Manovra di bilancio in dirittura di arrivo: “Quando lo sviluppo passa attraverso il sapere, le riforme e l’innovazione”.
Penso che alla base di ogni azione umana illuminata che si rispetti, ci sia una componente essenziale che può sublimarsi solo con l’ambizione, quelle che , in questo particolare momento di crisi mondiale e nazionale, punta le proprie migliori fiches rappresentate dalle royality del petrolio sulla difesa del “capitale sociale “, sul saper e sullo sviluppo delle imprese nei settori trainanti.
Se, nei mesi a venire, riusciremo a mettere in campo creatività, dinamismo, umiltà ed impegno, avremo, con ogni ragionevole certezza, la possibilità di avviare progetti e riforme importanti che possano scrivere con coraggio una nuova pagina di Storia per la nostra regione. Mi piace raccontarla così la manovra finanziaria 2011.
Ritengo per questo che commetteremmo un errore se tornassimo a giocare al ribasso provando a mettere l’impopolare bavaglio del compromesso rinunciando, verosimilmente, ad iniziare un percorso che invece potrebbe diventare sinonimo di opportunità e crescita per tutti.
Tecnicamente dico pure che si puo’ investire sburocratizzando, riformando e, quindi, aprire uno scenario dal colore della efficienza, i cui risultati devono, essere monitorati costantemente per disegnare sempre meglio le nuove “leve” dello sviluppo.
Le cifre stanziate per il Welfare dal Governo regionale non possono che essere accolte con un plauso che dia coraggio; coraggio di riformare la governace territoriale che abbia solo come punto di partenza lo status quo, ossia l’attuale quadro politico istituzionale; coraggio che liberi strategie di sviluppo facendo, per esempio, sintesi dei cofinanziamenti delle risorse europee; coraggio di supportare a pieno la scommessa sul capitale sociale.
Votare questa manovra finanziaria vorrebbe dire pure aprire un varco nel muro della tempistica procedurale, al tal fine richiedo massima accelerazione alla pubblicazione dei bandi in itinere, all’attivazione del fondo di garanzia sul circolante; supportiamo con maggiori risorse il ns. patrimonio ambientale, con l’auspicio che le somme destinate ai settori strategici del Turismo, Energia, ICT, Osservazione della Terra, Automotive ed Agroindustria risultino decisive.
Votare questa manovra significherebbe, dunque, salvare e scommettere sul Sapere e l’Università, consentire l’integrazione alle fasce svantaggiate oltre che favorire la stabilizzazione di tanti lavoratori che da anni attendono che sia concesso loro dignità e rispetto.
A questi così come a tutti coloro che beneficeranno di misure di sostegno va chiesto un impegno straordinario e quel giusto dinamismo che possa concertare un nuovo patto sociale che disegni un percorso virtuoso fondato su due principali pilastri: l’ efficienza della spesa e l’erogazione di servizi utili a tutta la collettività. .
Consigliere regionale del PD Luca Braia
L’intervento del Presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo sulla manovra finanziaria che sarà approvata nei prossimi giorni dal governo regionale
Una manovra difficile, in un contesto di tagli e difficoltà dell’economia, in cui il governo della Regione Basilicata essendo chiamata a scelte radicali ha deciso di ridurre il costo degli apparati per non sottrarre energie alla società.
E’ il senso della Finanziaria 2011 illustrato dal presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo al Consiglio regionale. Una finanziaria fatta di tagli ai trasferimenti e minori entrate che porta a un quadro “in cui quello che è possibile fare coincide con quello che si ha il dovere di fare” ha detto De Filippo. E la giunta regionale, nel costruire la manovra, ha usato la sua discrezionalità per “non sottrarre risorse alle imprese, evitare i conflitti sociali e dare garanzie ai circa 15mila nuclei familiari che dipendono da iniziative direttamente riconducibili al bilancio regionale come forestazione, lavoratori socialmente utili, cittadinanza solidale” e tutto questo “salvaguardando il capitale sociale della Regione Basilicata, non solo per dare risposte a molti lucani ma anche per arrivare con condizioni positive all’uscita dalla crisi”. E tra i capitoli di investimento per il futuro, De Filippo ha indicato con convinzione “Scuola università e welfare, non – ha detto – per accodarci alle istanze portate avanti in questi giorni, ma perché siamo certi si tratta di fattori fondamentali per il futuro”.
Affermazioni che De Filippo ha dettagliato con i numeri. Dieci milioni per il fondo di garanzia per le imprese, 22 milioni destinati alla ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico, altri 46 per la politica agricola regionale, e poi 45 per la forestazione e altri 12,5 per il progetto delle “vie blu”. Impegni che la Regione ha preso anche per rimpiazzare con risorse proprie le precedenti che sono state tagliate dallo Stato. Ma, ha spiegato De Filippo, “alcuni tagli non li abbiamo coperti perché non eravamo in condizione di coprire tutti i tagli“ e la Regione si è trovata a fare delle scelte, a indicare le proprie priorità.
