Gli Architetti per una “Urbanistica partecipata” secondo i principi di equità, efficienza e sostenibilità ambientale
Il rinnovo della Amministrazione Comunale e le recenti polemiche conseguenti all’adozione di “inopportune” delibere Commissariali, che metterebbero serie ipoteche sul futuro urbanistico di pezzi di Città, ha trovato nella realtà degli Architetti materani la disponibilità ad un coinvolgimento in un dibattito cittadino sui temi della qualità urbana. Diventa indispensabile intervenire nel dibattito riguardante le scelte per lo sviluppo futuro previsto dalla pianificazione che si esplicherà attraverso gli strumenti urbanistici definiti dalla Legge Urbanistica Regionale n. 23/99 su “Tutela, governo ed uso del territorio” come il Regolamento Urbanistico (RU); il Piano Strutturale Comunale (PST); il Piano Operativo (PO) ed il Piano Strategico. Si pone, allora, l’esigenza di capire non solo come questi processi saranno gestiti e governati affinché possano garantire qualità alla città ma anche la necessità di condividere modalità di partecipazione allargata, nello spirito della nuova cultura di gestione e governo del territorio.
“Da qui la nostra proposta – come sostenuto dal Presidente dell’Ordine degli Architetti di Matera, Eustachio Vincenzo Olivieri, in una lettera inviata al Sindaco della città, Salvatore Adduce- di avviare occasioni di confronto tra progettisti, amministratori e costruttori sulla riqualificazione e rigenerazione urbana a Matera, non solo delle periferie ma anche del centro storico e dei suoi antichi rioni Sassi. Preliminarmente vorremmo suggerire, dunque, quanto utile possa diventare la creazione di un tavolo tecnico permanente fra Comune e professioni tecniche a carattere consultivo, unitamente alla creazione della Commissione Comunale per l’Edilizia, la Qualità Architettonica ed il Paesaggio. Certamente una prima serie di questioni che la nuova Amministrazione Comunale, a cui l’Ordine degli Architetti augura un proficuo e sereno lavoro, riguarderanno il nodo della Questione Urbanistica cittadina ed il governo del suo territorio”.
Gli interventi previsti dalle norme del Piano Casa, sono in “deroga agli strumenti urbanistici comunali vigenti” e azzerano, di fatto, i principi alla base della pianificazione e della progettazione urbana, indebolendo il ruolo dei Piani Regolatori e inficiando il valore civile della stessa Pianificazione urbana .
“Infatti sebbene abbiamo già pubblicamente riconosciuto – continua Oliveri- come la promozione di Programmi Integrati di Intervento per l’Edilizia Residenziale Sociale appare positiva soprattutto se tende migliorare e rigenerare energeticamente parti del tessuto urbano privi di qualità, invece che occupare nuovi suoli agricoli, tuttavia tali Programmi Integrati andrebbero legati, per affrontare realmente con efficacia e competenza l’emergenza abitativa sociale, ad un più vasto ed organico programma di riqualificazione energetica di case, quartieri e periferie. L’Ordine ritiene urgente che il Comune superi il ritardo accumulato nella definizione della sua regolamentazione Urbanistica dotandosi, finalmente, dei necessari strumenti urbanistici che definiscano gli ambiti per le trasformazioni della città. E’ fondamentale, infine, sottolineare la necessità di fissare regole e norme oggettivamente interpretabili, annullando di fatto ogni discrezionalità interpretativa che grave danno producono ai professionisti e ai cittadini”