Pisticci – Caso davvero unico nella storia, il comune di Pisticci, per non gravare sulla spesa pubblica dello Stato, per il mantenimento del suo tribunale o quanto meno per una proroga quinquennale, ha da tempo messo a disposizione due palazzi di giustizia, di cui uno nuovo e dotato di tutti i servizi indispensabili, e di un carcere ultramoderno, pomposamente inaugurato ma mai entrato in funzione, e proprio in un momento in cui il Capo dello Stato lancia alle Camere messaggi sul recupero degli istituti di pena. I lavori del Palazzo di via Cantisano sono stati sempre e costantemente seguiti dai massimi rappresentanti istituzionali ottenendo assensi favorevoli. Ora tutti i sacrifici e la grande disponibilità sono vanificati dalla soppressine del secolare e storico ufficio giudiziario, che peraltro rischia di causare danni irreversibili all’intera economia e al futuro del vasto territorio che reclama ancora, il diritto alla giustizia ed alla salute, anche in relazione al ridimensionamento dell’ospedale di Tinchi. Su questi ed altri temi insiste e prende decisa posizione il noto penalista avv. on. Nicola Cataldo che fa sentire la sua autorevole voce attraverso un memoriale in cui approfondisce i termini giuridici, costituzionali, formali e legali della questione, sollecitando amministratori, politici ed altri ad assumere iniziative concrete. E lo fa con toni duri e perentori nella consapevolezza di intraprendere una battaglia difficile per ridare a Pisticci il suo Ufficio. Cataldo ritiene nulla la delibera del Consiglio Giudiziario perché in sede di riunione vi hanno partecipato due avvocati esterni le cui proposizioni dei fatti sono state poste a base del parere del Consiglio stesso. “Lo stesso Presidente del Tribunale Attimonelli -spiega Cataldo- non ha ammesso giustamente l’audizione dei due, che, invece, al Consiglio Giudiziario hanno avuto accesso non solo ottenendo la parola ma producendo addirittura scritture private, poi poste a base del parere. L’interpretazione riduttiva dell’art.8 fatta dal Consiglio Giudiziario non tiene conto del principio della interpretazione analogica, che le disposizioni generali delle preleggi vietano solo per le questioni penali. Infatti un Palazzo di Giustizia non si realizza né in un giorno e nemmeno in un anno. E conseguentemente quello di Via Cantisano è stato progettato, finanziato ed appaltato da diversi anni, e l’esecuzione dei lavori finalizzati alla realizzazione di quella struttura è avvenuta sotto il continuo controllo, effettivo e non solo formale, del Presidente del Tribunale di Matera.” Quelle sollevate sono dunque problematiche complesse e delicate, con implicazioni di Diritto Costituzionale e Penale, che richiederebbero la nomina di un esperto avvocato e di uno studio multidisciplinare. Per Cataldo dunque il parere del Consiglio Giudiziario è sbagliato e il falso non era della Commissione di Manutenzione. Inoltre il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, il Sindaco di Pisticci ed il Sindaco di Matera, dovrebbero esaminare l’opportunità di sporgere denuncia per calunnia nei confronti del Consiglio Giudiziario e degli Avvocati esterni che hanno partecipato alla seduta. Cataldo Infine ha ricordato che il Consiglio Comunale di Pisticci è legittimato all’impugnativa anche in previsione del referendum abrogativo della nuova geografia giudiziaria.
Giuseppe Coniglio
L’avvocato Nicola Cataldo invia il commento della lettera del Presidente del Tribunale di Matera, dr. Attimonelli Petraglione che risale al 26 settembre 2013 diretta al Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Matera.
Detta missiva parte dal presupposto che i problemi sorgono in seguito alla soppressione della sezione distaccata di Pisticci e quindi dall’onere di gestire un maggior numero di procedimenti. La lettera annota: “Di qui la necessità di ricavare altre aule” e richiama la riunione della Commissione di Manutenzione del 17.04.2013 per cui di fronte “alla concreta e soprattutto tempestiva opportunità di reperire fondi necessari” il Sindaco di Matera ha manifestato l’impossibilità della sua amministrazione a provvedere”.
La lettera precisa che la questione “incide direttamente sul corretto funzionamento del servizio giustizia “, e conclude chiedendo che si “tenga conto dell’urgenza di assicurare l’ordinaria attività giudiziaria che corrisponde ad un comune interesse “.
Trattasi dì affermazioni rilevanti, e che dimostrano ampiamente come provato e vero quanto assunto dalla Commissione di Manutenzione nel proprio parere favorevole alla utilizzazione per un quinquennio dei locali della Sezione Distaccata di Pisticci. Dimostrano, inoltre, che il giudizio del Consiglio Giudiziario che le proposizioni della Commissione di Manutenzione sono “inverosimili” era completamente infondato, e quindi al limite della calunnia a cui era stato spinto con le informazioni e gli scritti dei due avvocati esterni che avevano partecipato alla riunione del citato consiglio giudiziario. Trattasi di un fatto nuovo, rilevante al fine di indurre il Ministro della Giustizia, a completare l’istruttoria con l’acquisizione prima di tutto della lettera e l’eventuale audizione del dott. Attimonelli Petraglione. Infatti, i fascicoli provenienti da Pisticci giacciono ancora sparsi nei corridoi e non hanno trovato sistemazione. La lettera dimostra, inoltre, che si vuole consumare una ingiustizia grave ai danni del Comune di Pisticci, che ha già subito, come Ente, un danno notevole dall’aver realizzato un nuovo palazzo di giustizia con l’assenso del Ministro e la partecipazione diretta del Presidente del Tribunale di Matera a dirigere i lavori, a chiedere ed imporre modifiche secondo la finalità dell’opera. Ha subito danni perché lo stesso Presidente del Tribunale, assumendo un atteggiamento del tutto opposto a quello tenuto sino a quel momento, aveva attuato il trasferimento dei fascicoli in maniera abusiva e contra legem, tanto che il TAR di Basilicata con sentenza definitiva gli ha dato torto. Possiamo a tal proposito richiamare la giurisprudenza amministrativa in ordine al rapporto che si costituisce tra il privato (Comune) e l’Amministrazione che integra una ipotesi qualificata di “contratto sociale”, dal cui eventuale scorretto sviluppo deriva a carico dell’Amministrazione una responsabilità contrattuale ( TAR Liguria, I 13 maggio 2003 n. 627; TAR Campania sez. II 4 febbraio 2003 n. 98. in termini C. di Stato sez. V 08 luglio 2002 n. 3796 e TAR Puglia – Bari 17 maggio 2001 n. 1761 ). A tanto si aggiunga che il Comune è stato ampiamente danneggiato dalla mancata utilizzazione della struttura carceraria realizzata a Tinchi, secondo i più aggiornati criteri di edilizia penitenziaria, mentre il Capo dello Stato lancia inutilmente messaggi alle Camere per il recupero delle strutture carcerarie. Se dovesse andare avanti l’interpretazione scorretta del Consiglio Giudiziario e dei funzionari ministeriali per cui è il solo Presidente del Tribunale che può fare domanda, la comunità pisticcese subirà danni per contrazione del commercio, degli affari e dei consumi che saranno irreversibili. D’altra parie il Presidente del Tribunale ha comunque prodotto una istanza (che è valida per il principio di equipollenza degli atti amministrativi) che si aggiunge a quella del Comune anch’egli legittimato. Attendiamo fiduciosi che il Ministro di giustizia intervenga al lume dei fatti nuovi e per un provvedimento che renda giustizia a Pisticci non solo, ma anche all’ordinamento giuridico.