Con l’ulteriore incremento della Tarsu, Potenza si classifica ai primi posti tra le città capoluogo come costo a mq della tassa.
La situazione viene ulteriormente appesantita se si va a paragonare quel costo alla quantità di rifiuti smaltiti.
La Basilicata è la regione che produce meno rifiuti pro-capite all’anno e cioè 386 chili.
Durante la permanenza nella città capoluogo di Regione calcolai che il sacchetto settimanale di rifiuti mi costava, circa, 10 Euro
Se la spesa regionale è inferiore a quella nazionale lo si deve alla città di Matera( sarebbe bene non farlo sapere in giro) dove il costo a mq della Tarsu è circa 1/3 rispetto a quella di Potenza.
Parlare di T.I.A. ( Tassa integrata Ambientale) credo si utopia eppure avrebbe dovuto sostituire del 1 Gennaio scorso la Tarsu..
Solo il 15% dei Comuni italiani l’ha già adottata
La Tia, come è noto, è la tassa che ha come riferimento la quantità di rifiuti prodotti e non già i mq dell’appartamento disponibile.
Se Potenza applicasse la TIA , mantenendo gli attuali parametri, con molta probabilità avrebbe la tariffa più elevata nell’intero scenario nazionale.
Il quadro dei rifiuti appare più preoccupante perché sembra che non si sia capito bene il problema ed il modo di approcciarsi ad esso.
Il circuito virtuoso è quello della raccolta differenziata cosiddetta porta a porta che può anche essere gestita a livello condominiale e non già necessariamente per ciascuna abitazione, essa porta rapidamente a valori d differenziata superiori al 50%.
Questo significa ridurre l’uso delle discariche e non ci sarebbe bisogno di doverle ampliare ad ogni piè sospinto e di far fare alla monnezza il tour della Basilicata.
L’approccio non è purtroppo compreso, infatti il comune di Lauria sta attrezzando un impianto in cui si dividono i materiali ferrosi dall’umido che verrà destinato alla discarica e dal secco che sarà avviato all’inceneritore. Ovviamente il secco prodotto non saranno ecoballe perché gli inerti non vengono selezionati e neppure le plastiche, quelle non clorurate; resta fuori dalla selezione la carta ed il cartone, la plastica, il vetro ed immagino anche le medicine, le batterie ed i solventi.
Non siamo in presenza di ecoballle da utilizzare come CDR ma solamente di rifiuti da bruciare in barba all’emissione di diossine , del particolato ed ogni ben di Dio.
Anche a Matera c’è un impianto di compostaggio.
Le vasche del compost sono utilizzate per discarica e con il secco si sono create montagne di balle che sono in attesa di destinazione.
Quale sarà la loro destinazione finale? Non è difficile prevedere un inceneritore o un impianto passato per tale.
Anche il commissario dell’Ato unico si esprime in maniera piuttosto timida, come è proprio per un organismo “istituzionale” sistemato nell’ambito delle poltrone di sottogoverno disponibili.
Bisogna dire che senza la differenziata non se ne esce, certo che così facendo i rifiuti smettono di essere un business per imboccare la via virtuosa del riutilizzo.
Detto tutto questo bisogna dire che piccoli investimenti, nella fase di avvio, bisogna però farli: i contenitori per la differenziata, gli impianti di trasferenza , non ci si inventa nulla, ci sono società specializzate che hanno fatto la loro fortuna sulla differenziata da oltre 40 anni.
Per tornare all’Acta di Potenza oltre a stressare i cittadini, tramite il Comune, con la elevata tariffa finisce anche in rosso e poco si giustifica un costo per il Consiglio d’Amministrazione pari ad un Meuro. Se il sevizio fosse esternalizzato basterebbe al massimo un dirigente; il rapporto tra diretti ed indiretti che è pari al 20% credo si ridurrebbe , il rapporto potrebbe anche essere maggiore se non tutti gli operai sono addetti alla produzione e per poi, alla fine di tutto, si avviano i rifiuti in discarica e si attende fiduciosi l’attivazione di un vecchio arnese ridefinito eufemisticamente” “termovalorizzatore” e del quale non si sono quantificati neppure i costi di gestione.
Ricapitolando: percentuale di raccolta differenziata molto bassa e che si incrementa annualmente in maniera insignificante, Tarsu elevata e forse- rapportata alla quantità di rifiuti prodotti- la più elevata a livello nazionale, conti in rosso , posti di sottogoverno –trasversali- denominati Consiglio d’Amministrazione.
Vendere la S.p.A.? E’ molto improbabile, i privati acquistano le società pubbliche che funzionano a debito, le spolpano e le restituiscono scheletrite.
E’ sempre successo così in Italia; ipotizzare di vendere un carrozzone è pura illusione, forse non si trova interlocutore neppure a volerla regalare.
Credo ci sia poco da gioire.
Pio Abiusi