All’amarezza e alla delusione per la decisione della Corte costituzionale che ha giudicato inammissibile la richiesta di referendum abrogativo riguardante la legge sul taglio dei tribunali, proposto da 9 Regioni, tra cui la Basilicata, va dato seguito con una nuova iniziativa per mantenere i servizi del Tribunale di Melfi. E’ la posizione espressa in una nota da IdV Basilicata che aggiunge: la nostra protesta è ancora maggiore perché ci troviamo di fronte a una riorganizzazione dei tribunali che sta portando solo disagi e aumento dei costi se come è stato annunciato alcuni procedimenti giudiziari trasferiti da Melfi a Potenza sono iscritti al 2020.
IdV sostiene la decisione assunta dal coordinamento nazionale del comitato che si è costituito nello scorso dicembre e che riunisce i nove Consigli regionali promotori del referendum e altri rappresentanti territoriali che dicono no ai tagli dei tribunali di ricorrere alla Corte di giustizia europea perché questa riforma mette in discussione il diritto del cittadino all’accesso alla giustizia.
Per IdV la situazione delle strutture giudiziarie della Basilicata impone alcune necessarie considerazioni: in particolare quello a Nord (Melfi) ha sinora consentito di svolgere una efficace azione di contrasto alla criminalità organizzata pugliese e campana consentendo alla Basilicata, ovviamente anche per altre ragioni di carattere socio economico, di rimanere argine e cerniera alla criminalità impedendo una completa saldatura tra ndrangheta, sacra-corona e camorra che avrebbe di fatto sottratto il Mezzogiorno d’Italia al controllo dello Stato.
Anche per questo IdV – è scritto nella nota – in occasione del recente congresso regionale ha deciso l’istituzione a Melfi di un Presidio di Legalità allargato ai temi della tutela dell’ambiente e della salute (vicenda Fenice).
Già all’epoca dell’insediamento Fiat, Tribunale e Procura di Melfi, come ha più volte sottolineato l’avv. Gerardo Di Ciommo, hanno svolto un decisivo ruolo di contrasto alla criminalità organizzata pugliese e campana, attratta dagli investimenti industriali. Sopprimere questi presidi di giustizia e di legalità, in un territorio, il Vulture Melfese, già teatro di una terribile guerra tra clan mafiosi, con decine di efferati omicidi e lupare bianche, significherebbe consegnare la Basilicata intera alla criminalità organizzata. In particolare, preme alla parte del Vulture Melfese la criminalità pugliese foggiana che è attualmente la più pericolosa e la più efferata d’Italia che non aspetta altro che la dismissione della Procura di Melfi per impossessarsi della intera Regione. E c’è poi il diritto dei cittadini di quest’area – conclude IdV – ad una giustizia in tempi europei.
Gen 17