Continua la “mattanza” contro la Polizia Penitenziaria di Potenza. Nella serata di lunedì 21 dicembre 2015, intorno alle ore 18, due detenute ristrette presso l’Istituto penitenziario “Antonio Santoro” di Potenza, durante lo svolgimento della “socialità” presso la sala appositamente destinata, hanno afferrato con violenza un’Assistente Capo di Polizia Penitenziaria addetta alla vigilanza del reparto detentivo e mentre una la bloccava e con una mano gli teneva la bocca chiusa, l’altra tentava di soffocarla con un laccio di scarpa molto resistente.
Le detenute, D.C.R. di anni 30 e condannata per omicidio, l’altra detenuta, G.Y.V. di anni 27, condannata per violazione legge stupefacenti, entrambe italiane (napoletane), si sono rese responsabili di un tentativo di omicidio a danno di una nostra Assistente Capo di Polizia Penitenziaria e molto chiare sono le dinamiche di un disegno criminoso fin troppo eloquente, certamente intenzionate a porre fine alla vita del “Basco Azzurro .
E’ il quarto episodio di violenza a distanza di pochissimi mesi quello che è accaduto ieri sera, spiegano il Segretario Regionale del S.A.P.Pe. – Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria – Saverio Brienza, e Antonio Benemia, Segretario Provinciale dell’Organizzazione sindacale più rappresentativa del Corpo di Polizia Penitenziaria, dopo questa spiacevolissima vicenda “annunciata” in quanto le detenute sono state già attenzionate da numerose segnalazioni conseguenti ad episodi comportamentali molto discutibili, senza che l’Amministrazione Penitenziaria abbia preso gli opportuni provvedimenti e che , se presi, oggi non saremmo qui a raccontare questo efferato gesto di violenza posto in essere dalle pericolosissime carcerate.
Di fatto mentre il personale di Polizia Penitenziaria pone delle vere “pezze” per tamponare le inefficienze che riguardano la sicurezza di un sistema del tutto fallimentare , l’Amministrazione penitenziaria non riesce a dare risposte gestionali efficaci e pone il proprio personale a repentaglio anche della propria vita, così come è successo alla povera malcapitata collega di ieri sera, che solo grazie alla sua professionalità e spirito di vita che è riuscita da sola a svincolarsi dalle detenute che la stavano “ammazzando” e si è portata a alla finestra della sezione detentiva per chiedere aiuto.
Bisogna fare chiarezza su questa bruttissima vicenda, prosegue il Segretario Brienza, innanzitutto il fatto che questa Segreteria Regionale ha chiesto più volte che nella sezione detentiva non fosse soltanto una poliziotta a montare per ogni turno ma che ne fossero almeno due, ed invece ieri sera, per l’ennesima volta , la poliziotta si trovava da sola soprattutto durante un’attività trattamentale di socializzazione a forte rischio.
Ulteriore questione che andrebbe sollevata, continuano i segretari, sarebbe quella che la sezione detentiva del femminile è accessibile solo attraverso l’apertura interna , mentre ieri sera il personale che voleva soccorrere l’Assistente capo in difficoltà non riusciva ad accedervi in quanto non era disponibile una seconda chiave, capace di far entrare il personale che voleva soccorrere la poliziotta.
E’ bene sapere che la Polizia Penitenziaria opera disarmata all’interno delle sezioni detentive, la poliziotta di ieri sera ha dovuto liberarsi e difendersi a mani nude, armandosi solo della sua capacità professionale, dall’esperienza e da tanto coraggio, così come lei stessa ha riferito alla nostra Segreteria sindacale con le testuali parole “mi sono vista morire ….. non potevo non reagire, altrimenti a quest’ora non avrei potuto raccontare come veramente è accaduto tutto ciò, le detenute erano fermamente intenzionate ad uccidermi e solo la forza di vivere e di vedere i miei figli sono riuscita a liberarmi”.
La poliziotta è stata poi trasportata all’Ospedale San Carlo di Potenza in forte stato di agitazione, con sensazione di peso toracico ed in presenza di escoriazioni multiple maggiormanete localizzate a livello del collo con un “solco da laccio per tentativo di soffocamento” ed escoriazioni multiple agli arti superiori e delle labbra, dovute alla colluttazione per difendersi dalle pericolose criminali.
Il S.A.P.Pe. , oltre ad essere sempre vicino al personale di Polizia Penitenziaria e dichiara tutta la sua vicinanza alla nostra collega, chiede che si apra un’inchiesta interna per far luce su eventuali incapacità gestionali, sia sulla vicenda occorsa ieri sera che sulla intera gestione detentiva e quella gestionale del personale di Polizia Penitenziaria, in quanto troppi episodi lasciano pensare ad una evidente e probabile inefficienza dell’Ammnistrazione che sta sfuggendo di mano e pone a serio rischio l’incolumità degli operatori e della collettività.
Il sistema è al collasso, conclude Brienza, mentre le Autorità dell’Amministrazione Penitenziaria continuano a fare solo chiacchiere su fantasiose teorie trattamentali da destinare ai detenuti, la Polizia Penitenziaria di Potenza è rimasta sola, abbandonata alle già denunciate criticità, per gestire un sistema carcerario inutile, rischiando ogni giorno la propria vita.
Ennesima aggressione nel carcere di Potenza. Il Consigliere Aurelio Pace grida il suo basta e chiede impegni seri
Quattro aggressioni in pochi mesi nel Carcere di Potenza hanno portato il Consigliere Regionale Aurelio Pace a gridare il suo “basta a questi tristissimi episodi, che rendono impossibile la vita ed il lavoro di coloro che operano, e già in situazioni a dir poco difficili per la ristrettezza di mezzi e di personale, nel carcere del capoluogo, ma soprattutto confermano che non è più possibile attendere, per prender i dovuti impegni, seri, reali, concreti, da parte dell’Amministrazione Carceraria per evitare che abbiano a ripetersi casi simili”.
