I 40 anni della Regione Basilicata, intervento del consigliere Luca Braia
E’ emersa con tanta forza, in questa importante giornata di celebrazione, come la Regione Basilicata nel suo 40° compleanno, fiera della propria storia, rimane saldamente legata all’Europa e alle sua evoluzione.
E’ una regione, infatti, che interpreta con pienezza il ruolo che l’Europa le assegna, attraverso il suo Comitato delle Regioni che per ora svolge un ruolo consultivo, ma, anche di vigile presidio del rispetto del principio della sussidiarietà.
La Basilicata festeggia anche un modello di governance che ha appreso nel tempo, sperimentando nei fatti e con trasparenza un modello federale ispirato alle sue tradizioni di solidarietà e di accoglienza, dimostrando il vecchio adagio che dice: “un ricco futuro poggia su un solido passato”.
Questa sperimentazione ci consente dopo 40 anni di festeggiare, un vero e proprio “modello” lucano, che con orgoglio possiamo affermare, ci viene riconosciuto da più parti.
Un modello che oggi, nel secolo dei nazionalismi brevi, potrebbe avere importanti ricadute, sicuramente benefiche, sia sulla cultura politica localistica e sia su quella a respiro europeo.
Massimi interprete lucano di questa nostra vocazione è il vicepresidente vicario del parlamento europeo Gianni Pittella che a questo nostro modello si ispira e che oggi lo rappresenta con competenza e fierezza nel mondo.
Nelle sagge parole espresse dal Senatore a vita Emilio Colombo, ho ritrovato le personali ansie e quelle di una generazione come la mia, che non si vuole rassegnare a vivere il presente consumando tempo prezioso nella ricerca di una riforma federale, interpretata ormai da troppe persone come l’unico antidoto al declino economico della nostra nazione, nella consapevolezza che una deriva “leghista” possa determinare i presupposti di una scellerata lacerazione dell’Unità d’Italia proprio nel suo 150 ° Anniversario.
Ma oggi dobbiamo celebrare anche il ritorno ad un sano spirito di autocritica, ad una visione capace di enumerare, anche, le cose che potevamo e non abbiamo saputo fare, oltre, a quelle che invece abbiamo fatte e di cui dobbiamo andare fieri.
L’esperienza del presidente De Filippo e l’entusiasmo di un consiglio Regionale in buona parte rinnovato, sono le migliori premesse per inaugurare una nuova legislatura che mi auguro sia di svolta e che si dimostri in grado di realizzare le molte cose ancora da fare, compreso la riforma del nuovo statuto.
Si tratta di vere e proprie operazioni verità che per scardinare luoghi comuni e cattive abitudini.
Tra quelle da fare resta la piena realizzazione di una più piena cultura della valutazione dell’impatto che le scelte politiche hanno su cittadini in particolare sui giovani e sulle donne.
Tra le innovazioni da introdurre nello statuto dobbiamo, tra l’altro, assumere in politica lo stesso concetto di “tempo” che vige tra gli imprenditori, tra i lavoratori e tra le donne che pur avendo una visione strategica e di senso dell’obiettivo dividono il proprio tempo in ore e minuti e giorni e non solo in mesi ed anni.
Il modello lucano deve uscire da quella dimensione tradizionale il tempo dei contadini legato all’alternarsi ciclico delle stagioni che affascinò i nostri letterati ed i nostri artisti e deve entrare in una dimensione più europea legato ai ritmi dell’innovazione e della modernità.
La prossima fase dovrà su questo dare un contributo determinante per invertire quel trend che vede questa nostra terra perdere, ogni giorno che passa abitanti. Lavoriamo tutti assieme per fare un nuovo passo verso quel futuro di giustizia e libertà.
Ideali questi per i quali i padri costituenti si sono battuti e che oggi, a 40 anni dalla nascita della regione, onoriamo con rispetto e senso delle istituzioni.
Consigliere Regionale Luca Braia
Sarebbe un bel compitino di Italiano per gli esami di terza media che si stanno svolgendo in questi giorni. Qualche errore non grave di grammatica, più che giustificabile. Giustificabile anche l’inevitabile ammiccamento ai politici più importanti, Pittella e Colombo. Sulla “saggezza” di quest’ultimo, però, avrei qualche dubbio, certamente non lo indichereri ai giovani come modello, viste le cattive abitudini alimentari emerse clamorosamente qualche anno fa.