“La Basilicata – ha spiegato De Filippo – in questo tempo difficile deve provare a difendere il più grande dei patrimoni che la distingue da altre realtà: il capitale sociale di questa regione, il grande capitale sociale di questa regione”. Il presidente ha citato Benedetto XVI e la sua Caritas in veritate spiegando che l'”aumento sistemico delle diseguaglianze non solo tende a erodere la coesione sociale, ma ha anche un impatto negativo sul tessuto economico”. E ha indicato come uno studio di due ricercatori della London School of Economics, Robert Leonardi e Raffaella Nanetti , appena pubblicato dalla Edizioni Franco Angeli abbia indicato proprio nel “capitale sociale” della Basilicata, inteso come l’insieme degli indici di fiducia, di solidarietà, di azione, di partecipazione, di identità regionale, “il punto di forza della regione e la possibilità di un suo riscatto all’uscita dalla crisi”.
Al momento, ha spiegato però De Filippo, c’è ancora da lavorare per superare le difficoltà del momento. “Il 2011 – ha ricordato – sarà un anno di bassa crescita in Italia e nel Mezzogiorno, ma di nessuna speranza di crescita occupazionale, come dice anche il documento di programmazione del Governo nazionale. E dobbiamo prepararci a sostenere anche le eventuali ulteriori criticità che si potranno presentare. Ancora il Governo nazionale – ha ricordato – nello stringere accordi con le Regioni inserisce la formula ‘al netto di accadimenti economico-finanziari non prevedibili’. E allora – ha spiegato il presidente della Regione entrando nel cuore della questione della governance – la nostra scelta è stata quella di evitare precostituire entità territoriali che saremmo nella difficoltà di smontare, in caso di imprevisti, evitare di procedere a una nuova ‘entificazione’. E abbiamo tagliato in modo notevole le spese del personale e di funzionamento della Giunta e tenuto inalterate quelle del Consiglio”.
Il governatore ha indicato la Basilicata come a un crocevia delicato, tra le scelte del federalismo (”una sfida che abbiamo accettato), le difficoltà della crisi e i problemi storici. “Le celebrazioni sull’Unità di Italia a 150 anni di distanza – ha detto – non ci presentano ancora la realizzazione degli assunti di un’Italia unica e indivisibile. E nonostante dal 1861 in poi il grande tema sia sempre stato il divario Nord-Sud, 150 anni non hanno risolto quello che resta il divario più antico delle democrazie occidentali, nonostante tutte le forze politiche abbiano avuto ruoli di responsabilità per almeno 10 anni e nei posti di vertice ci siano stati novi vari e validi come Crispi, Giolitti, Prodi, Ciampi Berlusconi”.
In questo la Basilicata deve fare i conti anche con la sua difficile situazione demografica che sarà penalizzata dal sistema dei “costi standard” per la garanzia dei servizi ai cittadini. Pochi residenti su un territorio troppo ampio, necessità di garantire strade, collegamenti, assistenza, istruzione, sanità per un’utenza bassa con gli stessi costi di aree più densamente popolate, e gli altri servizi dovendo iniziare a contare man mano sempre più sulla sola propria capacità fiscale. “Ma noi – ha detto de Filippo – a differenza di altre Regioni riusciamo ancora a far quadrare i nostri conti, mentre altrove non si riesce a chiudere un bilancio. Per questo – ha concluso – chiederei alla maggioranza e a tutto il consiglio di non rinviare i profili essenziali delle scelte da fare, ma chiederei di inquadrare la discussione che faremo nel mondo che abbiamo di fronte dove tutti abbiamo il dovere e la responsabilità di fare scelte”.
De Filippo si è anche soffermato su alcuni dati numerici del Bilancio che ammonta a 3.188 milioni di euro con entrate proprie (al netto di trasferimenti e compartecipazioni) per 1362 milioni di euro (di cui 972 della sola addizionale Irpef), la stessa cifra del 2010, con all’interno una riduzione dell’Irap (“frutto della chiusura di alcune aziende nella difficile congiuntura in atto) e di un aumento delle royalty di petrolio e gas, che per il 2011 dovrebbero attestarsi a 80 milioni di euro.
Sul fronte delle uscite, invece, De Filippo ha ripercorso le maggiori risorse proprie necessarie a coprire tutti i servizi de finanziati dal taglio ai trasferimenti statali (che in totale raggiungono circa 90 milioni di euro) sottolineando come secondo uno studio della Cgia di Mestre la Basilicata sia stata la regione che ha pagato il più alto conto pro capite, con una riduzione di circa 190 euro per abitante.
Quanto all’indebitamento, infine, il presidente ha rivendicato la scelta fatta e già apprezzata dalla società di rating Moody’s di tenerlo in livelli estremamente contenuti (anche a fronte delle ben maggiori possibilità date dalle royalty) “proprio – ha spiegato De Filippo – per essere in condizione di far fronte anche a situazioni al momento non prevedibili”.