Un triste anniversario per la città di Matera. Sono passati tre anni infatti dal crollo della palazzina di vico Piave, nel centro storico della città dei Sassi. La tragedia, avvenuta intorno alle 7,29 dell’11 gennaio 2014, ha provocato la morte di due persone.
L’11 gennaio 2016, esattamente due anni dopo dal crollo, si sono concluse le indagini preliminari avviate dalla Procura della Repubblica di Matera. In particolare il crollo della palazzina causò la morte immediata di Dina Antonella Favale, di 31 anni, il cui cadavere fu ritrovato alcune ore dopo tra le macerie. Un altro condomino, l’ingegnere Nico Oreste, funzionario del servizio lavori pubblici del Comune di Matera di 57 anni, fu ritrovato vivo sotto le macerie e di conseguenza risultava tra gli indagati ma morì in ospedale il 27 marzo 2014 e il potenziale reato risulta estinto. Le indagini sono state coordinate all’inizio dal procuratore Celestina Gravina, attualmente destinata ad altra Procura e dal pm Annunziata Cazzetta.
I reati ipotizzati sono omicidio colposo e crollo colposo. L’inchiesta è stata supportata dal lavoro dei Carabinieri e da una corposa relazione tecnica eseguita dai periti incaricati, gli ingegneri Michelangelo Laterza e Michele Colella dell’Università degli studi della Basilicata.
Le persone indagate sono tredici: coinvolti proprietari di immobili, tecnici e titolari di imprese, tecnici e dirigenti del Comune di Matera. In particolare le persone indagate sono il proprietario di un immobile al pianterreno nel quale erano stati attivati lavori di riqualificazione; il titolare di una ditta esecutrice di lavori; il progettista delle opere architettoniche; il progettista delle opere strutturali e relativa direzione dei lavori delle strutture; i due proprietari di una palestra attigua al piano terra dove erano in corso i lavori; lo strutturista addetto all’ufficio opere pubbliche del Comune di Matera; il dirigente del settore opere pubbliche del Comune di Matera (attualmente ricopre un altro incarico) e il dirigente del settore gestione del Territorio della stessa amministrazione (era un tecnico esterno convenzionato).
Inoltre risultano ancora indagati, in quanto non è stata inoltrata dalla Procura al Gip formale richiesta di archiviazione, i due ingegneri ufficiali dei Vigili del Fuoco che sono intervenuti per i sopralluoghi nella palazzina di vico Piave il 15 dicembre 2013 e il 9 gennaio 2014, l’ingegnere collaudatore in corso d’opera dei lavori eseguiti al piano terra e la moglie dell’ingegnere defunto.
Non essendo stato notificato a nessuno degli indagati una richiesta di rinvio a giudizio e non essendo stata notificata al Gip la richiesta di archiviazione per coloro che non hanno avuto l’avviso di conclusione delle indagini, a tutt’oggi risultano indagati tutti gli attori sopra menzionati e l’intera vicenda risulta ancora in corso di definizione.
A distanza di tre anni dal crollo della palazzina di vico Piave a Matera si attende la richiesta formale del Pm sia di rinvio a giudizio che di eventuali archiviazioni per i potenziali soggetti attori della vicenda, che siano quindi considerati responsabili oppure estranei ai fatti. Di conseguenza sarà fissata l’udienza preliminare presso il Tribunale di Matera, nella quale il giudice stabilirà chi dovrà sostenere il processo penale sulla vicenda.
Michele Capolupo