A seguito di complesse e approfondite indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Potenza, sezione reati contro la Pubblica Amministrazione, delegate e condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Potenza, in data odierna è stata data esecuzione ad un’ordinanza applicativa di 11 misure cautelari personali e 1 misura cautelare reale, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Potenza nei confronti di:
Giuliano Antonio Cerverizzo (classe 1960), Gaetano Di Noia (classe 75), entrambi sottoposti alla misura cautelare in carcere;
Fabio Guarino (Classe 1971), Gerardo Palazzo (classe 1959), Giuseppe Chiodetti (Classe 1958) Graziano Cosentino (classe 1949), Antonio Bisceglia (classe 1955), Gianfranco Albergo (classe 1974), Fabrizio Cerverizzo (classe 1969), Antonio Albano (Classe 1971), sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Gli indagati sono 17.
I reati rispettivamente contestati, in base al ruolo assunto nei fatti illeciti in esame sono: art. 416 c.p (associazione a delinquere), artt. 110, 353 e 353 bis c.p. (concorso in turbativa d’asta), arti. 110, 319, 321 c.p. (corruzione), art. 640 capv. n. 1 c.p. (truffa aggravata in danno di ente pubblico) ed altri.
Il Gip ha inoltre disposto il sequestro preventivo fino alla concorrenza di 62 mila euro, di quattro conti correnti bancari, quattro rapporti di investimento finanziario e tre automezzi nella disponibilità di Giuliano Antonio Cerverizzo.
Undici arresti di altrettanti funzionari pubblici, imprenditori e professionisti che avevano formato una “rete collusiva tendente alla spartizione collaudata di diversi bandi di gara dell’Ente irrigazione di Puglia, Lucania e Irpinia“. Sono queste almeno le accuse avanzate dalla procura di Potenza che ha chiesto e ottenuto l’esecuzione di undici ordinanze di custodia cautelare.
Oltre agli arresti – in carcere e ai domiciliari – gli agenti della squadra mobile della questura lucana, del reparto prevenzione crimine e di altre unità, hanno eseguito perquisizioni a Potenza, Matera, Parma e nella provincia di Barletta, Andria, Trani. I reati ipotizzati sono quelli di turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente, corruzione, induzione indebita e dare o promettere denaro o altre utilità, truffa aggravata, abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Dettagli sull’inchiesta saranno forniti in una conferenza stampa prevista a Potenza in mattinata. Tutti gli indagati, come detto, sono alcuni funzionari pubblici, imprenditori e professionisti. Nel mirino sono finiti diversi bandi di gara predisposti dall’Eipli di Bari.
I particolari sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa che si è svolta in mattinata presso la Procura di Potenza, nella quale gli investigatori ed in particolare il Procuratore della Repubblica Luigi Gayhanno diffuso maggiori dettagli che riportiamo di seguito.
L’ordinanza cautelare rappresenta l’obbligo di una complessa attività di indagine condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Potenza, compendiata nella richiesta della Procura, che ha consentito di delineare un quadro indiziario di indubbia gravità a carico degli indagati, in relazione a condotte di associazione a delinquere, turbativa libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione, induzione indebita, falsità in atti pubblici, truffa ai danni di ente pubblico e abuso d’ufficio, tutti commessi in relazione a procedure di gara e affidamento lavori (nonchè di selezione del personale), bandite e pubblicate dall’EIPLI con sede a Bari.
L’indagine ha preso avvio dalla denuncia del rappresentante legale di una società esclusa dalla gara, a seguito di ricorso al Tar, di un imprenditore (poi indagato nella presente inchiesta). L’impresa denunciante segnalava il comportamento posto in essere dalla Stazione Appaltante, rappresentata dal consorzio di Bonifica Alta Val d’Agri, che avrebbe predisposto volutamente, prima e durante la procedura di aggiudicazione della gara, alcuni atti in palese violazione delle norme del Codice degli Appalti allo scopo di favorire altra società classificatasi seconda nella graduatoria, cioè l’impresa indagata.
