“Io risponderò alla mia coscienza e il resto verrà. E lo faccio esattamente con spirito di servizio come ho sempre provato a fare nella mia vita”. Lo ha detto Marcello Pittella, presidente della Regione Basilicata, sospeso dall’incarico per effetto della legge Severino, in quanto coinvolto in una inchiesta giudiziaria della Procura di Matera, incontrando i giornalisti nella sua residenza di Lauria. Alla domanda sulla possibilità di “ripartire”, Pittella ha risposto: “Vedremo. Mai dire mai perché non sono mai stato un ipocrita e forse pago anche questo. Ma vedremo nel tempo cosa accadrà. Mi sento come un pugile che sul ring combatte la battaglia per il mio unico obiettivo ora è restituire ai tanti che credono in me e a me stesso quel sorriso che è stato oggettivamente tolto. Devo difendere la mia dignità”.
“Non voglio fare di tutta l’erba un fascio perché se è sbagliato dire che tutti i politici sono corrotti, lo è anche dire che lo sono tutti i magistrati. Ci sono magistrati di grande qualità e ci sono, come in politica, anche magistrati che probabilmente non svolgono in piena coscienza il loro lavoro. Come fa un cittadino a credere nella giustizia se ha ragione in Cassazione e gli danno torto in periferia? Io a chi mi devo rivolgere per avere ragione? La mia è una sorta di grido d’allarme. Devo pensare che non si vuole concedere la ragione a Pittella? C’è un motivo per cui non mi va concessa la ragione, sono un uomo cattivo? Non so se si sta esercitando la libertà democratica propria di un Paese civile. Non potete avere idea di quanta gente mi ha dimostrato che mi vuole bene, ma bene davvero. Certo, c’è anche chi sta sempre sul crinale ed è pronto a cambiare carro perché uno ha rallentato o si è fermato e l’altro sta andando avanti. Ma quello lo affido al perdono di Dio”.
“Avverto delusione e preoccupazione, del resto la Cassazione ha dato pienamente ragione all’indagato Pittella e sostanzialmente ha detto in 18 pagine che non dovevo essere arrestato. Mi sembra inspiegabile quello che sta accadendo e continuo a combattere con le armi che sono a disposizione di un cittadino. Pittella ha ribadito di non essersi dimesso per senso di responsabilità nei confronti dei cittadini. “Giungo alla Cassazione che dopo mesi si pronuncia demolendo di fatto l’impianto accusatorio e mi restituisce il sorriso e la possibilità di credere nella giustizia – ha aggiunto – dopodiché da’ un indirizzo preciso al Tribunale del Riesame che ieri ha rigettato con tre righe quanto disposto dalla Suprema Coorte. Per un cittadino è lecito chiedersi se siamo in uno stato di diritto. Ed io sono particolarmente preoccupato di questo”. “Quando commetto un errore come medico, e vale per tutti i cittadini, ne pago le conseguenze – ha insistito Pittella – ma altri quando commettono un errore non solo no lo ammettono, ma insistono e perseverano nell’errore, non pagando nulla. La mia non dimissione – ha concluso -risponde ad una esigenza di responsabilità nei confronti dei cittadini. Io non ne ho benefici. La libertà sta nel rincorrere la verità”.
Avete dignità?!? Ahaahaha