100 mila persone presenti nella città di Matera di cui 12 mila bersaglieri e 30 mila nel percorso della sfilata, 255 agenti di forze di polizia tra poliziotti, carabinieri e finanzieri, 130 stewards, 44 vigili del fuoco, 52 agenti di Polizia Locale. Sono i numeri relativi al dispositivo complesso di ordine pubblico e sicurezza applicato con successo dalla Prefettura di Matera d’intesa con il Comune di Matera e le forze dell’ordine per la giornata clou di domenica 19 maggio del 67° raduno nazionale dei Bersaglieri che si è svolto nella città dei Sassi con la parata delle fanfare dei bersaglieri provenienti da tutta Italia.
Il bilancio dell’eccellente lavoro svolto in occasione di questo terzo evento per importanza di Matera 2019, dopo quello di Capodanno e della cerimonia inaugurale del 19 gennaio scorso, è stato stilato nel corso di una conferenza stampa in Prefettura che ha coinvolto il Prefetto di Matera, Demetrio Martino, il Questore Luigi Liguori, il Comandante dell’Arma dei Carabinieri, Samuele Sighinolfi, il Comandante dei Vigili del Fuoco di Matera, Salvatore Tafaro e il colonnello Irene Sardone, comandante del Gruppo Matera della Guardia di Finanza e il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri.
Il Prefetto Demetrio Martino traccia il bilancio del lavoro svolto dalle forze dell’ordine: “C’è stata una rigorosa pianificazione su uno scenario prevedibile, che ha coinvolto il Comune di Matera, in particolare la Polizia Locale e tutte le forze dell’Ordine, i Vigili del Fuoco e la nostra Commissione provinciale di pubblico spettacolo. E’ stato un lavoro fatto bene. Il risultato è superiore anche ad un livello di sufficienza e ha sperimentato un modello flessibile di pianificazione. Già dall’inizio della fase di organizzazione dell’evento c’è una sintonia tra Amministrazione Comunale e Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza allargato ai Vigili del Fuoco che insieme lavorano per valutare ogni aspetto per garantire che l’evento sia una festa per chi assiste in una cornice di massima sicurezza”.
Questore Luigi Liguori: “E’ stato fatto un ottimo lavoro e sono molto soddisfatto per aver sperimentato con successo un nuovo modello di sicurezza per gli eventi di Matera 2019”.
Comandante Vigili del Fuoco Salvatore Tafaro: “Questo è il terzo evento per importanza di Matera 2019 dopo il Capodanno Rai e la cerimonia inaugurale di Matera 2019 del 19 gennaio scorso. Tenuto conto del luogo che ospitava l’evento sono state applicate norme di tipo prestazionale e tutto è andato bene. Abbiamo messo in campo uno dei primi modelli in Italia per la gestione di eventi di questo tipo e i fatti ci hanno dato ragione.
Il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri sottolineando il grande lavoro svolto dalle forze dell’ordine ha espresso gratitudine al cittadino albanese che al termine della sua cerimonia in cui è convolato a nozze con una materana ha soccorso un bersagliere che aveva accusato un malore davanti alla chiesa di San Francesco d’Assisi. “Questo cittadino è in attesa della cittadinanza italiana ma a dispetto di quello che si dice sugli extracomunitari questo gesto conferma che l’integrazione è un fatto concreto in questa città”.
Michele Capolupo
Daniele Carozzi, vice presidente Associazione Nazionale Bersaglieri: “I bersaglieri, combattenti coraggiosi dal cuore buono”
“Centottanta passi al minuto corrono, centoquaranta marciano. I bersaglieri sono nati per andare oltre, sempre oltre, e fare molto di più. Basta pensare che gli alpini compiono solo centodieci passi al minuto”. Mentre lo racconta, Daniele Carozzi, vicepresidente nazionale Associazione Bersaglieri, sorride e racconta come tra il corpo dei bersaglieri e degli alpini ci sia uno “sfottò continuo”, una “goliardica schermaglia”, perché “è forte in tutti noi l’amor di Patria”. Poi, però, continua e, sempre sorridendo, dice: “D’altronde il fondatore del corpo degli alpini è stato Perrucchetti, un bersagliere, con l’incarico di dar vita a un corpo di montagna”.
