Un incidente mortale sul lavoro è avvenuto nella serata di domenica 23 gennaio presso lo stabilmento Ila-Valdadige di Matera, sulla strada statale 99 per Altamura. A perdere la vita un operaio dell’azienda, Francesco Paolo Morcinelli, di 53 anni. L’uomo è stato schiacciato da un cancello installato nella zona laterale dello stabilimento, utilizzato dai dipendenti per accedere al parcheggio riservato. E’ stato uno dei suoi colleghi a scoprire il tragico evento dopo aver notato la sua assenza al momento del cambio turno delle 22. Si è trattata di una tragica fatalità anche perchè Morcinelli era al lavoro di domenica per sostituire un collega. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco che hanno provveduto a sollevare il cancello che si staccato dalla struttura che lo sosteneva ritrovando così il corpo senza vita di Morcinelli. Sulla morte “bianca” avvenuta a Matera indaga la Polizia di Stati: gli agenti della squadra mobile sono intervenuti per i rilievi in compagnia del pm Vincenzo Montemurro, che al momento era il magistrato di turno presso il Tribunale di Matera. Le indagini dovranno chiarire la dinamica che ha provocato la morte di Francesco Paolo Morcinelli e sopratutto dovranno accertare perchè l’operaio si trovava in quel momento nei pressi del cancello che si è trasformato nell’arma che lo ha ucciso”. I funerali di Francesco Paolo Morcinelli sono previsti martedì 25 gennaio alle ore 15 i funerali presso la chiesa della Santa Famiglia in via Mattei. Morcinelli era sposato: lascia la moglie e tre figli, due maschi e una femmina.
Michele Capolupo
Le riflessioni di Manuela Taratufolo, segretaria generale Cgil Matera
Risvegliarsi questa mattina apprendendo della morte sul lavoro dell’operaio Morcinelli è stato drammatico. In un contesto come il nostro, dove regna sovrana una quotidiana rassegnazione alla penuria di lavoro e l’incapacità di costruire proposte operative per risollevare la ns. economia dalla perdurante crisi, che stronca la speranza di giovani e meno giovani di poter restare a lavorare nella propria terra, la notizia della tragica morte dell’operaio della Valdadige, è piombata come un macigno quasi a rimarcare che piove sul bagnato. Qualche giorno fa, proprio Matera era stata classificata al quarto posto per il numero di morti bianche nel 2010 ed era scattato spontaneo il commento di dire che al danno si aggiunge la beffa: il lavoro da noi è poco ed è anche poco sicuro. Il destino questa volta è stato davvero beffardo. Ci ha dimostrato che il nostro commento era drammaticamente vero ed è questo che deve fare riflettere tutti, compreso il sindacato. Oggi si sono scatenati i proclami, facilmente si urla allo scandalo, si invocano soluzioni e task force. In effetti è molto facile, semplice dire piuttosto che fare, agire. Oggi ognuno ha espresso la sua, la coscienza è a posto. Non è così. Quello che è successo all’operaio Morcinelli è figlio di questo tempo distratto in cui, in cambio di un salario, si accettano condizioni di lavoro inaccettabili, spesso anche con rischi per la salute. Sicuramente il sindacato deve fare di più, per la parte che gli spetta; di più devono fare coloro a cui spetta il compito di sanzionare comportamenti illegali delle aziende; di più devono fare le associazioni datoriali per diffondere tra i loro associati la obbligatorietà del rispetto delle norme in materia. Ecco cosa significa non applicare le leggi.
