Non si placa la violenza dei detenuti ristretti nella Casa Circondariale “Antonio Santoro” di Potenza, dopo che ieri sera, intorno alle 21,00, il detenuto italiano D.G.S. , di anni 31, fine pena 2020 per , ha violentemente aggredito due Assistenti Capo della Polizia Penitenziaria.
E’ la terza aggressione a distanza di pochissimo tempo quella che è accaduta ieri sera, spiega il Segretario Regionale del S.A.P.Pe. – Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria – Saverio Brienza, l’Organizzazione sindacale più rappresentativa del Corpo di Polizia Penitenziaria, dopo che il carcerato aveva prima incendiato un lenzuolo del proprio letto e, puntando due bombolette di gas verso la fiamma, tentava di innescare uno scoppio pericolosissimo per destabilizzare la sicurezza di tutta la sezione detentiva.
Quanto fatto non è bastato ed il detenuto, continua il Segretario del sindacato, mentre i poliziotti erano intenti a spegnere l’incendio del lenzuolo per evitare conseguenze, lo stesso carcerato tentava di inalare del gas “butano” attraverso le due bombolette in suo possesso, calzando in testa una busta di plastica per la raccolta dei rifiuti, al fine di procurarsi una sensazione di “sballo”.
A questo punto i due Baschi Azzurri intervenivano per sottrarre le bombolette del gas ed evitare che lo stesso potesse assumere la sostanza tossica, ed è proprio a quel punto il detenuto sferrava pugni e calci con una violenza tale da procurare ad entrambi i poliziotti trauma cranio-facciale, tanto che si è poi reso necessario l’urgente invio al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Carlo di Potenza di entrambi i Poliziotti, i quali uno ha riportato 20 giorni di prognosi s.c. per fratture al setto nasale e l’altro è rimasto ricoverato per danni all’occhio destro.
E’ bene sapere che la Polizia Penitenziaria opera disarmata all’interno delle sezioni detentive, mentre la normativa prevede che i detenuti possano avere numerosi oggetti atti ad offendere, come bombolette di gas – lamette da barba – bastoni e tanto altro ancora, che se utilizzati in maniera impropria diventano vere e proprie armi, così come l’aggressore di ieri sera, che per evitare di essere bloccato, il detenuto aveva con se anche un bastone di legno, procuratoselo attraverso il piede di un tavolo e brandendolo contro il personale cercava di colpirli ancora.
Per bloccare il detenuto non è stato facile, poiché soprattutto nelle ore serali e notturne il personale di Polizia Penitenziaria è ridotto ai minimi termini e, pertanto, si è reso necessario chiamare rinforzi da parte di personale libero dal servizio per intervenire e riportare la sicurezza alla normalità; Il S.A.P.Pe. plaude i poliziotti penitenziari intervenuti e augura una pronta guarigione ai colleghi feriti.
La Polizia Penitenziaria di Potenza non può più tollerare simili violenze, poiché solo nell’ultimo anno si sono registrati episodi in aumento esponenziale e che hanno messo a serio pericolo l’incolumità dei “Baschi Azzurri” di Potenza, poliziotti che in prima linea lavorano nelle sezioni detentive a stretto contatto con una popolazione detenuta sempre più aggressiva e senza scrupoli , nel tentativo quotidiano di compromettere la sicurezza del Penitenziario potentino in ogni modo.
Il sistema è al collasso, conclude Brienza, mentre le Autorità dell’Amministrazione Penitenziaria continuano a sottrarre le necessarie risorse umane ed economiche, i detenuti ne approfittano dell’attuale “debolezza” di uno Stato che non pensa a garantire maggiore sicurezza al proprio popolo; la Polizia Penitenziaria è rimasta sola a gestire un sistema carcerario eccessivamente garantista, subendo ogni tipo di violenza fisica e psicologica.
