Avevano messo in piedi una “fiorente” piazza di spaccio della droga (cocaina e marijuana in particolare) nel Vulture Melfese, che serviva gran parte della provincia di Potenza, con un meccanismo consolidato di acquisto degli stupefacenti in Puglia, nascosti in un magazzino di abiti da sposa e poi venduti in bar, piazze e locali da una fitta rete di pusher, che utilizzavano autovetture modificate e il classico linguaggio criptico per le comunicazioni: 36 persone sono state arrestate stamani dai Carabinieri, di cui 22 in carcere e 14 ai domiciliari. I particolari dell’operazione “Drummer” sono stati illustrati a Potenza nel corso di una conferenza stampa.
La misura cautelare in carcere riguarda i seguenti soggetti: Rocco Barbetta, nato e residente a Melfi, Teodoro Gabriele Barbetta, nato e residente a Melfi, Donato Basilio, nato e residente a Genzano di Lucania, Salvatore Beneloucif, nato e residente ad Andria, Adrian Chiribuc, nato in Romania e residente a Potenza, Nicola Di Palma, nato e residente a Genzano di Lucania, Vincenzo Di Stasi, nato a Genzano di Lucania e residnete a Banzi, Pasquale Frieri, nato e residente a Banzi, Salvatore Gentile, nato e residente ad Andria, Massimiliano Larotonda, nato ad Asti e residente a Banzi, Pietro Marrottoli, nato a Potenza e residente a Cancellara, Canio Minchio a Venosa e residente a Banzi, Antonio Piccolo, nato e residente a Genzano di Lucania, Francesco Piccolo, nato a Potenza e residente a Genzano di Lucania, Alfonso Rosiello, nato e residente a Potenza, Riccardo Sgaramella, nato e residente ad Andria, Giuseppe Sileno, nato e residente a Venosa, Antonio Stia, nato a San Fele e residente ad Atella, Benedetto Tamburrino, nato a Venosa e residente ad Oppido Lucano, Francesco Tamburrino, nato e residente ad Oppido Lucano, Rocco Teto, nato a Venosa e residente a Genzano di Lucania, Donato Viola, nato e residente a Genzano di Lucania.
La misura cautelare agli arresti domiciliari è stata applicata nei confronti di Massimo Adorno, nato e residente a Venosa, Pasquale Anobile, nato a Venosa e residente a Genzano di Lucania, Giacinto Baldini, nato a Bari e residente a Genzano di Lucania, Michele Balestrieri, nato e residente a Melfi, Rosina Barone, nato e residente a Cirò Marina, Giovanni Cervi, nato a Potenza e residente a Vaglio di Basilicata, Loredana Delfino, nata a Venosa e residente a Genzano di Lucania, Marinella Delfino, nata a Spinazzola e residente a Genzano di Lucania, Rocco Frontuto, nato a Potenza e residente a San Chirico Nuovo, Massimiliano Giannini, nato in Svizzera e residente a Venosa, Angelo Gruosso, nato a Potenza e residente a Oppido Lucano, Donato Lorito, nato a Tricarico e residente a Genzano di Lucania, Vincenzo Manieri, nato a Lorrach (Germania) e residente a Banzi, Rocchino Marmo, nato in Svizzera e residente a Venosa.
Le indagini coordinate dalla DDA di Potenza, hanno avuto inizio nel 2014 e si sono concluse nel 2017.
L’attività amministrativa svolta dalla Polizia Giudiziaria, ha dimostrato l’esistenza di una consolidata filiera di personaggi pugliesi e lucani, impegnata in interazioni illecite con altre consorterie criminali del Vulture Melfese (fratelli Barbetta), consistite sopratutto in rifornimenti costanti di ingenti quantitivi di stupeacente da importanti clan di Andria, a lora volta gravitanti attorno alla figura del narcotrafficante Giuseppe Pasculli, attualmente detenuto presso il carcere di Lecce dal 23 marzo 2018 per pena definitiva con scadenza nel 2027.
Allo stesso tempo le indagini hanno permesso di individuare in Genzano di Lucania (Potenza) la sede operativa della compagine criminale e la principale piazza di un fiorente mercato di droga, gestita sotto forma di oligopolio da un’articolata organizzazione, con la fattiva collaborazione di altri gruppi radicati nella provincia di Potenza.
In particolare, l’elemento di maggiore caratura della consorteria, Antonio Piccolo, è risultato essere il referente esclusivo per i rapporti intrattenuti con rappresentanti di spicco della criminitaà organizzata andriese vicina al clan “Pesce-Pistillo”.
Sono state documentate numerose cessione di droga presso i luoghi più frequentati dal giovani (bar, locali di ritrovo), cristallizzate in arresti in flagranza a riscontro dell’ipotesi investigativa, avvenuti tra Potenza, Genzano, Tolve e Banzi;
Si è delineato, anche mediante attività tecniche, il modus operandi dell’associazione, caratterizzato da:
il ricorso ad un linguaggio criptico nelle conversazioni;
l’utilizzo di articolati congegni di apertura dei vani ripostiglio nelle auto, messi a punto da meccanici compiacenti:
il cambio periodico di vetture e di schede telefoniche (molto spesso intestate a prestanome, anche stranieri, ovvero persone inesistenti);
le modalità di deposito in insospettabili esercizi commerciali (abiti di sposa);
le logiche imprenditoriali per la determinazione dei prezzi di acquisto e di cessione;
lo sfruttamento dei nuclei familiari per l’assolvimento dei compiti;
L’operazione è stata condotta con l’impiego di un consistente numero di ufficiali ed agenti di Polziia GIudiziaria (Circa 120) dei Nuclei Cinofili dei Carabinieri di Potenza, Bari e Chieti, oltre che di velivolo del 7° Nucleo Elicottori di Pontecagnano (Salerno).