Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata dall’avvocato Valeria Carmela Giorgio in cui si denuncia “il grande bluff dell’accesso al fondo per le vittime di usura”. Di seguito la nota integrale.
Quella che stiamo per raccontarvi è una triste storia il cui protagonista è stato vittima perfetta di un intero sistema: dalle banche, alle Istituzioni, alle associazioni.
Il sig. Michele Satriani nel lontano 1990 ha costituito una società per la realizzazione ed il montaggio di apparati telefonici. Nel 1996 si è rivolto per la prima volta ad un istituto di credito del potentino per chiedere la concessione di un mutuo necessario all’ampliamento dell’attività che, nel frattempo, stava riscuotendo un discreto successo.
Sennonché, nel 2002 il sig. Satriani, dopo essersi aggiudicato importanti appalti dall’allora Telecom, ha dovuto chiedere un ulteriore credito per avere la liquidità necessaria a prestare le garanzie del caso.
Dopo quest’ultima richiesta per lui e la società è iniziato un vero e proprio calvario giudiziario e burocratico che ad oggi sembra ancora non finire.
E già, perché già nel corso dello stesso 2007 il sig. Satriani, non riuscendo a pagare più le rate del mutuo a causa del loro ammontare decisamente oneroso sospettava che l’applicazione degli interessi, rispetto ai due muti innanzi citati, cosicché decideva di far periziare i contratti avendo effettivo riscontro che l’Istituto di credito a cui si era rivolto aveva applicato interessi a tasso usuraio.
Immediatamente sporgeva denuncia querela alle preposta autorità che, riscontrata la fondatezza delle accuse esposte, incardinavano un procedimento penale presso il Tribunale di Potenza.
Alla ricerca di un sostegno e di un aiuto si rivolgeva ad una delle associazioni maggiormente rappresentative del potentino in materia di usura ma si sentiva rispondere che non offrivano assistenza legale gratuita, cosicché per difendersi è stato costretto a rivolgersi ad un legale di fiducia accollandosi le ingenti spese che tali procedimenti scaturiscono.
Decideva così, sempre nel 2007, strozzato dagli enormi esborsi effettuati per difendersi e dai debiti che continuavano a lievitare per effetto dell’applicata usura, di chiedere aiuto allo Stato mediante la richiesta di accesso al fondo di solidarietà per le vittime di usura istituito per consentire a persone vittime di tali reati, soprattutto laddove rivestano la qualità di imprenditori potenzialmente più vulnerabili rispetto a tali fatti delittuosi, di reinserirsi nell’economia reale.
Ebbene, nonostante sia trascorso più di un decennio da quella richiesta ed il primo grado del procedimento penale si sia concluso con una sentenza di condanna per la banca ed il contestuale riconoscimento delle ragioni del Satriani ad oggi, con stupore ed altrettanto imbarazzo ed indignazione, questo vedere recapitarsi finalmente nei giorni scorsi un riscontro alla sua richiesta di accesso al fondo di solidarietà a dir poco vergognoso con cui la Prefettura di Potenza lo informa che l’Ufficio competente ha deliberato la concessione di un mutuo di € 35.356,42 a ristoro del danno da interessi usurari, tacendo completamente di menzionare la parte relativa al mutuo agevolato sì come richiesto nel lontano 04.12.2007!
Per fortuna il sig. Satriani è stato supportato in questa triste vicenda dalla sua famiglia sebbene non nasconde che spesse volte sconfortato dall’abbandono generale ha pensato di compiere gesti estremi non vedendo alcuna via di uscita e sentendosi vittima due volte: dell’usura e del sistema.
Infatti ad oggi il sig. Satriani non ha ancora concluso il suo calvario nonostante il danaro richiesto a titolo di mutuo agevolato al fondo di garanzia sarebbe necessario a permettere ad un onesto cittadino e brillante imprenditore, quale lui è, di reinserirsi effettivamente nell’economia reale.
Auspicando in una sensibilizzazione ed in un’azione che porti finalmente ad un iter meno farraginoso nella tutela delle vittime di tali meschini ed odiosi reati attendiamo con ansia che il calvario del sig. Satriani possa quanto prima trovare un felice e giusto epilogo e rammentando al contempo che un iter più snello potrebbe sortire l’effetto di incoraggiare vittime che magari oggi non denunciano perché si sentono sole ed abbandonate, proprio come il sig Satriani.