MESSAGGIO ALLA CITTÀ
di S. E. Mons. Salvatore LIGORIO
Arcivescovo di Matera – Irsina
in relazione ai festeggiamenti di Maria SS.ma della Bruna
"A vedere tutti voi così numerosi e raccolti viene in mente il detto “Fa più rumore un albero che cade nella foresta che non mille alberi che crescono”. A me piace contemplare i mille volti, rigenerati dalla Grazia, senza distogliere lo sguardo anche dall’albero che cade.
Quanti doni di Grazia e meraviglie compiute dal Signore nella nostra Diocesi e nella nostra città, soprattutto in questi ultimi giorni! La venerazione a Maria SS. della Bruna ha aperto tanti cuori come terreno fertile che ha accolto e fatto germogliare la Parola di Dio, soprattutto durante il novenario, e ha reso evento celebrativo l’Eucaristia con gesti fruttuosi di solidarietà e carità.
Stigmatizzo gli episodi di violenza insulsa e di ostruzione al buon andamento cristiano e civile della festa. Deploro l’azione malvagia di un manipolo di giovani ma sarei spinto dalla curiosità nel veder i cimeli conquistati nelle loro case! E… se non fosse così?!? Diventerebbe necessario rimuovere le cause che determinano i giovani ad impadronirsi di oggetti che non sono “portafortuna” ma che sono stati benedetti perché richiamino ad una conversione di vita cristiana.
A nessuno è sfuggita la smilitarizzazione del Carro, che non va visto come un presidio di assalto; ciò mirava a ridare dignità ad una manifestazione di cultura e civiltà.
Il sogno del vostro Vescovo è quello di vedere la famiglia, mamme e bambini, allo sfascio del Carro, la famiglia che sarà al centro dell’attenzione della nostra comunità ecclesiale nel corso del prossimo anno pastorale.
Si è voltato pagina per un salto di qualità; si è alzato un velo per richiamare tutti a una riflessione. Quanti consensi, quanti suggerimenti… purché non rimangano voci di piazza ma alle indicazioni seguano azioni di corresponsabilità senza delegare il “cireneo” di turno.
Matera, nella sua cultura e civiltà deve osare di più, riscoprire l’essenzialità della festa che è sintesi tra fede e vita, fede vissuta nel quotidiano e nelle sue problematiche.
I riflettori di tanta stampa, TV e radio tanto bene hanno compiuto, e ringrazio. Tuttavia, con un atteggiamento non del tutto comprensibile, alcuni di loro, con fare riduttivo si sono soffermati con accanimento esclusivo allo “straccio” avvenuto in piazza S. Francesco e non in piazza Vittorio Veneto. Deploro l’azione, anche se tante altre volte negli anni passati il Carro non è giunto a destinazione.
Oltre a focalizzare l’attenzione sull’insieme di cinquantamila persone civili e su una festa ben riuscita, vorrei soffermarmi sulla tematica del lavoro che era la tematica scelta per il Carro di questo anno. Vi assicuro che molto spesso incontro giovani in difficoltà ma anche adulti che si ritrovano improvvisamente senza occupazione. Ritengo indispensabile l’avvio di una ricerca seria che tenga conto in generale dei punti deboli della nostra vita cittadina e cristiana, che valuti iniziative e proposte per dare risposte adeguate, giuste e concrete.
Il metodo? La comunione,
1. nel rispetto delle persone e delle idee
2. nell’accoglienza delle posizioni diverse
3. con l’intento di percorrere insieme la stessa strada
per essere “un cuor solo e un’anima sola” (cfr. At 2).
E’ fondamentale educare alla corresponsabilità mediante l’ascolto sincero, le relazioni veritiere, la condivisione, il servizio amorevole. Avere uno stile di vita che accomuni, nella quotidianità, dal giovane all’anziano, con una sola espressione: “bisogna formare cultura” per non essere imprigionati solamente dalla continua preoccupazione di come risolvere i problemi invece di dare essenzialità alla vita nel profondo del suo mistero. Vi è una crisi della cittadinanza e un’accentuazione dell’individualismo che si va trasformando in mentalità e stile di vita con uno smarrimento dell’autentico impegno sociale e politico. Con un maggiore dialogo capace di creare relazioni nuove si può e si deve trovare più ciò che unisce che ciò che divide, per parlare non solo “di” speranza ma anche “con” speranza. La festa appena trascorsa dà rinnovato impulso e crescita a questa città.
Ringrazio, pertanto, il Capitolo Cattedrale, il Delegato arcivescovile, il Presidente e il Comitato, i presbiteri, i cavalieri, le autorità civili e militari e tutti coloro che hanno offerto il loro valido contributo per la sua realizzazione".
S. E. Mons. Salvatore LIGORIO
Arcivescovo di Matera – Irsina