IN ITALIA RITORNA L’ORA LEGALE
Lancette avanti di un’ora nella notte tra sabato e domenica. Alle 2 di domenica 29 marzo scatta infatti l’ora legale, che resterà in vigore per sette mesi, fino alla notte tra il 24 e il 25 ottobre prossimi. Termina così il periodo di ora solare, che accompagna i cinque mesi invernali, con l’obiettivo di recuperare un’ora di luce in più a fine giornata. La mattina di domenica, dormiremo un’ora di meno. Ma il sonno perso sarà recuperato in fretta.
Il ritorno all’ora legale consentirà di cominciare le partite di serie D alle ore 15 e per i tifosi biancozzurri questa è una buona notizia perchè si potrà digerire con più calma all’ora di pranzo.
CURIOSITA’ SUL RITORNO ALL’ORA LEGALE
Il cambio d’ora non dovrebbero comportare disagi per chi viaggerà in treno. Allo scattare dell’ora X, spiegano le Ferrovie dello Stato, i treni in viaggio si dovranno fermare alla prima stazione con personale addetto alla circolazione e sincronizzare gli orologi con il nuovo orario, per poi ripartire.
C’è intanto chi si interroga sui vantaggi (o meno) dell’introduzione di questa consuetudine. Non farebbe risparmiare, secondo uno studio dell’Università della California, che ha analizzato sette milioni di abitazioni nello Stato dell’Indiana, concludendo che l’ora legale ha aumentato i consumi annuali delle utenze domestiche tra l’1% e il 4%, per una spesa aggiuntiva di 8,6 milioni di dollari l’anno. In Italia lo scorso anno, secondo i dati di Terna, nei sette mesi di ora legale sono stati risparmiati 646 milioni di chilowattora di elettricità, pari a circa 99 milioni di euro.
In Italia l’ora legale è stata adottata per la prima volta nel 1916, dal 3 giugno al 30 settembre. Negli anni successivi l’inizio fu anticipato a marzo. La norma rimase in vigore fino al 1920 e poi venne abbandonata. Dopo 20 anni, però, si decise di farvi di nuovo ricorso: Mussolini decretò che era necessaria e la riammise. L’ora legale tornò così in auge nel 1940 e negli anni del periodo bellico, e vi rimase fino al 1948, anno in cui venne nuovamente abolita.
L’adozione definitiva risale al 1966, durante gli anni della crisi energetica. Per i primi 13 anni venne stabilito che l’ora legale dovesse rimanere in vigore dal 22 maggio al 24 settembre. Dal 1981 al 1995, invece, si stabilì di estenderla dall’ultima domenica di marzo all’ultima di settembre. Il regime definitivo è entrato in vigore nel 1996 quando si decise di prolungarne ulteriormente la durata dall’ultima domenica di marzo all’ultima di ottobre.
Sono ormai quasi tutti i Paesi industrializzati, proprio in virtù dei risparmi possibili, ad aver adottato l’ora legale, secondo un criterio di fissazione delle date di inizio e fine il più possibile coincidenti, soprattutto per non complicare gli orari dei vettori aerei, anche in considerazione delle stagioni e delle necessità di Stati che si trovano in emisferi diversi. Quindi l’ultima settimana di marzo che in Europa (compresa la Russia) segna l’inizio del regime di ora legale, nell’emisfero australe ne celebra la fine.
Ma c’è anche qualcuno che, come il Giappone, non aderisce: a mettere i bastoni tra le ruote (come in passato anche in Francia) sono stati gli agricoltori, visto che è soprattutto nelle prime ore della mattina che è concentrato il lavoro nei campi ed è allora che serve più luce. Le lancette non si spostano anche in gran parte del resto dell’Asia, come in Africa. Qualche incertezza, infine, per l’orologio di chi decide di visitare l’Antartide: qui l’ora legale – e quindi solare – cambia a seconda di quale bandiera sia issata sulle basi che sono state istituite per motivi scientifici (ma non solo) sull’immensa placca di ghiaccio.