I Lions della Torre Metellana di Matera alcuni giorni fa hanno regalato alla città una bella e pacata conferenza sulle scottanti questioni in campo bioetico che la fecondazione assistita e la ingegneria genetica stanno ponendo oggi. A introdurre i lavori è stato il brillante Dr Cellini: mentre le relazioni sono state tenute dall’immarciscibile Don Leo Santorsola e dal Prof. Corbellini membro del comitato nazionale di bioetica. L’argomento così scottante, spesso suscita passioni e scontri sconvolgenti ma, in questo caso, i due relatori sono stati pacati ed equilibrati evitando il brutto vezzo tutto italiano di dilaniarsi in contrapposizioni ideologiche che spesso fanno perdere di vista i dati concreti. Già i dati concreti! Dal dibattito e dalla stessa introduzione scientifica di Cellini, brillante scienziato di Agrobios, infatti è emerso che ormai non è più necessario andare a sfrugugliare l’embrione umano per ottenere cellule toti-potenti; ma che è oggi possibile ottenerle anche da cellule somatiche e da quelle cordonali. E’ chiaro che , se così è, si possono salvare capre e cavoli: ovvero conciliare ricerca e principi etici.
Tuttavia il dato più rilevante, a parte il prezioso contributo dei relatori, è stato il dibattito che si è sviluppato. Chi scrive non ha potuto non registrare chiari segnali di “insofferenza” da parte di noti dirigenti medici delle ASL locali alle tesi che salvano “capre e cavoli”. Il loro intervento ha fatto rilevare, da una parte, il “disagio” degli operatori nel non poter dare risposte sanitarie a chi ha grosse patologie che attendono di essere “risolte” dalla ricerca genetica sulle cellule embrionali (?). Impostazione falsamente compassionevole visto che la ricerca sulle cellule embrionali non ha dato ancora una risposta, dico una, alle malattie di tipo genetico! La cosa però più grave è che il più “ noto” dei dirigenti sanitari si è lamentato del fatto che a Matera ancora non è stata avviata la donazione del cordone ombelicale. Un faccia di bronzo di rara audacia! Il noto dirigente, -chiamiamolo Toby- non può certo ignorare che nel presidio ospedaliero di Matera, nel lontano luglio 1990 fu effettuato il primo prelievo di cellule staminali cordonali finalizzato alla guarigione dell’anemia mediterranea (esperienza pubblicata e resa oralmente durante il congresso dell’associazione di immunologia e biologia del trapianto Genova 1999).
Non può certo cancellare che Matera, grazie ad un medico “innovativo e dinamico” -chiamiamolo Red- suo nemico giurato di oggi, ma ex amico per la pelle di ieri (è inutile dire che proprio dal cartone di Red e Toby si è tratta ispirazione per descrivere la nostra storia!), ha collaborato, insieme a pochissimi centri, alla definizione del protocollo italiano per la raccolta, la manipolazione e il congelamento delle cellule staminali cordonali. Non può aver dimenticato che grazie al determinante aiuto in termini finanziari dell’ADMO (associazione donatori midollo osseo) di Basilicata e di Tecnoparco nel 1997 fu “creata” nel presidio ospedaliero di Matera una banca di cellule staminali cordonali. Non gli fa onore come dirigente sottacere che due unità cordonali della banca materana furono trapiantate con successo presso il centro trapianti dell’università di Pavia su altrettanti pazienti della nostra provincia affetti da anemia mediterranea permettendo così loro di liberarsi dalla schiavitù delle trasfusioni periodiche.
C’è da chiedersi piuttosto perchè Toby non si onora del fatto che la banca delle staminali di Matera, insieme ad analogo centro del presidio ospedaliero di Treviso, ha iniziato ad interessarsi della ricerca nel campo dell’amplificazione del differenziamento delle cellule staminali cordonali mediante esperimenti di trasformazione genica con il metodo biolistico, delle predette cellule.
Perché Toby ha gettato nell’immondizia questa straordinaria esperienza e competenza acquisita a Matera capace di aprire una collaborazione con l’università di Padova dottorato di ricerca in Ingegneria Tissutale ?
Perché Toby ha permesso che la “politica” azzerasse l’esperienza e la competenza di Red e degli operatori sanitari del presidio ospedaliero di Matera nel campo delle cellule staminali ? Perché consente a Red di fare il medico solo in Albania o addirittura sta provando a cacciarlo dal suo posto di lavoro ?
Per chi scrive ci sono ragioni personali ed antropologiche insieme. Le ragioni personali sono forse le stesse che contrapposero Salieri e Mozart: il meno “dotato” (ma pur sempre dotato!) usa e cerca il potere per interdire e frenare il più creativo e dinamico collega. Le ragioni invece antropologiche sono tutte espresse nella metafora tutta materana del “bos lassus”. Ambienti dove gli abitanti sono sonnacchiosi, abulici, pigri, indolenti sopportano con crescente fastidio questi iper-attivi rompiscatole che turbano l’armonia ed il silenzio che la siesta pomeridiana esige. Poi se questo iper-attivismo è persistente alla fine hanno violente scariche di adrenalina, si risvegliano feroci e si coalizzano (è l’unico caso in cui ciò avviene !) per dare dure lezioni a chi si è permesso di violare la loro cronica indolenza. Red forse è stato vittima di questa attitudine antropologica materana. Forse ci ha messo del suo con quella sua granitica e sfrontata fierezza, con quella sua indisponibilità tutta giacobina ad andare a compromessi. Forse c’è tutto questo; ma non possiamo certo tollerare come materani che cali il silenzio degno del miglior PCUS su meriti che la nostra città ha saputo acquisire in campo scientifico nel settore. Non possiamo non indignarci per un patrimonio culturale e scientifico ferocemente disperso ed azzerato!
Francesco Vespe