DOCUMENTO POLITICO – AREA “PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA” – PD MATERA
Non si respira aria buona nella politica e nel PD a Matera.
La vicenda del Piano Casa nel suo epilogo e nel suo prosieguo rischia di segnare sensibilmente la vita amministrativa e politica della città aprendo una fase carica di incognite e rischi imprevedibili quanto indesiderati.
Sono apparse evidenti lacune e limiti politici, amministrativi e culturali nella conduzione di questa vicenda.
La vicenda Piano casa, partita in sordina e relegata al mero esame tecnico degli uffici, ha subìto un’accelerazione nell’ultimo periodo – quando finalmente l’Amministrazione ha fatto capire che cosa volesse realmente fare – recuperando solo allora un minimo di dibattito tra forze politiche, sociali, sindacali, movimenti e associazioni, che avrebbe meritato ben altra considerazione. E anche i tanti “se” e i tanti “ma”, oltre che le vistose e argomentate contrarietà nella maggioranza, emersi infine in Consiglio Comunale avrebbero dovuto indurre a maggiori approfondimenti e ad un più attento esame per giungere ad una necessaria e soddisfacente sintesi politica, che invece è completamente mancata, con insidiosi additivi ad una incerta maggioranza.
Questi accadimenti ed implicazioni, addensatesi tutti insieme alla vera prima occasione di scelta “politica” della nuova consigliatura, automaticamente ed elementarmente, al di là di ogni attribuzione di responsabilità e di meriti, avrebbero richiesto e imposto una riflessione, un pit stop politico per ricercare le cause, verificare i meccanismi, individuare i rimedi, indicare gli aggiustamenti.
E, invece, cosa si fa? Maldestramente si cambia il capogruppo!
La colpa di Angelo Cotugno sarebbe quella di aver espresso una posizione politica, in linea con la migliore tradizione culturale della città, ampiamente stratificata nella coscienza collettiva, patrimonio di una sinistra che accetta le sfide della modernità ma le filtra attraverso il metodo della democrazia e della ponderazione degli interessi, privilegiando quelli di natura pubblica.
Una posizione totalmente condivisibile, peraltro sorretta con ricchezza e profondità di motivazioni, che è stata unanimemente apprezzata, anche per il rigore e il tono con cui è stata sostenuta. E non può essere sottaciuta la sensibilità democratica mostrata con le preventive dimissioni politiche dalla carica di capogruppo per evitare qualsiasi strumentalizzazione, non collimando con la sua l’opinione di altri componenti del gruppo.
Consideriamo un grave errore politico la modalità con cui si è provveduto alla sostituzione del capogruppo, prima con un maldestro tentativo di forzare le norme regolamentari del Consiglio comunale, poi attraverso una tentata e non riuscita forzatura nella segreteria del PD, che mai ha legittimato tale scelta, infine con un voto (?) senza discussione in una riunione convocata per un chiarimento della segretaria con i consiglieri e trasformatasi misteriosamente in una riunione di gruppo vera e propria che non discute, non chiarisce, anche per l’assenza degli interessati (coloro che hanno sostenuto una posizione diversa sul Piano casa) ma nomina un nuovo capogruppo e, per non farsi mancare niente, anche due vice capigruppo, secondo un’evidente conventio ad excludendum.
Non è una novità, purtroppo. Già la prima giunta Adduce era stata varata con la stessa logica e le difficoltà successive per ricostruire un clima di fiducia avrebbero dovuto suggerire, almeno in questo caso, maggiore prudenza ed equilibrio.
Restano irrisolti e, anzi, ancora più aggrovigliati i nodi politici già esistenti, che toccano il merito e il metodo.
Un Partito, e in particolare uno, grande e complesso come quello democratico, deve essere governato con il metodo del confronto politico, della sintesi delle posizioni, della ricchezza dell’iniziativa politica, della contaminazione culturale, dell’osmosi con le istanze della società. Questa deve essere la nostra cassetta degli attrezzi, anche per comporre e scomporre maggioranze, assumere decisioni, dotarsi di punti di direzione e di coordinamento. Ad essa devono attingere i dirigenti del PD, e soprattutto chi ha responsabilità apicali, di partito o istituzionali che siano, rifuggendo alla tentazione di usare arnesi normalmente in mano ad altri (sgambetti, intrighi, prove muscolari, scambi, ecc.)
Il chiarimento politico è la via maestra per evitare che si protragga una fase di incertezza e se ne apra (o se ne alimenti) una di radicalizzazione delle divergenze.
