Si è chiusa in anticipo la nuova seduta del consiglio comunale convocata in sessione straordinaria nel pomeriggio a partire dalle ore 16. Dopo aver atteso per oltre mezz’ora i protagonisti del dibattito politico il consiglio comunale ha discusso i primi quattro dei sette punti all’ordine del giorno, che riportiamo in basso come da convocazione ricevuta dall’ufficio stampa del Comune di Matera.
Dopo aver discusso sulle problematiche della scuola pubblica, sul servizio di mensa scolastica comunale e sul potenziamento dei collegamenti autostradali e stradali del tratto Matera – Gioia del Colle è mancato il numero legale al momento di affrontare il tema del referendum sull’acqua pubblica e moratoria delle norme sulla privatizzazione del servizio idrico integrato. Dunque tutto rinviato alla prossima seduta, che a questo punto dovrebbe essere quella di giovedì 18 novembre, come indica il comunicato ufficiale del Comune.
Di seguito l’intervento integrale del Consigliere Comunale Fabio Mazzilli in merito alla vicenda della “privatizzazione dell´acqua”, argomento portato in aula dalla maggioranza e su cui è poi mancato il numero legale. L´argomento in questione è il decreto Ronchi in materia di acqua con cui si forniscono indirizzi per la gestione (non la proprietà) del bene acqua attraverso enti di gestione anche a titolo pubblico – privato sul quale lo stesso Senatore del PD Bubbico ha fatto chiarezza con un emendamento in Senato. Il decreto è stato votato anche da PD, oltre a PdL e Lega, con la contrarietà dell´IdV, di qui le contraddizioni nate in aula in merito ad un OdG sponsorizzato da associazioni operanti in ambito acque e fatto proprio e presentato dall´IdV in altri Comuni governati dal centro-sinistra e prontamente bocciati, così come avvenuto ad esempio al Comune di Modena. La seduta è stata sciolta dato che è venuto meno il numero legale non essendo stata raggiunta una intesa comune, nemmeno all´interno della maggioranza su un tema che si presta a facili strumentalizzazioni, in cui la parola privatizzazione è furbescamente tradotta in proprietà privata piuttosto che inquadrata nell´esclusivo ambito di gestione, in cui i prezzi al consumo sono forniti comunque da enti pubblici, così come non è in discussione la proprietà del bene acqua ma si vuole dare semplicemente ai privati la possibilità di intervenire sulla gestione della distribuzione, un modo per fare impresa e magari limitare gli sprechi di denaro e di acqua che purtroppo caratterizzano il settore.
Il consigliere comunale del PDL Fabio Mazzilli
Di seguito l’intervento integrale a firma del Gruppo Consiliare “Italia dei Valori” sull’ordine del giorno “Referendum acqua pubblica e moratoria delle norme sulla privatizzazione del servizio idrico integrato”.
Come noto con l’approvazione definitiva dell’art. 15 del decreto 135/09, (“decreto Ronchi”) convertito con modificazioni nella legge 166/2009, in merito all’obbligo di messa a gara della gestione del servizio idrico – il governo ha sottratto l’acqua potabile ai cittadini per consegnarla, a partire dal 2011, agli interessi delle grandi multinazionali e farne un nuovo business per i privati. Si tratta della mercificazione di un bene essenziale alla vita, della consegna al mercato di un diritto umano universale. Un provvedimento preso, ancora una volta, senza informare i cittadini e senza coinvolgere i comuni. Sono stati cancellati quei pochissimi margini concessi alle amministrazioni locali di mantenere la gestione c.d. “in house” di servizi fondamentali come l’acqua. In buona sostanza una perdita di autonomia e di ruolo decisionale dei comuni sui servizi e beni come l’acqua potabile. Poteri locali, partecipazione dei cittadini, democrazia, federalismo rimangono a questo punto soltanto delle parole vuote.
Tutto ciò mentre in Europa la privatizzazione dell’acqua si è bloccata, in Francia la gestione verrà di nuovo pubblicizzata, la Svizzera ha dichiarato l’acqua non suscettibile di privatizzazione, gli Stati Uniti si rifiutano di privatizzare l’acqua che resta gestita dai Municipi…. da noi invece, grazie a questo provvedimento i nostri rubinetti verranno consegnati alle imprese private le quali, statene certi, decideranno la politica dell’acqua solo a loro esclusivo vantaggio.
Il provvedimento è soprattutto diretto ad aumentare la presenza dei privati nella gestione dei servizi pubblici locali ed evitare qualsiasi controllo pubblico nella gestione dei servizi. Il pubblico può rimanere ma è il privato che decide quanto e come investire.
Sono d’accordo che alcuni mali andavano e vadano estirpati nei servizi pubblici quali i costi inutili e la mancanza di efficienza, ma certamente non spostando la responsabilità a dei privati che in quanto tali sono legittimati ovviamente a fare il loro interesse con l’avvallo delle istituzioni e a scapito dei cittadini utenti. I profitti si fanno abbassando gli investimenti e alzando le tariffe. I privati se non regolamentati non portano efficienza. Con questo provvedimento si assisterà alla sostituzione di monopoli pubblici con monopoli privati. Nei comuni italiani in cui la privatizzazione della gestione dell’acqua è già avvenuta si sono avuti aumenti dal 170% al 530% senza un corrispondente aumento né di efficienza né di investimenti per ridurre le perdite di acqua delle reti idriche.
