioni dell’Avv. Antonio Tisci da Direttore generale dell’ARPA Basilicata, che ho accettato. Auguro le migliori fortune professionali all’Avv. Tisci e lo ringrazio per il lavoro svolto.
Adesso è necessario provvedere al futuro dell’Agenzia. Ci sarà un avviso pubblico per individuare un’altra figura di alto livello con competenze certificate nel delicato settore della protezione ambientale, come richiesto anche dai consiglieri regionali di maggioranza e opposizione. Mi preme sottolineare come il percorso – che si sarebbe comunque concluso oggi – è stato molto chiaro, nel rispetto di tutte le garanzie dovute, senza inseguire le pressioni e la propaganda politica. Difendere le istituzioni significa rispettare le regole, senza guardare all’appartenenza. Non sempre è accaduto in passato. Con noi è cambiato registro. Mi farebbe piacere che coloro i quali hanno richiesto la “pena capitale” contro una persona ritenuta il “nemico di turno” da abbattere, utilizzino una parte di tale attenzione anche verso altre situazioni, sicuramente più gravi, magari anche quando riguardano amici o compagni di partito. La doppia morale è una cattiva abitudine dura a morire”. Lo afferma in una nota il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.