L’ex Tabacchificio di Palazzo San Gervasio accoglierà poco meno di 300 lavoratori migranti impegnati in agricoltura, garantendo loro una sistemazione migliorativa rispetto al passato. Per la sua apertura la Regione Basilicata ha stanziato 250 mila euro attraverso il proprio bilancio. Non potendo contare su risorse economiche nazionali si è reso necessario il ricorso a una diversa procedura per l’individuazione del soggetto gestore del servizio, rispetto a quella adottata negli ultimi anni e legata alla co-progettazione Supreme (Pon inclusione). Le pratiche sono state curate dall’Ufficio Autonomie locali e sicurezza integrata della Regione Basilicata diretto dall’ingegnere Giovanni Di Bello. Com’è noto, tramite bando di gara, il servizio è stato affidato all’Arci Basilicata che è un’associazione del terzo settore che vanta una lunga esperienza in questo ambito. L’Arci Basilicata ha avviato le attività di censimento delle persone da accogliere nella struttura. La Regione ha inoltre: acquisito il parere antincendio dei Vigili del Fuoco, sottoscritto una nuova convenzione con l’Asp per gli aspetti sanitari e definito le modalità per lo screening relativo all’emergenza Covid che verrà effettuato da Farbas. Per adempiere a quanto previsto dalla convenzione stipulata con la Regione, l’Arci Basilicata, nell’ambito del Progetto “Cura legalità uscita dal ghetto”, fino al mese di ottobre assicurerà, tra le altre cose, servizi di mediazione linguistica e culturale, attività di accoglienza e vigilanza, assistenza di primo soccorso e rispetto dei protocolli sanitari Covid-19, servizio navetta per eventuali interventi di carattere sanitario e per il centro cittadino, iniziative di animazione per promuovere l’integrazione, la socializzazione e la partecipazione dei migranti.