Significa che un operaio può ritrovarsi da solo, nel turno, a compiere un’azione, magari incomprensibile per chi oggi, a morte avvenuta , deve ricostruire i fatti. Ma il dato oggettivo è che quel cancello, mal funzionante era in quelle condizioni da qualche mese e che quel lavoratore non doveva essere da solo durante il turno di lavoro. La magistratura farà il suo lavoro e noi confidiamo nel suo egregio operato ma non possiamo sottacere aspetti che sono rilevanti e che testimoniano cosa significhi trascurare la sicurezza sul lavoro e del lavoro. Questo episodio, tragico, drammatico, mortale deve fare riflettere tutti gli addetti ai lavori, sindacato, istituzioni, associazioni datoriali e chiedersi: questa morte si poteva evitare? Si è fatto proprio tutto per prevenire questa disgrazia che è costata la vita ad un uomo, lavoratore, padre, marito? Un uomo e un lavoratore che è morto poiché quel cancello era in cattive condizioni e ciononostante non era stato rimosso né riparato; quell’uomo e lavoratore era solo durante il suo turno e questo ha comportato un mancato e tempestivo soccorso. Sono spunti di riflessione semplici da cui partire senza invocare grandi proclami e senza fare arzigolate proposte: semplicemente dobbiamo tutti prendere atto che quel lavoratore è morto da solo, senza nessuno che potesse aiutarlo, che potesse tendergli la mano durante quel tragico episodio di cui è stato vittima. Non si può morire di lavoro o sul lavoro. Il Sindacato fa ogni giorno la sua parte per far rispettare le norme, per fare in modo che la sicurezza non sia vissuta dalle aziende come un costo su cui risparmiare, per fare in modo che la cultura della prevenzione sia una regola consolidata, rivendicata e diffusa su tutti i posti di lavoro; bisogna pretendere che in ogni azienda ci sia un Rappresentante dei lavoratori per la Sicurezza e bisogna inculcare nei lavoratori la necessità di denunciare quando la loro salute, la loro sicurezza e quella dell’ambiente di lavoro non sono garantiti. Stare zitti non paga, anzi determina quella tragicità che si è consumata a danno del lavoratore Morcinelli. Perché tragedie come quelle odierne non abbiano a ripetersi, non è necessario creare tavoli o task force: serve semplicemente che le aziende applichino le norme vigenti; serve che gli organi preposti svolgano più puntualmente i loro compiti di vigilanza e controllo; serve che il lavoro non sia concepito come merce di scambio ma come diritto – valore da affermare e rispettare; serve che si badi a fare meno cassa sulla pelle dei lavoratori; serve semplicemente dare priorità alle condizioni di lavoro ed alla sicurezza del posto in cui si lavora. Matera inizia il suo 2011 con la maglia nera per numero di morti bianche sul lavoro e con una morte così tragica e probabilmente evitabile.
In un contesto in cui la disoccupazione è cronica, avere poco lavoro e anche così insicuro non rende onore a nessuno di noi, soggetti attivi della società civile. Da questo partire per fare in modo che qualcosa cambi, che si inizi a prendere coscienza che il lavoro che c’è va difeso e reso sicuro senza risparmio alcuno sui diritti e sui doveri. La certezza è che di sicuro il sindacato, in maniera unitaria, continuerà a vigilare e a pretendere attenzione sul tema della sicurezza e della prevenzione. Occorre iniziare a far digerire a tutte le aziende (dalla più grande alla più piccola) che il lavoro deve essere sicuro e che non si può morire in cambio di un salario. Oggi resta la rabbia cieca per una morte che si doveva evitare e che rappresenta una sconfitta pesante per tutti noi, sindacato compreso.
Manuela Taratufolo, segretaria generale Cgil Matera
In seguito a questo nuovo incidente sul lavoro avvenuto a Matera è arrivata una nota del sindaco di Matera Salvatore Adduce, che riportiamo integralmente. “Di fronte all’ennesimo incidente sul lavoro la città e le istituzioni non possono restare indifferenti”: è quanto ha affermato il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, in una nota, a commento della tragica notizia. “Occorre”, ha aggiunto, “che le istituzioni e le organizzazioni sindacali si rimettano urgentemente intorno a uno stesso tavolo per affrontare con la maggiore determinazione possibile il tema della sicurezza del lavoro e del controllo sui cantieri”. Sull’episodio è intervenuto anche il consigliere regionale lucano di Sel, Giannino Romaniello, richiamando istituzioni, partiti, forze sociali ed imprenditoriali a non abbassare la guardia sul problema della sicurezza dei lavoratori in ogni posto di lavoro e sottolineando la “necessità che si accerti la dinamica dell’incidente”.