Sono ormai 4 gli episodi che hanno visto vittime di aggressioni e violenza i baschi azzurri che operano nel Carcere di Potenza vigilando sulla sicurezza e sulle attività nel suo interno, ma l’ultimo di questi, solo due giorni or sono, “non solo conferma la pericolosità dell’intera struttura, visto che è del tutto insufficiente il numero degli assistenti che vi lavorano, anche con turni massacranti oltre che con scarsità di mezzi – ha aggiunto Pace – ma, colpendo una donna, un assistente capo della Polizia Penitenziaria della sezione femminile, da parte di due donne, tra cui una a scontare la pena per aver commesso un omicidio, ha fatto capire come sia materialmente impossibile, e del tutto pericoloso, lasciare una sola poliziotta a montare per ogni turno, mentre ne servirebbero almeno due. Un qualcosa che, invece, sembra non essere recepito dai vertici del carcere stesso, cosa che, tra l’altro, non è nuova come richiesta avanzata, e da tempo, come, continua a fare con pressante insistenza la Segreteria Regionale del S.A.P.Pe ed in modo particolare il suo Segretario Regionale, Saverio Brienza, a cui esprimo tutta la mia viva solidarietà e la mia vicinanza personale, per questo ulteriore, gravissimo attentato ad un corpo, quello della Polizia Penitenziaria, già costretto a fare tanto in situazioni quasi assurde, e che lui difende con forza e per la dignità che merita”.
“Un corpo che svolge un lavoro per nulla facile e che meriterebbe, come complesso ma anche come singolo componente, molto più rispetto ed una certezza di lavoro si duro, come già è, ma non per questo a rischio della propria vita, come avvenuto per l’indifesa protagonista della vicenda che davvero è andata ad un passo dal rimetterci la vita, quasi strangolata dalle due detenute che l’hanno aggredita– ha detto ancora Pace – e sento di esprimere a lei, alla sua famiglia ed all’intero Corpo di Polizia Penitenziaria che opera nel Carcere di Potenza, la mia vicinanza ed il mio massimoappoggio. Lo faccio come cittadino ma in modo particolare come politico – ha concluso il Consigliere Regionale – sollecitando l’autorità giudiziaria ad una indagine interna, ad una maggiore attenzione e vigilanza, al rafforzamento del numero di guardie per ogni turno e, soprattutto, ad agire in fretta per incrementare, cosa che non è più procrastinabile visto i tanti, troppo episodi accaduti in così poco tempo, la dotazione di uomini, mezzi, strutture, fondi a disposizione per dare finalmente nuova dignità a chi opera nell’intero settore penitenziario, nella nostra Regione, a Potenza, come del resto negli altri penitenziari di Matera e Melfi”.
Tancredi e Giordano (Ugl) su ennesima aggressione nel carcere di Potenza.
“La Polizia Penitenziaria di Potenza non può più tollerare simili violenze, solo nell’ultimo anno si sono registrati episodi in aumento esponenziale e che hanno messo a serio pericolo l’incolumità degli Agenti. Ed ancora una volta, a seguito delle situazioni di criticità ed il grave brutto episodio che si è registrato nel carcere di Potenza, chiediamo interventi immediati al fine d’accertare e sanare quanto accaduto al provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria della Basilicata e a livello romano”.
E’ quanto affermano il segretario regionale dell’Ugl Basilicata Giovanni Tancredi e Pino Giordano, segretario provinciale dell’Ugl di Matera per i quali “e’ divenuta ormai una situazione che da dell’assurdo a Potenza, poliziotti che in prima linea lavorano nelle sezioni detentive a stretto contatto con una popolazione detenuta sempre più aggressiva e senza scrupoli, nel tentativo quotidiano di compromettere la sicurezza del Penitenziario potentino in ogni modo. Poteva andare peggio con l’aggressione avvenuta contro l’assistente capo della Polizia penitenziaria che è stata aggredita da una detenuta la quale con l’aiuto di un’altra donna, anche in custodia nell’istituto, ha tentato di strangolarla con dei lacci da scarpe. Ancora ed ancora aggressioni nonostante le varie denunce fatte sulla situazione di grave carenze sia di organico che strutturali. Il sistema è al collasso – proseguono Giordano e Tancredi – mentre le Autorità dell’Amministrazione Penitenziaria continuano a sottrarre le necessarie risorse umane ed economiche, i detenuti ne approfittano dell’attuale ‘debolezza’ di uno Stato che non pensa a garantire maggiore sicurezza al proprio popolo: il contenimento della spesa nel settore delle case circondariali è solo utopia, con la spending review non si può produrre sicurezza e ne è riprova che in questo caso si riaccendono ancora una volta i riflettori sul fenomeno delle aggressioni da parte dei detenuti nei confronti degli operatori penitenziari. Servono interventi immediati al fine di stabilire il giusto equilibrio per far si che gli agenti nelle strutture lavorino con maggiore sicurezza. Siamo vicini al basco azzurro, aggredito augurandogli una pronta e completa guarigione. Un nuovo atto questo, il quarto in pochi mesi, che mette in evidenza i tanti, troppi problemi che sono presenti nel penitenziario potentino, nota da tempo a tutti, e che si ripete anche negli altri istituti di pena della regione, Melfi e Matera. L’auspicio dell’Ugl ora è – concludono Giordano e Tancredi – che si riveda l’assetto organizzativo affinché non si ripetano mai più questi tipi di eventi”.