La madre della cantante lucana Arisa è tra gli indagati nell’operazione “Il canto delle sirene” sulle percezioni indebite di pensioni di invalidità e assegni di accompagnamento ai danni dell’Inps: la notizia anticipata stamani dalla trasmissione di Canale 5 “Mattino Cinque” ha trovato conferma negli ambienti giudiziari di Potenza.
Lunedì 23 settembre l’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza ha portato a cinque arresti domiciliari eseguiti dalla Squadra mobile del capoluogo lucano, e a 40 indagati complessivi.
I particolari dell’operazione sono stati illustrati dal Procuratore della Repubblica, Francesco Curcio, dalla pm Sarah Masecchia e dal dirigente della Squadra mobile, Donato Marano. Sono agli arresti domiciliari Carmela Abate, Francesco Di Giovanni, Antonio Covella, Umberto Sica e Annina Di Giacomo mentre è scattato il provvedimento di interdizione dai pubblici uffici, per Aurora Leone De Magistris, 40 sono gli indagati, tra cui anche la madre della cantante Arisa. Sono inoltre state effettuate due perquisizioni nei confronti di un ex componente di un Caf e di un medico potentino.
Le indagini sono cominciate circa un anno e mezzo fa grazie a un’intercettazione, per un diverso filone di indagini, da cui sono emerse tracce del meccanismo. Alcuni «faccendieri” reclutavano gli anziani disposti a fingersi invalidi, seguendo poi l’iter burocratico in tutte le sue fasi: una volta ottenuto il beneficio economico, gli arretrati di pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento venivano divisi in parti uguali tra faccendieri, sanitari e il falso invalido, con una quota ai medici in relazione a una specifica tariffa, e altri mille euro per ogni causa «aggiustata». Dai pedinamenti e dalle osservazioni ambientali sono emersi poi casi «paradossali», con un falso cieco ripreso mentre giocava a carte, una persona affetta da una grave patologia depressiva che partecipava quasi quotidianamente a rassegne canore come cantante folk, e un altro falso invalido che si presentava dal medico sulla sedia a rotella, il quale una volta a casa si “rialzava” e andava a coltivare il proprio terreno. Il danno stimato per lo Stato, fino a ottobre dello scorso anno, è stato di circa 130 mila euro.