Non vi sono illegittimità nella designazione di Sabrina Pulvirenti come commissario straordinario del Crob di Rionero in Vulture, in aggiunta alle sue mansioni di Direttore Generale dell’Azienda sanitaria locale di Matera.
Lo ha stabilito, ieri, il Tribunale Amministrativo Regionale della Basilicata, respingendo il ricorso presentato dall’ex direttore generale del centro oncologico regionale, Cristiana Mecca, contro i provvedimenti adottati nell’ottobre 2022 dalla Giunta regionale lucana guidata dal Presidente Vito Bardi, e dallo stesso governatore Bardi.
I giudici amministrativi hanno considerato equiparabile la risoluzione del contratto di lavoro con l’ultimo direttore generale del Crob, Gerardo Di Martino, a causa della sua “perdurante e prolungata assenza” dal lavoro, con la situazione di decadenza dall’incarico di un direttore generale, circostanza per la quale la legge prevede la possibilità di ricorrere ai nomi inseriti nella lista di idonei individuata al termine dell’ultima selezione per la nomina contesa. Lista in cui era stata inserita la stessa Mecca.
Altrettanto legittima è stata considerata dal TAR la valutazione compiuta dalla Giunta Regionale di Basilicata a favore del commissariamento e dell’indizione di una nuova selezione “per motivi di carattere economico” dal momento che la dottoressa Pulvirenti ha accettato di guidare il Crob, fino all’esito della selezione, “senza nuovi e maggiori compensi oltre a quelli già in godimento”.
Il TAR di Basilicata ha escluso, infine, anche l’illogicità che sarebbe stata rappresentata dal “contemporaneo svolgimento” da parte di Sabrina Pulvirenti “delle funzioni di direttore generale sia dell’Asm che del Crob, atteso che la nomina della controinteressata come commissario con i poteri di direttore generale del Crob è di carattere temporaneo, in quanto la Regione Basilicata ha contestualmente indetto il nuovo procedimento per la nomina del nuovo direttore generale del Crob”.