Salvatore Adduce, sindaco di Matera
Morte bianca a Matera, Stella: “La sicurezza è il bene comune da difendere”
Il presidente della Provincia di Matera Franco Stella esprime vicinanza e affetto alla famiglia dell’operaio della Valdadige scomparso questa notte.
“In questi frangenti di dolore il tranello della retorica è sempre in agguato. Ma il dovere, rimarcato dal mondo sindacale come da quello istituzionale, è di richiamare l’attenzione sulla questione della sicurezza e del suo essere bene comune al servizio della società. Non esiste altra strada percorribile se non quella della salvaguardia del diritto a operare in ambiente controllato e tutelato. L’auspicio deve trasformarsi in un obbligo, morale e civile, per tutti. L’incidente che ha causato la morte dell’operaio Morcinelli è un episodio gravissimo che non può cadere nel silenzio.”
Franco Stella, presidente della Provincia di Matera
LA NOTA DI CGIL, CISL E UIL SULL’INCIDENTE MORTALE AVVENUTO PRESSO LA VALDADIGE
L’episodio mortale verificatosi questa notte a danno dell’operaio Morcinelli, dipendente dell’azienda Valdadige di Matera, ci induce a rimarcare quanto, qualche giorno fa, le OO.SS., unitariamente, dichiararono rispetto alla posizione di quarto posto riconosciuta alla città di Matera nella classifica nazionale degli incidenti mortali sul lavoro.
Questo drammatico episodio ravvisa quanto sia imprescindibile il fatto che il tema della sicurezza e della prevenzione sui posti di lavoro deve diventare prioritario nelle agende organizzative di ogni azienda; il rispetto delle norme di sicurezza ma soprattutto la buona pratica della prevenzione devono essere osservati scrupolosamente in tutte le aziende, di piccola o grande dimensione, senza sconto alcuno.
La sicurezza sul posto di lavoro e del posto di lavoro nonché la tutela e la prevenzione della salute dei lavoratori sono infatti un diritto fondamentale, non un costo su cui risparmiare o da trascurare.
CGIL CISL UIL, congiuntamente alle federazioni di categoria FENEAL FILCA FILLEA, della provincia di Matera, confidano nel lavoro di accertamento di quanto accaduto, avviato dall’autorità giudiziaria; auspicano che gli organi preposti (Ispettorato del lavoro, Inail, Inps) al controllo dell’osservanza della normativa sulla sicurezza e prevenzione degli infortuni incrementino, con più forza e presenza costante, la loro azione fondamentale ed esprimono la loro vicinanza alla famiglia dell’operaio che ha perso tragicamente la vita nella notte del 23 gennaio u.s.
I segretari genearli provinciali Taratufolo (Cgil), Amatulli (Cisl) e Coppola (Uil)
UGL:”CORDOGLIO PER L’ENNESIMA VITTIMA SUL LAVORO”.
“Vicinanza alla famiglia del lavoratore rimasto ucciso presso lo stabilimento Valdadige e profondo cordoglio esprimiamo alla famiglia dell’operaio morto a Matera”.
Lo dichiarano congiuntamente il segretario provinciale dell’UGL di Matera, Luigi D’Amico e Giuseppe Giordano ,segretario regionale dell’UGL Basilicata metalmeccanici, sottolineando come “il tema della sicurezza sul lavoro richiede la massima attenzione da parte di tutti, in primis della Regione e delle istituzioni locali, che devono rafforzare la prevenzione e garantire l’effettiva applicazione delle sanzioni previste, anche attraverso un loro eventuale inasprimento e maggiori controlli sul territorio e nei comparti più a rischio.
