Franco Lisanti, presidente della sezione di Matera dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, ha inviato una nota con alcune riflessioni sulla ricorrenza del 25 aprile, giornata in cui si celebra il 76° anniversario della Liberazione e della Resistenza del nostro Paese.
Di seguito il suo intervento integrale.
Anche quest’anno il 25 aprile viene vissuto in tono dimesso, senza manifestazioni e cortei esterni, ma nella riflessione, che consente un maggiore approfondimento del significato della ricorrenza e dei valori che essa esprime. L’anno scorso fu il brano “Bella ciao”, cantato da tanti Italiani, affacciati ai balconi o alle finestre, a esprimere i sentimenti di partecipazione alla Festa della Liberazione.Quest’anno per iniziativa dell’Associazione dei Partigiani d’Italia sarà il fiore del partigiano, che sarà deposto sotto le targhe dedicate ai Partigiani, acostituire un simbolo della ricorrenza.Il nostro pensiero deve andare innanzi tutto al sacrificio di quanti sono morti, per garantire a tutti noi la libertà e la democrazia; ma tanti cittadini del mondo non sentono ancora vicina la liberazionedalla tirannia dalla mostruosità di conflitti, che si accendono qua e là e che si contagiano l’un l’altro, e da crisi acute, che paiono senza ritorno. Sotto i nostri occhi vi sono atrocità delle violenze e il sapore ingiusto del sangue delle vittime, l’insensata passione umana per l’odio e per la morte; e quanto avviene rende palese la nostra impotenza a soccorrere, a fermare il sangue, a salvare almeno gli innocenti.Il messaggio, che viene ancora una volta dalla Festa della Liberazione devono saperlo accogliere soprattutto i giovani, che qualche anno fa parteciparonoad un progetto, promosso dal ministero per i beni culturali e realizzato dall’Associazione mutilati e invalidi di guerra, che ho l’onore di presiedere.A questo proposito ecco uno spunto di riflessione di uno studente: “la libertà è un principio unico ed indiscutibile della natura dell’essere umano;e proprio il 25 aprile l’uomo trovava il coraggio di liberarsi dalla guerra e dai soprusi dei nazifascisti e trovava il coraggio di volersi sentire libero di vivere la propria vita in nome della Libertà.Liberi di decidere, liberi di pensare, liberi di esprimere, liberi di agire, liberi di fare scelte utili”. Sono considerazioni che ti inducono ad aver fiducia nell’avvenire; è necessario alimentare in noi il respiro della speranza, soprattutto quando nel tempo, che stiamo vivendo, la paura sembra prevalere.La speranza è un rischio da correre, anzi il rischio dei rischi.Viva la festa della Liberazione!
Franco Lisanti