Associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata in danno della banca, nella concessione di mutui a privati sulla base di garanzie sopravalutate e truffa. Sono questi i capi d'accusa a carico di trentacinque persone coinvolte nell'indagine portata avanti dal pm del tribunale di Matera Annunziata Cazzetta. Dopo mesi di lavoro è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per i dirigenti della Banca Popolare del Matera e per i liberi professionisti e imprenditori coinvolti in questa faccenda. Analizzando nel dettaglio i capi d'imputazione si rileva che sono accusati di associazione a delinquere finalizzata a truffa aggravata direttore generale della banca, Giampiero Maruggi, il vicedirettore Eugenio Garavini ed alcuni funzionari impegnati nella divisione credito: Antonio Scalcione, Eustachio Di Simine, Enea Moliterni ed Emanuele Fiore. Ipotizzato invece il reato di truffa per gli ex presidenti della BPM Attilio Caruso e Donato Masciandaro, per l'amministratore delegato della Banca Popolare dell'Emilia Romagna, gruppo bancario che controlla la Bpm, Guido Leoni e per i seguenti liberi professionisti e imprenditori: Giovanni Di Donna, Maria Grieco, Michele Garramone, Egidio Tamburrino, Giovanni Castellano, Giuseppe Canosa, Jessica Bitetti, Francesco Tamburrino, Giuseppe Bitetti, Roberto Plati, Claudio Calza, Antonio Rinaldi, Aldo Percoco, Pietro Motta, Prospero Mobilio, Nicola Lupo, Bernardo Grilli, Francesco Lucifero, Carlo Latorre, Giacomo Galeota, Domenico Lategana, Francesco Coretti, Giovanni Sannelli, Raffaele Lallo, Mauro De Luca Picione e Patrizia Barnabà. Immediata la replica della Banca Popolare del Materano che ripone "piena fiducia nell'operato della magistratura per un rapido accertamento della verità su operazioni assolutamente corrette". Il rinvio a giudizio è il frutto di un'indagine su alcune operazioni di credito relative al periodo 2001-2003 e prive di adeguate garanzie, condotta dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Matera. "Le operazioni in questione – dichiara Francesca Martinelli, responsabile dell'Ufficio Relazioni Esterne della Banca, sono state ripetutamente vagliate sia dai controlli interni che da quelli della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, del cui gruppo fa parte la Bpm. Le stesse, inoltre, sono state sottoposte da tempo alla valutazione di tre “advisors”, indipendenti e separati, definiti “autorevoli”, come i professori Francesco Carbonetti, Vitantonio Amoroso e Maurizio D’Amato, che le hanno giudicate perfettamente regolari e legittime. Ai giudici, in questo caso, l'ardua sentenza.
Michele Capolupo