Don Basilio Gavazzeni chiama i giornalisti nella sede di via don Minzoni per illustrare la relazione sociale sull’operatività della Fondazione Lucana Antiusura, che va inviata entro il 31 marzo al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Una nuova occasione per fare il punto sulla piaga-usura che affligge anche il nostro territorio, piaga che il prete bergamasco di nascita e materano d’adozione prova a combattere ogni giorno con coraggio, grinta e passione. Ecco i primi numeri sull’attività svolta nel primo trimestre 2010: 77 i casi esaminati, dei quali 60 sono stati respinti e 17 accolti. Di questi 15 hanno ottenuto una garanzia per prestiti bancari, in altri due casi invece abbiamo fatto ricorso a prestiti personali. In media le persone assististe possono beneficiare di circa diecimila euro. Le persone che si rivolgono alla Fondazione generalmente chiedono prestiti per sanare situazioni debitorie provocate da altri prestiti. E Don Basilio precisa: “Non siamo una finanziaria e non possiamo esaudire tutte le richieste di aiuto. Ad un certo punto bisogna fermarsi. Purtroppo ci sono casi in cui a chiedere aiuto sono giocatori d’azzardo oppure persone che sistematicamente le trovo alle macchinette da poker o in tabaccheria ad acquistare gratta e vinci. Non vi nascondo che in un caso sono intervenuto personalmente per aiutare una persona anticipando 60 mila euro. E ci sono casi in cui la gente che viene aiutata poi non si ricorda più del suo benefattore. L’usura intanto è cambiata nel corso degli anni. Adesso o si rifugia sulle finanziarie, che patiscono ma sanno vessare bene oppure sulle aste. Per darvi l’idea di questo fenomeno pensate alla tosatura di montoni già spogliati e riottosi. Il problema è che si indebita troppa gente allegra. Prima coinvolgono i parenti per chiedere aiuto, poi si ritrovano soli, perchè la vita è fatta di corto circuiti, di testa-coda, di imprevisti. Ma quando si prende un impegno bisogna onorarlo”. Don Basilio è esplicito e tocca il tema degli stili di vita, che non cambiano nemmeno quando ci si trova in difficoltà a tal punto da ricorrere alla sua Fondazione. “Voglio invitare tante persone che sono in difficoltà e che devono onorare i prestiti ricevuti a ridurre il cibo, a non riscaldarsi troppo, a rinunciare ai matrimoni.” Come si può notare il bilancio del primo trimestre 2010 sta rispecchiando i risultati relativi al 2009, nel quale sono stati esaminati 224 casi, di cui 180 non sono stati esauditi. 44 sono quelli che hanno usufruito di fondi bancari, di cui 37 hanno potuto contare sul fondo statale e 7 hanno beneficiato del fondo privato. Dei 37 casi sono 19 quelli esaminati per la prima volta mentre per gli 18 si è ricorso alla rinegoziazione. Devo anche dire che per un caso particolarmente difficile stiamo procedendo in maniera giudiziale”. L’uomo, lucano ma non di Matera, ha beneficiato di 125 mila euro ma adesso rifiuta di onorare l’impegno assunto con la Fondazione, che adesso ha sborsato già 4 mila euro per avviare una causa contro il soggetto interessato. Ed è scattata ancora una volta la “letterina di Don Basilio” nei confronti della persona che ha ottenuto aiuto e che ora non ne vuole sapere di restituire gradualmente il danaro. Sono una dozzina i casi di escussione registrati durante il 2009. Don Basilio precisa: “La visione giusta non è quella assistenzialistica. La Fondazione deve garantire solidarietà, una solidarietà laica e cristiana per promuovere la cultura del denaro e del debito responsabile. Il problema è che in questo territorio si potrebbe fare molto di più. Ma la Regione Basilicata non ha ancora versato sul conto della Fondazione il contributo del 2009 pari a 25 mila euro. Il presidente De Filippo mi ha convocato dopo aver letto una mia dichiarazione sul giornale e tre settimane fa sono stato ricevuto in compagna di don Marcello Cozzi. Ma attendiamo ancora il versamento del piccolo contributo relativo al 2009 mentre noi dobbiamo già far fronte alle richieste del 2010. Dallo Stato abbiamo ottenuto prima 509 mila euro, poi altri 210 mila euro. Ma la Regione continua ad ignorare il nostro sacrificio quotidiano. C’è la legge 24 del 2004 ma sembra fatta per il divertissement degli ermenenti che abitano in quel palazzo di vetro, dove c’è gente che dovrebbe essere al servizio della comunità ma che preferisce fare altro. Se li guardi in faccia sono anche pallidi, farebbero bene a fare un po’ di palestra perchè credo che ci vuole un po’ più di vita di passione. Le statistiche sulla povertà le conoscete. Si dice che c’è la lotta all’usura, ci sono denunce su denunce ma da noi nessuno ci dirà mai chi è stato il suo usuraio. Io sono molto deluso per il comportamento della Regione Basilicata. Loro dicono che hanno lavorato bene ma io credo che ci voglia almeno un po’ di tormento davanti alla nostra realtà.” Don Basilio ancora una volta non le manda a dire. E il suo discorso non fa una grinza. La speranza è che il nuovo governo regionale possa accorgersi del lavoro svolto dalla Fondazione Lucana Antiusura. 25 mila euro ci sembrano davvero pochi.
Michele Capolupo
condivido perfettamente ed esattamente tutto ciò che don basilio dice…viviamo in un mondo dove tutti sono vittima dell’apparire…niente più sacrifici tato paga papà pantalone…. siamo morti dentro questa è la cosa che mi fa paura…non siamo più uomini…dov’è finita la nostra identità?….ma dico dove vogliamo arrivare di questo passo?…forse ho capito perchè ci danno ancora 2 anni di vita….forse il 2012 vuo significare questo?…..ma facciamo ancora in tempo a rimediare…si spera….