Esso investe innanzitutto il ruolo del Partito, la sua attività, la sua autonomia, la sua direzione. Attiene all’attualità di un’impostazione e di un indirizzo che ci siamo dati appena qualche mese fa; concerne la formazione delle decisioni negli organismi dirigenti; investe il rapporto con l’Amministrazione comunale e il modo attraverso cui si sorregge l’azione di governo; si estende alle forme di dialogo e di contatto con le istanze sociali; riguarda la qualità della proposta e dell’iniziativa politica.
Ma il chiarimento, andando ancora più in profondità e ampliando l’orizzonte, non può non coinvolgere l’idea, il destino, il futuro della città, le modalità, i tempi con cui è chiamata a delineare la sua prospettiva.
La povertà culturale emersa nel dibattito dei mesi scorsi è preoccupante. Se il PD non avesse l’ambizione e la forza per discutere, interpretare e governare un progetto che, con coraggio, lungimiranza e fantasia, apra scenari nuovi ad una città ansiosa di ridisegnare il suo domani e di chiamare a protagonismo le energie migliori disponibili, avrebbe perso la scommessa sul suo ruolo ancor prima di cominciare, acconciandosi a qualche affare domestico, che farebbe bene a lasciare ad altri, oppure ad una contabilità variabile e precaria degli assensi, che hanno già logorato e consunto esperienze precedenti.
In questo contesto, la civiltà delle relazioni umane e la capacità di praticare un’idea della politica che riesca a unificare posizioni differenti sono valori che non dovrebbero mai essere messi in discussione. Pena la barbarie e la mera rivalsa che non possono caratterizzare la vita di un partito, tanto meno del Partito Democratico.
La consigliatura, così come la fase postcongressuale del PD, sono ancora nella loro fase iniziale e quanto accaduto può generare un rischio o un’opportunità.
Un chiarimento politico ampio e approfondito potrebbe consentire di riprendere il filo di una percorso bruscamente interrotto, magari correggendone il tracciato e corredandolo delle necessarie indicazioni per assicurane l’affidabilità e la praticabilità, emendandolo da quegli ostacoli imprudentemente frapposti.
In assenza di un chiarimento, si rimarrebbe senza mappa e senza bussola, con itinerari perciò incerti e mutevoli, che metterebbero a rischio il ruolo del PD e l’efficacia dell’azione di governo.
Nessuno dovrebbe augurarsi questo secondo scenario, le cui conseguenze politiche sarebbero imprevedibili.
Partecipazione democratica – PD Città di Matera
La situazione che si è andata determinando nel Partito, come si può leggere dalla polemica innescata dalla sostituzione di Cotugno e dalla presa di posizione del Consigliere Santochirico, così come gli effetti che essa suscita nella pubblica opinione esigono una riflessione matura e pretendono il necessario rasserenamento in una fase delicata e complessa della vita della città.
Le vicende che hanno formato oggetto di una discussione, pur vivace e partecipata, sugli indirizzi e sulle scelte da assumere per il Piano casa, non possono in ogni caso costituire la ragione per comprimere il legittimo e necessario dibattito. Anzi, esse dovrebbero rappresentare l’occasione per ridefinire la mappa delle grandi scelte su cui l’intera classe dirigente è chiamata a esprimere una valutazione che si ispiri ai grandi valori che sono dentro la storia civile e la cultura della città.
E’ nostra opinione perciò che occorra realizzare non solo un esame ponderato di quel che è avvenuto a partire dalle difficoltà incontrate nel collegare la riflessione in atto nel Partito al dibattito e alle scelte che sono intervenute in ambito consiliare, ma nel sollecitare un’adeguata iniziativa del Pd sui temi della qualità urbana e dello sviluppo della comunità materana. Esso deve divenire il vero banco di prova della capacità della Direzione e dell’Assemblea espresse dal congresso cittadino di entrare efficacemente in sintonia con gli interessi e le aspettative più elevati che maturano nella città.
Solo in un quadro di rasserenata condivisione dei metodi e degli obiettivi sarà possibile ritrovare quelle indispensabili condizioni di unità per le quali ci sentiamo impegnati, così da rimettere al centro delle ragioni della politica i valori più autentici che motivano la nostra comune militanza.
I componenti della segreteria cittadina del Movimento Democratico:
Giovanni Cucari (Vice Segretario)
Maria Rosaria Mongelli
Emanuele Belfiore
Giovanni Albanese
e tutti i componenti MO.DEM. nell’assemblea cittadina
eddaiii wddaiiii speriamo ke kade cosiii aNDIAMO di nuovo a votare!!! che bello sara’ pasegiare per strada ed essere salutato da tuttii i kandidati!! ki mi offre il kaffe ki la cena!!mo se li vedi per strada fanno finta di non conoscermi!! uffa che nerviiiii