Il tour della monnezza è arrivato al capolinea?
Non si è capito bene se dopo due anni il tour della monnezza sia arrivato al capolinea o meno.
La Basilicata è terra dei misteri anche per questo.
A volta la stampa non sempre approfondisce adeguatamente i problemi.
Al momento non si tratta di conoscere quante discariche sono a disposizione o meno e quante se ne prevedono di aprire; se può essere messo in funzione la vecchia ferraglia denominato “inceneritore di Potenza”; se dobbiamo continuare ad ignorare i dati rilevati ai pozzi di Fenice in merito ai valori fuori norma e che riguardano sia i metalli pesanti che i COV ( Composti Organici Volatili); se bisogna ignorare che anche le tre centraline poste per la rilevazione della qualità dell’aria intorno al mostro di S. Nicola di Melfi possono essere state sistemate casaccio come molte delle altre otto operanti in Basilicata.
Perché non è dato conoscere le emissioni ai camini? Il mistero si infittisce.
Ignoriamo che dobbiamo raggiungere il 65% di raccolta differenziata entro il 31 Dicembre 2012, cioè fra due anni, altrimenti verremo penalizzati dall’Unione Europea.
Dimentichiamo che al 31 Dicembre dello scorso anno la raccolta differenziata lucana era al 9% con un indice di incremento pari ad un punto percentuale annuo dal 2004.
E’ risaputo che l’unico modo di effettuare una raccolta differenziata che ci può portare ai valori auspicati in tempi rapidi è quella porta a porta .
La città di Matera chiuse al 31 dicembre del 2009 con un misero 6%, questo anno si attesta al 33% e nei punti dove la raccolta è porta a porta la differenziata arriva già al 60%.
Chiarito il tutto siamo in grado alla fine del 2010, anno in cui la differenziata si sarebbe dovuta attestare al 55% ( direttiva italiana quest’ultima e non già comunitaria) di individuare quelle linee di indirizzo reali e non solo di mera osservazione del fenomeno? Ci auguriamo che la percentuale raggiunta a fine anno sia significativa e, comunque, come si muoveranno i Comuni dalle dimensioni di un condominio per raggiungere l’obbiettivo?
La raccolta consortile è doverosa perchè non si possono raggiungere obbiettivi se non si creano delle economie di scala anche se minime.
Chiarito questo, in linea generale, soffermiamoci sul punto nodale della raccolta differenziata e che è il Comune di Potenza .
Se Matera è decollata in maniera virtuosa è dovuto ad un contratto serio fatto con una A.T.I. composta da due società che da tempo immemorabile raccolgono rifiuti , li differenziano e sanno come farlo.
Tutto il personale addetto è impegnato per strada a raccogliere rifiuti e di personale impiegatizio ve ne è davvero pochissimo non c’è bisogno, infatti, della pletora rappresentata dal Consiglio d’Amministrazione, dal direttore generale e da una quantità di personale indiretto pari ad oltre il 20% dell’organico così come accade nel Comune capoluogo di regione con l’Acta.
La raccolta dei rifiuti ed anche quella differenziata non si fa dirigendo con la bacchetta ma andando per strada a togliere i rifiuti ad indirizzarli correttamente, sapendo come si fa.
I cittadini potentini potranno trarre benefici da questa pasticciata situazione in cui si sono venuti a trovare e godere anche di una contrazione del costo della Tarsu.
Il prezzo della stessa va rapportata anche alla quantità di rifiuti prodotti e la Basilicata è virtuosissima con i suoi 386 KG ad abitante, è la quantità pro-capite minore tra le regioni italiane.
Rapportando il prezzo che il cittadino potentino paga con la quantità dei rifiuti prodotti non è sicuramente uno dei più fortunati a livello nazionale , anzi.
Il costo della raccolta dei rifiuti non potrà essere ripartito tra l’intera comunità regionale solo perché, con scelta bi-partisan, si tengono in piedi inutili cattedrali.
Fatta chiarezza su questa prima parte della problematica, l’obbiettivo credo sia connesso all’impiantistica.
In Basilicata con l’ assessore all’ambiente e varie figure politiche della Provincia di Potenza si fanno convegni in cui si parla di impiantistica ma in maniera fumosa mentre si sognano discariche e non si escludono inceneritori.
Quando si saranno realizzate le stazioni di trasferenza dove far arrivare i rifiuti differenziati, molti comuni ci stanno lavorando, mancheranno gli impianti di compostaggio per trattare l’umido e che da solo è il 40% di tutto il rifiuto . Non esistono in regione impianti di tale specie ne si sta concretamente lavorando per realizzarli , si scopre che alla fine ne occorreranno un numero limitatissimo tenuto conto sia degli abitanti che della quantità dei rifiuti prodotti.
E’ di questi giorni la nota di un giornalista molto attento che denuncia come i due comuni ricicloni della Provincia di Matera siano costretti a ricorrere ad impianti di compostaggio fuori regione.
Muore il tour della monnezza e nasce quello dell’umido, fuori regione.
Inutile dire che il sapiente riciclaggio diviene ricchezza , il compost è ricchezza e sviluppo occupazionale buono ed utile.
Smettiamola di sognare centrali a biomassa dove bruciare i rifiuti aggirando anche i vincoli previsti per gli inceneritori e che già adesso per questi ultimi impianti non vengono rispettati .
Mi auguro che questo mio possa essere un modestissimo appunto che permetta di riflettere su una situazione che di per se è semplice da risolvere anche perché parliamo di piccoli numeri; con l’indolenza con la quale si procede saremmo già affondati in maniera molto più indecorosa della Campania qualora la quantità fosse stata diversa.
Pio Abiusi