I segretari regionali della Basilicata di S.A.P.Pe. , U.I.L. Penitenziari, O.S.A.P.P., C.G.I.L. Brienza, Grippo, Morcinelli e Morlino a seguito del recente tentativo di omicidio posto in atto da due detenute a danno di una Poliziotta Penitenziaria hanno scritto una lettera a Giovanni Melillo, Capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia e a Santi Consolo, Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di
Roma nonchè all’Ufficio per l’Attività ispettiva e del controllo presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Roma, al Prefetto della Provincia di Potenza, S.E. Dr.ssa Rosaria Cicala di Potenza, alle Segreterie Generali/Nazionali delle organizzazioni sindacali di Roma per una richiesta ufficiale di accertamenti su responsabilità – rimozione dei vertici al comando della struttura per inadeguatezza ed incapacità gestionale.
Di seguito la nota integrale e il testo integrale della lettera.
A seguito del recente tentativo di omicidio posto in atto da due detenute a danno di Poliziotta Penitenziaria, ancora oggi ricoverata presso l’Ospedale San Carlo di Potenza, le scrivente OO.SS. nell’esprimere la piena solidarietà alla collega L.M., non possono che denunciare la totale assenza e insensibilità dell’Amministrazione Penitenziaria locale, regionale e nazionale, di fronte a un caso grave come quello avvenuto nella serata del 21 c.m. all’interno della sezione femminile della Casa Circondariale di Potenza.
A tutt’oggi nessun Dirigente o Capo della Polizia Penitenziaria si è interessato delle condizioni di salute dell’Assistente Capo, madre di due figlie (abbandonata a sé stessa), che nell’espletare con abnegazione e professionalità i propri compiti istituzionali è caduta in una trappola messa in atto dalle detenute, azione forse pianificata e studiata nei dettagli al fine di uccidere la collega, viva solo per miracolo.
L’indifferenza dei vertici, dimostra che gli uomini e le donne dei “baschi azzurri” sono considerati solo dei numeri, che neanche un tentativo di strangolamento ha attirato umanamente l’Amministrazione Penitenziaria; è una vergogna!
Per le OO.SS. quanto accaduto poteva essere evitato, poiché già alcune informative preannunciavano una eventuale aggressione nei confronti di più unità femminile, tra cui l’Assistente in questione.
Non solo, le predette detenute erano state protagoniste già di notevoli eventi critici ed aggressioni al personale, tanto da pregiudicare l’ordine e la sicurezza interna, proprio per questo, i sindacati avevano chiesto maggiore attenzione invitando la Direzione ad urgenti provvedimenti, tanto da non lasciare una sola unità per turno all’interno della sezione, al fine di salvaguardare incolumità degli Agenti, altresì, avevano chiesto un regime più stringente per i detenuti violenti, di fatto, le detenute promotrici dell’aggressione erano state attenzionate da numerose segnalazioni conseguenti ad episodi comportamentali molto discutibili, mettendo KO più unità di P.P. femminile, senza che l’amministrazione penitenziaria prendesse i dovuti provvedimenti.
Le aggressioni al personale all’interno della struttura potentina sono in crescita negli ultimi anni, per ciò deve far riflettere tutti, a questo punto, la responsabilità non può non essere anche soggettiva dovuta ad una mediocre gestione, per cui, le organizzazioni sindacali chiedono l’immediato cambio del vertice della Direzione Potentina e del Provveditore Regionale, ritenuto inutile per l’attività dimostrata nel territorio Lucano.
Del resto non siamo del tutto sorpresi della scarsa attenzione dell’Amministrazione Regionale nei confronti della Polizia Penitenziaria, un dato confermato sia dall’assenza totale delle relazioni sindacali in ambito regionale nei confronti delle organizzazioni sindacali. del Comparto Sicurezza, sia sulle criticità gestionali, che nonostante sono state largamente rappresentate, sono sempre rimaste inevase, anche di fronte ad una emergenza penitenziaria senza precedenti come quella che si registra nella sede di Potenza.
Non per ultimo, le organizzazioni sindacali hanno evidenziato che il DAP, nell’ultimo periodo ha disposto sempre maggiori trasferimenti nell’Istituto del capoluogo di detenuti per motivi di opportunità e sicurezza, poiché protagonisti di aggressioni verso altri detenuti o per aver sovvertito l’ordine e la sicurezza in altre strutture.
Nell’assegnazione di tali soggetti con alta pericolosità penitenziaria, l’Amministrazione non sembra tener conto delle peculiarità e caratteristiche della Casa Circondariale di Potenza, come la sezione femminile che sicuramente per la posizione logistica, precaria e per il numero di personale in servizio, non potrebbe ospitare detenute ad alta pericolosità sociale.
Queste organizzazioni sindcali. prendono atto che l’Amministrazione Penitenziaria, ad oggi, non ha ancora preso alcun provvedimento deflattivo nei confronti delle detenute coinvolte, come se nulla fosse accaduto.
Le scriventi organizzazioni sindacali invitano le SS.LL. a prendere cognizione della realtà dei fatti, con l’invio anche degli Ispettori del Ministero, nonché del Nucleo Investigativo Centrale (N.I.C.) della Polizia Penitenziaria, per accertare le responsabilità dirette e soggettive dei vertici della Casa Circondariale di Potenza con la complicità del Provveditorato Regionale della Basilicata.
In caso contrario e in assenza di risposte concrete ed immediate, le organizzazioni sindacali si riservano di valutate le più opportune iniziative di proteste mirate a garantire ai baschi azzurri, dignità e condizioni lavorative adeguate senza rischiare la vita in un semplice turno di servizio.
Nell’attesa di un riscontro, distinti saluti
Marinica Cimadomo responsabile del Dipartimento giustizia FdI AN Basilicata su aggressione in carcere a Potenza: “si è trattato di tentato omicidio”.
Non si placa la violenza dei detenuti ristretti nella casa circondariale di Potenza.
Gli episodi di violenza consumati nei confronti dei poliziotti penitenziari stanno assumendo contorni inquietanti, attesa la frequenza con cui accadono.
Il dato sconfortante è la quasi concomitanza con la chiusura dell’ OPG di Napoli, nel carcere di Secondigliano, il primo a chiudere a tre anni dalla legge sulla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari.
Assistiamo quotidianamente all’imbarbarimento della funzione rieducativa della pena, causa il sovraffollamento degli istituti di pena e le condizioni di estrema precarietà con cui vengono ristretti i detenuti e quelle altrettanto precarie e pericolose in cui operano gli agenti di polizia penitenziaria.
Di nuovo, quindi, codice rosso nel settore penitenziario.
Il Dipartimento giustizia FdI AN Basilicata, nell’esprimere solidarietà alla poliziotta aggredita lunedì 21 dicembre ultimo scorso da una detenuta che ha tentato di strangolarla con dei lacci di scarpe, emette un grido di dolore, sollecitando l’intervento del Governo all’attuazione di diverse e più organiche norme di sicurezza, con l’unica finalità di una efficace ristrutturazione dell’intero sistema carcerario.