Due cittadini britannici di origine irachena sono stati prima fermati e poi arrestati nei giorni scorsi a Bari per i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e possesso di documenti falsi nell’ambito di una più ampia indagine sul terrorismo internazionale di matrice islamica.
L’operazione è stata condotta da Digos e carabinieri del Ros coordinati dal procuratore della Repubblica, Giuseppe Volpe e dai pm Renato Nitti e Roberto Rossi. I due arrestati, che avrebbero avuto il compito di favorire l’ingresso di clandestini nell’Unione europea, entrambi di 31 anni, sono ritenuti referenti del gruppo ‘Ansar Al Islam’. Non ci sarebbero collegamenti con gli attentati di Bruxelles. Per gli investigatori erano a Bari per consegnare passaporti falsi. Il loro arresto costituisce la svolta degli accertamenti avviati dopo il fermo compiuto sempre a Bari alcuni giorni prima di un 38enne iracheno, Ridha Shwan Jalal, trovato in possesso di documenti falsi.
L’uomo si sarebbe presentato agli investigatori che lo avevano fermato come un avvocato, difensore di presunti terroristi, e aveva mostrato una carta d’identità rilasciata dalla Repubblica ceca e intestata a un cittadino finlandese, risultata successivamente falsificata. L’indagine su di lui, però, con l’ipotesi di reati di terrorismo internazionale, era stata avviata dagli inquirenti baresi già nel giugno 2015. Sarebbe stato lui, nell’agosto scorso, proprio nei giorni in cui il terrorista di Parigi Salah passò dal porto di Bari, a chiedere presso un’agenzia di viaggi di Matera un preventivo per il trasporto di 20 cittadini iracheni i quali, distinti in gruppi di cinque persone, sarebbero partiti dall’aeroporto di Sulayrmaniyah (ubicato nella regione del Kurdistan iracheno), alla volta di Parigi con uno scalo intermedio ad Istanbul (Turchia).
Il suo nome è infatti contenuto in un’altra indagine della Dda di Bari che a novembre ha portato all’arresto del 45enne iracheno Muhamad Majid, il quale avrebbe fornito a Jalal alloggio a Bari e documenti. Proprio le dichiarazioni di Ridha Shwan Jalal rese agli investigatori avrebbero consentito di identificare e bloccare i due britannici. L’ipotesi investigativa che Bari sia un probabile luogo di passaggio di persone legate a reti jihadiste e soprattutto sia quello dove fornire supporto logistico a foreign fighters con alloggi e documenti è al centro di una inchiesta della Procura di Bari (ansa).