UN SENSO AL RIMPASTO DELLA GIUNTA PROVINCIALE NIGRO-TER.
Può sembrare strano ma i Verdi di Basilicata stanno subendo l’assedio di un progetto brutale di polverizzazione e conseguente spartizione da parte della Casta materana. Il progetto era il seguente: l’area di centro con i centristi di Matera mettono a punto la strategia di alimentare nei Verdi due fazioni e ad ognuno di queste vengono date garanzie dal presidente della provincia Nigro (le stesse cose vengono garantite sia ad una fazione che all’altra) a rimpasto concluso lo scotto – la presenza in Giunta poteva andare o al partito con il Consigliere eletto o all’ex Assessore esterno e già mai ad entrambi – avrebbe messo le fazioni vistosamente in battaglia aperta mentre una parte di questo stesso centro si accaparra le figure istituzionali elette nei Consigli dalla prima fazione – facendogli credere di accoglierli e proteggerli -, mentre l’altra parte dei centristi si accaparra le figure esterne di governo, nominati senza essere stati eletti – garantendoli nelle istituzioni (assessorato e collaboratore) della seconda fazione.
I centristi lavorando separatamente ma in armonia per la realizzazione dell’unificazione successiva di queste due fazioni dei Verdi in una fase successiva di fusione del “Grande Centro” (i consiglieri regionali del centro popolare, e le due fazioni degli ex Mastelliani). Quando nessuno avrebbe avuto più tempo per redimersi dall’inganno le parti del centro con le rispettive fazioni dei Verdi si sarebbero riunite sotto lo stesso tetto per le grosse impervie delle elezioni Provinciali ed Europee della prossima primavera 2009.
In questo progetto la casta materna giustifica la permanenza del Consigliere Nicola Marino a Presidente del Consiglio da indipendente, la conferma di Pompeo Assessore senza rappresentante in Consiglio, la conferma di Di Gilio senza rappresentante in Consiglio, l’aversi mangiato l’Assessore di Rifondazione Comunista, quello dei Verdi: escludendo scientemente e di fatto Rifondazione, Verdi, IDV e Comunisti Italiani da qualsiasi rappresentanza (il 18% dei consensi del 2004).
Avallante di tutta la vicenda è il vecchio PD che per non uscirne rotto e per garantirsi la presidenza alle prossime provinciali 2009 ha permutato il tutto con la presidenza del Consiglio al centro (Marino), la presidenza della Giunta al Centro (Nigro), la maggioranza in Giunta al Centro 5 su 8 (Nigro, Pompeo, Bona, Di Gilio, Santarsia). Ma se osserviamo bene la situazione, Nigro ha portato a casa anche un altro tipo di maggioranza in giunta: quella degli esterni (dei non eletti Consiglieri): Nigro, Pompeo, Bona, Di Gilio, Iannuziello che è quella a prova di cataclisma.
Il secondo avallante è stato Sinistra Democratica (non so se consapevole o inconsapevole) che rinunciando all’abbattimento dei costi della politica (sosteneva di tagliare gli assessori da 8 a 6 e professava un nuovo modo di fare politica a sinistra) e per promuovere la “nuova sinistra” ha incassato la delega da Vicepresidente della Giunta condividendo nei fatti la “strategia” del “nuovo” PD.
Nigro non è un garante per la coalizione o per i partiti che l’anno eletto ma è solo garante di se stesso e per la conservazione della CASTA che lo sorregge. Ha calpestato i partiti, i consiglieri provinciali che hanno avuto il consenso popolare ma non quello dei Popolari Uniti, l’intero Consiglio mantenendo Marino Presidente del Consiglio da indipendente, l’elettorato avendo designato quattro Assessori esterni che non sono stati eletti dai cittadini – quando ben sappiamo che i cittadini vogliono vedere sul territorio Assessori sostenuti dal consenso che le comunità hanno espresso.
La considerazione finale è che in un senso unico, questo rimpasto ha più sensi compreso quello che Nigro a garantirsi tante maggioranze in Giunta metterà a rischio quella in Consiglio provinciale che già vacilla di per sé.
Il vice segretario dei Verdi Claudio Labriola