Aggressione nel carcere di Potenza, solidarietà espressa dal Consigliere Regionale Aurelio Pace ai poliziotti feriti, al Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria ed al suo Segretario Regionale Saverio Brienza
Esprimo la mia più viva solidarietà e tutta la mia vicinanza personale al S.A.P.Pe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) ed al suo Segretario Regionale Saverio Brienza per l’ennesimo atto di violenza ai danni di due poliziotti penitenziari nel Carcere di Potenza. Inoltre sono vicinissimo ai due baschi azzurri, aggrediti in tale vile atto da un detenuto; ed auguro loro, una pronta e completa guarigione. Un nuovo atto, questo, il terzo in pochi mesi, che mette in evidenza i tanti, troppi problemi che sono presenti nel penitenziario potentino, con un organico sempre più risicato ed una popolazione carceraria sempre più numerosa, cosa che poi, a ben guardare, è nota da tempo a tutti, e che si ripete anche negli altri istituti di pena della regione, Melfi e Matera. Sono queste le conseguenze dei continui tagli dello Stato al sistema carcerario, ormai al collasso, con sempre meno risorse umane ed economiche ed una popolazione carceraria crescente, anche in violenza come dimostrano questi fatti, che approfitta di questa situazione e mette in campo nuove e vili aggressioni verso i baschi azzurri, costretti a lavorare in condizioni pericolose e con turni massacranti, come confermato dall’ultimo fatto di Potenza. Questo rende necessario non procrastinare oltre il mettere in atto un progetto di riforma dell’intero sistema carcerario, con particolare attenzione alle situazioni da concretizzare nei siti penitenziari della Basilicata, e con Potenza in primo piano, fornendo a tali strutture un adeguato numero di uomini e di mezzi se non si vogliono veder ripetersi atti di violenza verso i poliziotti penitenziari, colpevoli solo di fare il loro lavoro anche se in condizioni a dir poco precarie, come visto. Ribadendo la solidarietà forte al S.A.P.Pe, al Segretario Regionale Saverio Brienza e soprattutto ai due poliziotti penitenziari finiti in ospedale, vittime della recente aggressione nel Carcere di Potenza, confermo la fermezza mia e del mio Partito, a livello regionale e nazionale, nell’affrontare in modo pronto e concreto il problema carcerario in Basilicata, per evitare che si ripetano situazioni simili di cui le istituzioni comunque dovranno fornire chiarimenti.
Carceri, De Pasquale (Ugl Polizia Penitenziaria):”Stanchi di subire aggressioni da parte dei detenuti, lo Stato intervenga”.
“L’aggressione avvenuta nel carcere di Potenza, contro due assistenti capo di polizia penitenziaria, accende ancora una volta i riflettori sul fenomeno delle aggressioni da parte dei detenuti nei
confronti degli operatori penitenziari. Quanto consumato a potenza non è un caso isolato, ogni giorno uomini e donne della polizia penitenziaria subiscono atti che offendono un corpo di polizia dello Stato che cerca di espletare al meglio un compito volto a contenere ed a rieducare il detenuto”. Questo è quanto dichiarato dal Responsabile Nazionale della Ugl Polizia Penitenziaria Alessandro De Pasquale.
“L’Ugl è vicina ai due agenti aggrediti nel carcere di Potenza e promette battaglie nelle opportune sedi istituzionali, in quanto lo Stato non può tollerare che donne e uomini di polizia portino con loro il ricordo e le cicatrici degli atti violenti subiti. L’amministrazione penitenziaria – afferma De Pasquale – è tenuta ad attuare una o più specifiche azioni tese a prevenire gli effetti dannosi sulle persone. Le donne e gli uomini della polizia penitenziaria operano quasi sempre in una condizione di emergenza e le criticità vengono contenute grazie all’esperienza dei poliziotti. I detenuti, autori e responsabili di tali atti, subiscono un processo penale ma, frequentemente, non sono in grado di risarcire il danno causato poiché nullatenenti”. Infine, relativamente ad un comunicato stampa redatto da tale Vito Messina, utilizzando l’acronimo UGL, il responsabile dell’Ugl Polizia
Penitenziaria fa sapere che, “detto comunicato non è ufficiale della Federazione UGL polizia Penitenziaria, nonché della Confederazione UGL (Unione Generale del Lavoro). Tale Vito Messina – conclude De Pasquale, non sembra faccia più parte della Confederazione UGL”.
Rispetto a questo comunicato si registra la nota di Vito Messina dell’USPP già UGL Polizia Penitenziaria di Basilicata. “Preciso che sono il rappresentante legale della USPP della Basilicata, ma non rinnego il fatto che ero un dirigente dell’UGL fino a quando non è stato sovvertito l’ordine democratico con cui eri stato eletto consigliere nazionale unitamente al vertice della Federazione Nazionale UGL Polizia Penitenziaria attraverso la nomina di un presunto “reggente” che risulta sub judice ad un procedimento giudiziario e allo stato è riferita a soggetto ritenuto titolare di alcunché dal dipartimento della funzione pubblica”.