L’avvio dell’attività di indagine (basata principalmente sullo strumento delle intercettazioni audio e video, su servizi di osservazione e pedinamento, nonchè sull’acquisizione ed analisi di numerosa domcumentazione) si è ampliata disvelando quasi esclusivamente l’EIPLI, ente al servizio di più Regioni, per un territorio di oltre 3 milioni di euttari, pari a circa il 10% di quello nazionale, i cui compiti dovrebbero essere indirizzati alla soluzione dell’antico e grave problema dell’approviggionamento idrico nei territori del Sud.
L’attività di indagine, pur nel periodo limitato delle stesse, ha evidenziato alcune dinamiche sottese alle recenti procedure pubbliche relative all’affidamento: dei lavori per il ripristino della capacità di invaso delle fluenze del fiume Sinni nella Diga di Monte Cotugno, nel Comune di Senise, 1° stralcio, importo complessivo dell’appalto di Euro 3.454.883,20; dei lavori di adeguamento funzionale alle norme vigenti degli impianti tecnologici al servizio delle Dighe Sinni, Pertusillo e Camastra, importo complessivo dell’appalto di Euro 2.693.188,74; e dei lavori per la ristrutturazione della Traversa sul Fiume Sauro in Agro di Aliano e relative opere accessorie (base d’asta di Euro 15.821.186,57).
Gli approfondimenti svolti dalle indagini hanno consentito di poter avanzare e sostenere l’ipotesi della sussistenza di una vera e propria associazione a delinquere finalizzata alla consumazione dei reati contro la Pubblica Amministrazione, cui hanno preso parte funzionari dell’EIPLI ed altri tra cui un imprenditore e un suo dipendente.
Tra le diverse condotte contestate vi è quella di aver tentato di classificare un gruppo di imprese (utilizzando però altre Società, diverse da quelel che stavano già svolgendo i lavori di completamento della Galleria di derivazione delle acque del Torrente Sarmento nell’invaso di Monte Cotugno, al secondo o terzo posto della graduatoria, in modo tale per cui, attraverso un “calcolato” ricorso al Tar, basato su errori, volutamente e artatamente inseriti nella procedura, da imputare alla Commissione esaminatrice, di cui guarda caso era presieduta dallo stesso funzionario dell’EIPLI indagato, sarebbe risultato aggiudicatario esecutivo.
Il funzionario dell’EIPLI indicava inoltre all’imprenditore indagati la linea da seguire una volta ottenuta l’aggiudicazione ed avviati i lavori: vale a dire procedere alla nomina di un altro ingegnere dell’EIPLI quale RUP, cioè il responsabile unico del procedimento (da far quindi subentrare a lui), nonchè alla nomina dello stesso funzionario colluso, quale Direttore dei lavori, così da assicurare, in tale nuova veste, alla società dell’imprenditore indagato, il recupero dei ribassi, che la stessa sarebbe stata comunque costretta a praticare per collocarsi in posizione “utile” in graduatoria (secondo o terzo posto), e ciò attraverso il ricorso a perizie di variante.
Le perizie di varianze ad esempio approvte dalla Commissione presieduta da uno dei funzionari EIPLI indagato, con riferimento ai lavori per il torrente Sarmento hanno comportato un aumento complessivo dell’importo dei lavori da una somma iniziale di circa 10 milioni di euro fino alla somma di circa 26 milioni di euro, con una lievitazione di quasi del 200%.
A fronte di tale “impegno” e per i “suggerimenti” concordati in ordine al contenuto delle perizie di variante sui lavori del Sarmento ed il valore dei medesimi, computati in modo da risultare inferiori alla soglia del 10% risulta che il funzionario dell’EIPLI indagato abbia ricevuto, con riferimento al caso considerato, quale vantaggio illecito, dall’imprenditore concorrente nei reati, diverse somme di denaro in contante, ed è proprio in relazione alle stesse che è stato richiesto e disposto dal Gip anche il sequestro preventivo di 62 mila euro, ovvero altri benefits (autovetture, di cui pure è stato disposto il sequestro, pernottamenti presso alberghi, cene, pranzi, telefoni, ecc.); ha ricevuto inoltre, mensilmente, per il tramite di altri indagati arrestati il rimborso per spese “formalmente” indicate come sostenute in relazione all’attività di Direttore dei lavori (per carburante, ristoranti, spese di cancelleria) ma difatto effettuate a beneficio personale e dei membri della sua famiglia.