Si chiude così un lungo e duro scontro politico ed istituzionale sulle privatizzazioni dei servizi pubblici locali, uno scontro che va avanti da alcuni anni e che ha visto contrapposto da una parte la stragrande maggioranza degli enti locali e alcuni partiti e dall’altra i cosiddetti poteri forti che trovano sostegno politico sia in settori del centro destra e sia del centro sinistra.
Il partito dell’Italia dei Valori non solo si è opposto con determinazione alla approvazione del provvedimento di privatizzazione in sede parlamentare, ma ha come noto ha raccolto le firme per un referendum abrogativo.
Al riguardo va evidenziato che la proposta di legge sull’acqua presentata a fine ottobre dal Partito Democratico che a parole avrebbe dovuto fermare la privatizzazione ma il testo presentato non regge alla prova dei fatti in quanto all’art. 7 prevede “il servizio idrico integrato è un servizio economico di interesse generale ai sensi dell’art.86, comma 2 del Trattato dell’Unione europea ” formula che l’Unione Europea individua per definire quei servizi che possono essere gestiti da soggetti di diritto privato.
Ciò premesso, si condivide il contenuto dell’ordine del giorno e l’intervento del capogruppo del PD che mi sembra in qualche modo prende le distanze dalla proposta di legge presentata dal suo partito a livello nazionale. La battaglia per l’acqua pubblica è prima di tutto una battaglia di civiltà e gli oltre 1,4 milioni di cittadini che hanno firmato il referendum in modo trasversale a tutti partiti hanno affermato in buona sostanza che la gestione di un bene fondamentale per la vita non può essere delegata a nessuno ma bisogna garantire che a decidere siano chiamati tutti i cittadini attraverso la consultazione referendaria. E’ necessario quindi che i partiti e gli amministratori non si sottraggano al loro ruolo istituzionale che è quello di gestire l’interesse generale e promuovere il bene comune.
Grave perciò sarebbe la colpa dei partiti, della classe politica e degli Amministratori se vanificassero questa aspettativa. Il referendum va fatto e non va annullato da atti e adempimenti che lo pregiudicano. Una doverosa moratoria alla legge Ronchi ed alla soppressione degli Ambiti territoriali, come atto del Parlamento per garantire ai cittadini di potersi esprimere attraverso la consultazione elettorale, anche a fronte del rischio di elezioni anticipate. Le scadenze imposte dalla legge per la messa a gara (entro il 31 dicembre 2010 di alcune situazioni e il dicembre 2011 per altre) e per la soppressione degli ATO come organi di decisione da parte dei Comuni sui modelli di affidamento, vanno posticipate a dopo il referendum.
L’unica possibilità per gli enti locali che non vogliono farsi sottrarre l’acqua e il servizio idrico sia la ripubblicizzazione del servizio attraverso enti strumentali e la riappropriazione sociale del bene acqua attraverso atti che sottraggano alla normativa approvata dal governo il bene acqua, riportando nel proprio Statuto che il servizio idrico integrato “ è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica” perché colmo di rilevanza sociale ambientale e culturale.
In questa direzione va l’ordine del giorno presentato che condividiamo totalmente e a cui confermiamo il voto a favorevole del gruppo dell’Italia dei Valori.
Il consigliere comunale dell’Italia dei Valori Michele Paterino
Si comunica che il Consiglio Comunale è convocato in sessione straordinaria in 1^ convocazione alle ore 16,00 di martedì 16 novembre p.v. e in 2^ convocazione alle ore 16,00 di giovedì 18 novembre p.v. nella Sala Consiliare dell’Amministrazione Provinciale posta in via Ridola n. 60, per la trattazione del seguente ordine del giorno:
1. Ordine del giorno a firma del cons. Cotugno (S.U.) e altri avente per oggetto: “Problematiche riguardanti la scuola pubblica”.
2. Ordine del giorno a firma del cons. Bianchi avente per oggetto: “Servizio di mensa scolastica comunale”.
3. Ordine del giorno a firma del cons. Pedicini avente per oggetto: “Collegamento autostradale Matera – Gioia del Colle”.
4. Ordine del giorno a firma di Sardone e altri avente per oggetto: “Potenziamento del collegamento stradale Matera – Gioia del Colle”.
5. Ordine del giorno a firma di Paterino e altri avente per oggetto: “Referendum acqua pubblica e moratoria delle norme sulla privatizzazione del servizio idrico integrato”.
6. Ordine del giorno a firma di Cotugno (PD) e altri avente per oggetto: “Dichiarazione di solidarietà e di adesione alla giornata mondiale per il rifiuto della miseria”
7. Interrogazioni (come da elenco a tergo)
Il presidente del consiglio comunale Avv. Brunella Massenzio