Traffico illecito di rifiuti nell’area industriale di Baragiano, intervento di Simonetti (Cseres): La storia si ripete dopo “la Felandina” di Bernalda. Di seguito la nota integrale.
L’operazione giudiziaria relativa ad una azienda, fallita nell’area di Baragiano, trasformata in discarica, rientra tra gli esiti del cattiva gestione delle Asi che, invece di attuare le norme previste per il controllo ed il riutilizzo, ha nno preferito ignorare una situazione che dura da molto tempo.
l’impresa di Baragiano rientra nella platea degli oltre 100 capannoni dismessi o inutilizzati presenti in Basilicata e finanziati con la legge 64, 488 del 1998 e la 219 del 1981.
Un patrimonio di alcune centinaia di Milioni di euro gestiti anche da curatele fallimentari in atto da moltissimi anni, e utilizzato dai rapinatori di rame, di sanitari e materiale aziendale e da pseudo imprenditori per stoccare rifiuti e per uso diverso dalle attività produttive.
Per affrontare la questione del riutilizzo la Regione dà tempo si è dotata di normative per il recupero,il riuso delle strutture abbandonate anche con l’uso dei fondi della Cassa Depositi e Prestiti, oltre alle risorse destinate alla reindustrializzazione. Esistono casi come la ex Sinoro di Tito, la Abl di Balvano, la ex Pamafi diaratea e tante anche negli agglomerati di Tito, Senise, Isca. Vitalba e Val Basento che attraverso interventi degli Enti competenti e della stessa Regione potrebbero essere riutilizzati con nuove iniziative produttive e occupazionali.
La più clamorosa di queste vicende è senz’altro rappresentata dal sito “La Felandina” di Bernalda:
12 capannoni quasi completati da anni rimangono inutilizzati dopo il fallimento e le inchieste penali nonostante oltre 70 milioni, degli oltre centro previsti dall’accordo di Programma, rimangono disponibili presso il Ministero dello Sviluppo.
Mentre tanti addetti ai lavori si affannano ad inseguire le magnifiche sorti della Zes, programma ancora sulla carta, il patrimonio dei capannoni rimane di interesse particolare di speculatori, riciclatori e delle gestioni fallimentari a tempo indeterminato.
La vicenda di Baragiano e quella di Bernalda e le tante altre dovrebbe spingere la Giunta Regionale, gli Uffici di Governo, a definire un piano concreto e attuabile con le risorse disponibili.
Tutto questo è possibile occorre solamente impostare il lavoro ed i programmi anche con il Governo Nazionale e le parti sociali”.