Ogni giorno muoiono uomini e donne sul posto di lavoro che escono di casa alla mattina per fare una cosa normale (lavorare) e non tornano più. Per i segretari D’Amico e Giordano, “è necessario inoltre l’impegno di tutti per promuovere un cambiamento culturale, potenziando la formazione e l’informazione dei lavoratori ed il coinvolgimento della società a partire dalle nuove generazioni,con il concorso degli istituti scolastici, perché la sicurezza sul lavoro deve essere un valore e una priorità per tutta la società, presente e futura”. Di fronte all’ennesimo incidente sul lavoro la città e le istituzioni non possono restare indifferenti e non si perda mai la memoria delle morti e degli incidenti sul lavoro, affinché superstiti, parenti e discendenti delle vittime almeno per un giorno si sentano meno soli e perché non venga mai meno l’impegno quotidiano di tutti per un lavoro più sicuro. La morte o la malattia improvvisa di un lavoratore, mentre è intento a fare il proprio dovere, comportano sempre delle conseguenze incalcolabili nelle famiglie e nelle comunità soprattutto se, come spesso si verifica, tali eventi potevano essere evitabili. È quindi nostro dovere di sindacalisti riaffermare e difendere ogni anno, ogni giorno, la cultura della sicurezza e della salute sul lavoro a partire dalle scuole elementari fino ad arrivare nelle fabbriche”.
Ugl Basilicata
Sicurezza sul lavoro: Molinari (Sezione Edili Confapi Matera) apprezza le proposte
avanzate dalla Commissione di inchiesta sugli infortuni del Senato
Apprezzamento viene espresso dalla Sezione Edili di Confapi Matera per le proposte avanzate dalla Commissione di inchiesta sugli infortuni sul lavoro del Senato finalizzate ad introdurre incentivi alle imprese che investono in sicurezza.
La Commissione, infatti, rivolge una particolare attenzione all’utilizzo eccessivo del criterio del massimo ribasso nelle pubbliche gare, esageratamente favorito rispetto a quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, con il conseguente rischio per le imprese partecipanti di una riduzione di tutti i costi relativi all’appalto ed in primo luogo di quelli inerenti la sicurezza.
Un premio per le imprese aggiudicatarie degli appalti che abbiano applicato tutti gli obblighi previsti in materia di sicurezza o adottato adeguate politiche per la tutela della salute, è la proposta presentata dalla Commissione al Senato, oltre all’istituzione presso il Ministero del Lavoro di un fondo per la vita cui far accedere le imprese edili che intendano effettuare investimenti per la tutela della sicurezza nei propri cantieri.
Secondo il presidente della Sezione Edili di Confapi Michele Molinari questa è la strada giusta premiare le imprese che investono per migliorare, in sicurezza, in qualità dei prodotti e dei processi, in innovazione tecnologica.
Anche la Commissione del Senato mette in risalto i limiti e le distorsioni alimentati da criteri di aggiudicazione basati esclusivamente sui ribassi. In questo modo si genera una corsa alla dequalificazione del settore. Se vogliamo rendere più forte e competitivo il nostro sistema imprenditoriale dobbiamo incentivare il ricorso a gare in grado di misurare l’offerta su più parametri: solo così potrà emergere una qualificazione dinamica, capace di premiare la migliore offerta e stimolare un costante processo di crescita.
Ben vengano quindi – secondo Molinari – misure che prevedano il miglioramento delle condizioni di sicurezza nel cantiere tra i criteri di valutazione e la riduzione della cauzione definitiva per le imprese che abbiano adottato politiche per la tutela della salute e della formazione specifica.
L’obiettivo prioritario deve essere quello di espellere dal mercato coloro che cercano scorciatoie, eludendo e contravvenendo a regole che devono essere alla base di una concorrenza corretta.
In questo senso anche il sistema della bilateralità può avere un ruolo importante nella verifica della regolarità contributiva e dei comportamenti in materia di sicurezza, a condizione che si attivino strumenti efficaci e partecipati da tutto il sistema della rappresentanza del settore.
Matera, 24 gennaio 2011