Daniele Carozzi nel Corpo dei Bersaglieri è entrato in concomitanza con il servizio militare, ma il suo cuore non ha mai smesso di battere sotto quell’uniforme. “Questa appartenenza mi ha aiutato nella vita – spiega – le corse sfiancanti, gli allenamenti durissimi te li porti dentro per sempre”.
Ognuno di noi ha una propria idea della figura del bersagliere, che parte dall’iconografia più nota e si completa con quello che la fantasia, i racconti in famiglia, la storia hanno restituito e restituiscono.
All’immagine dei “fanti piumati” si accosta il tocco di una carezza, il dolce suono della fanfara, il senso di solidarietà, il passo di marcia, ma “il bersagliere – interrompe Carozzi – in realtà è un guerriero, un combattente, che ha preso per mano l’Italia, conducendola fino alla sua Unificazione, continuando a supportarla durante le missioni estere”.
La cronaca, in effetti, non può smentire quanto sostiene il vice presidente Anb: “Giuseppe La Rosa, di Barcellona Pozzo di Gotto, è l’ultima Medaglia D’oro al valor Militare che il nostro Corpo commemora. Giuseppe era un bersagliere caduto in Afghanistan. Ha visto entrare un ordigno esplosivo nel carro su cui si trovava con i suoi commilitoni e ha fatto loro scudo con il suo corpo. Giuseppe è morto dilaniato. Questo è il bersagliere”.
E durante la parata di domenica 19 maggio, che ha visto sfilare, correre, marciare, urlare, sorridere e piangere bersaglieri provenienti da tutta Italia, e anche dall’estero, di caduti ne sono stati ricordati davvero tanti.
In Italia ci sono 570 associazioni di Bersaglieri, “noi arriviamo a contare 26 mila componenti nel Corpo e il nostro augurio è che questo numero possa aumentare” – confessa Carozzi.
Durante il gran concerto che sabato 18 maggio si è tenuto al Parco del Castello, a Matera, il freddo e il vento che hanno avvolto i presenti, pubblico “comune” e autorità, non hanno vinto contro il calore e le emozioni sprigionate dalle esibizioni delle Fanfare di nord, centro e sud Italia. I bersaglieri che si sono alternati sul palco all’ombra della torre, abbracciata dal tricolore, hanno intonato canzoni e suonato melodie commoventi e struggenti, sintesi della durezza che le esperienze sul campo hanno dettato nel tempo, e continuano a dettare.
“La Ricciolina”, “Piume baciate”, “Il Reggimento di Papà”, non sono contenuti di fantasia o frutto della penna di un autore particolarmente ispirato. Sono, invece, le parole dei testi di componimenti che aiutano ad esplorare le emozioni di chi le esperienze narrate le ha vissute davvero. Ne “Il Reggimento di Papà”, chiamato al fronte, un giovane padre di famiglia lascia moglie e bimbo, di pochi anni. Il saluto è coinvolgente, molto di più l’attesa del ritorno, quando la donna e il figlio scrutano tra i volti dei soldati che rientrano, ma non riconoscono quello del proprio caro. Non c’è. È caduto onorando la Patria. Una voce esorta il bimbo: “Alza la testa, sii orgoglioso di tuo padre e ricordati di lui quando sarai soldato nel suo reggimento”. “Le piume baciate”, invece, sono quelle tipiche del cappello dei “fanti piumati” che sfiorano il viso del bersagliere di sentinella, ricordandogli i baci della mamma, della moglie, degli amici lontani.
Daniele Carozzi vuol consolidare un concetto chiaro. Vorrebbe che chiunque, pensando alla figura del bersagliere, “non si focalizzasse solo sul senso della ‘solidarietà’, che spesso gli viene associata, ma sui princìpi di forza, carattere, spiritualità, fede, costanza e, soprattutto, coraggio, tanto coraggio, richiesto per superare i momenti più bui. “In questo clima ‘pacifistoide’ in cui viviamo – conclude – perdiamo di vista quanto forte sia il bisogno di difesa”. Viva l’Italia, viva la Basilicata, viva i Bersaglieri.
La fotogallery della conferenza stampa e un momento della parata dei Bersaglieri (foto www.SassiLive.it)