Ai fini della configurabilità dell’associazione a delinquere in capo ai citati indagati e della loro pericolosità, hanno assunto importanza i diversi contatti degli stessi tenuti con personalità politiche locali e nazionali al fine di indicare ed ottenere la nomina di un altro funzionario EIPLI, indagato anche questo per associazione a delinquere ed altro, a “nuovo” Commissario “ad acta” in vista del completamento della fase liquidatoria dell’EIPLI (da attuarsi entro il 31 dicembre 2016) ed il connesso compimento degli adempimenti necessari al trasferimento delle funzioni dell’Ente medeimo alla società di nuov costituzione, partecipata dall’Amministrazione Centrale e delle Regioni sottoscritrici dell’Accordo di programma per la gestione condivisa delle risorse idriche di recente siglato.
Lo scopo degli indagati era in pratica quello di avvalersi dei succitati soggetti politici affinchè intervenissero direttamente presso figure dell’amministrazione centrale per addivenire alla firma del previsto DPCM (di cui provvedevano pure a predisporre una bozza), che avrebbe disposto la revoca della nomina della Commissione in carica (resosi ostile ai loro progetti illeciti) con contestuale nomina del nuovo Commissario “ad acta” indicato dagli stessi indagati.
Il tutto con la finalità di “prendere in mano” l’ente e gestire a proprio piacimento le intere procedure di gara e concorsuali.
Dalle indagini, è bene precisarlo, risulta che tale proposito illecito non ha avuto per nulla l’eisto da loro desiderato e che nessun profilo penale appare imputabile ai soggetti politici che potrebbero aver ricevuto le istanze, nè sono emersi elementi che possano far ritenere che costoro fossero colpevoli dell’esistenza di secondi fini in capo agli indagati.
L’indagine ha interessato anche le gare bandite dal Comune di Potenza per la “progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori di riqualificazione, ristrutturazione e messa in funzione degli impianti sportivi polifunzionali all’aperto esistenti del Campo “Viviani” e per la “progettazione esecuiva ed esecuzione lavori di riqualificazione, ristrutturazione e messa in funzione degli impianti sportivi polifuzionali all’aperto esistenti al campo scuola”.
Incaricato dal Comune di Potenza quale tecnico progettista proprio uno dei funzionari EIPLI indagato, il quale ha attestato falsamente come da lui formati, gli atti di gara (computo metrico, quadro economico) – in realtà redatti in tutto o in parte da un dipendente indagato dell’impresa interessata – concordandone, inoltre, il contenuto con alcuni soggetti interessati, al fine di eludere le normali regole procedurali della gara.
Ad uno dei funzionari EIPLI vengono altresì contestate condotte di truffa aggravata in relazione non solo ai periodi di assenza ingiustificata dal luogo di lavoro in giornate e orari lavorativi, per i quali ha comunque percepito regolare retribuzione (sulla base di false attestazioni di presenza), ma anche con riguardo al doppio rimborso, prima dall’EIPLI per missioni compiute nel territorio nazionale, in realtà mai effettuate o effettuate per ragioni squisitamente private, e poi dall’impresa sotto inchiesta, per le quali otteneva analogo rimborso attraverso l’accredito diretto delle somme a dipendenti dell’EIPLI, i quali provvedevano poi a consegnare al funzionario citato gli equivalenti importi in contante.
Sempre ad alcuni funzionari EIPLI indagati sono contestate altresì ipotesi di abuso di ufficio in relazione a procedure di selezione di operai e professionisti avviate in seno all’EIPLI, nelle quali sono stati agevolati nel superamento delle prove scritte e orali loro parenti e amici.